Q1 2016 Apple: i risultati “migliori di sempre” nascondono segnali negativi

Lo scorso 26 gennaio 2016 Apple ha annunciato i risultati finanziari del primo trimestre dell’anno fiscale 2016, iniziato il 27 settembre e conclusosi il 26 dicembre 2015. I dati relativi all’ultimo quarto dell’anno solare sono tra i più importanti per le aziende del settore hi-tech, perché inglobano quelli della Holiday Season. Se possibile, lo sono ancor di più per Apple, poiché seguono l’arrivo sul mercato dei prodotti presentati annualmente durante il consueto Keynote del mese di settembre.

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In questo caso i risultati consentono di esprimere le prime valutazioni relative al lancio non solo di iPhone 6s e 6Ss Plus, ma anche del nuovo iPad Pro e della Apple TV 4G. A questo proposito, le parole spese dal CEO (Tim Cook) e dal CFO (Luca Maestri) nella Earnings Release Conference Call, raccontano di un successo senza precedenti nella storia della compagnia. Come già ricordato nel precedente articolo, le vendite record di iPhone, ma anche quelle di Apple Watch, Apple TV e dei servizi, hanno consentito di raggiungere un fatturato di $75.9 miliardi – il più alto nella storia dell’azienda – con un incremento del 2% rispetto ai $74.6 miliardi del primo trimestre del 2015. Gli alti margini sul venduto hanno altresì consentito all’azienda di registrare un reddito operativo pari a $24.1 miliardi e un utile netto record di $18.1 miliardi.

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Volendo indagare con un maggior grado di dettaglio le cause di un successo di tale portata, è quasi doveroso iniziare dalla divisione smartphone, già da tempo il vero core business della casa di Cupertino. Tim Cook ha dichiarato che, nel corso del trimestre, le vendite di iPhone hanno fatto registrare un nuovo record, attestandosi su 74,8 milioni di unità, con un incremento del 56% rispetto al trimestre precedente, ma piuttosto risicato su base annua: solo l’1% in più del Q1 2015. Gli iPhone hanno portato nelle casse della compagnia la considerevole cifra di $51.6 miliardi – pari al 68% dei ricavi totali – per cui è impossibile non parlare di un successo, ma è evidente che la curva di crescita abbia subito una seria battuta d’arresto. Tutto il settore smartphone sta probabilmente vivendo una prima leggera ventata di saturazione, ma questa riguarda principalmente i big player storici e il segmento premium, perché le cinesi come Huawei e Xiaomi marciano con ottimi ritmi. Le ragioni possono essere le più disparate, ma non credo che l’iPhone abbia perso il suo appeal. Di contro l’attuale tecnologia sta consentendo di realizzare prodotti completi e dalle buone performance con costi irrisori (specie guardando alla Cina) e sempre meno persone sono disposte a spendere di più per uno smartphone blasonato. Inoltre gli ultimi anni hanno visto delle evoluzioni non particolarmente stravolgenti nei top di gamma, per cui il 2016 sarà un anno importante per capire se i leader del settore sapranno confermarsi i più innovativi ed Apple dovrà farlo con l’iPhone 7.

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Dopo aver toccato il loro picco nel Q1 2014, con oltre 26 milioni di dispositivi venduti, si confermano in calo le vendite di iPad. Nel Q1 2016 sono stati spediti 16,1 milioni di device, con un incremento del 63% rispetto al trimestre precedente, grazie al lancio della nuova versione di iPad mini e di iPad Pro.
Tuttavia, confrontando il dato con quello relativo al Q1 2015, si osserva un decremento nelle vendite del 25%, che diventa del 38% se paragonato a quello dello stesso periodo del 2014. Anche volendo mettere da parte – ammesso che sia giusto farlo – il trend negativo del mercato tablet, è probabile che su tale risultato possano aver influito la mancata presentazione dell’iPad Air 3 (che potrebbe arriva a marzo) ed il fatto che, per quanto l’iPad Pro possa essere stato ben recepito dal mercato, le dimensioni ed il prezzo lo collocano – forse per vocazione – in una nicchia di mercato. È comunque interessante notare che con i mercati di tablet e computer in continuo ribasso, il Surface Pro 4 di Microsoft abbia registrato ottime vendite nello stesso periodo. Questo ci dice che l’idea di un ibrido tra le due piattaforme tablet/desktop è stata meglio recepita dagli acquirenti rispetto all’uso parallelo di due dispositivi (quello che Apple ci propone ormai da diverso tempo).

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In leggero declino – ma sostanzialmente stabili se osservate il medio periodo – anche le vendite dei Mac. Si attestano a quota 5,1 milioni di unità, in calo del 4% su base annua e del 7% rispetto al trimestre precedente, con un fatturato pari a $6.8 miliardi. Anche in questo caso è corretto ricordare l’andamento negativo dell’intero mercato PC, le cui spedizioni nel Q4 2015 avrebbero subito – secondo IDC – una contrazione media del 10,6% su base annua.

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È piuttosto interessante soffermarsi a commentare i risultati dei Servizi e dell’aggregato “Altri Prodotti”. La prima voce comprende diversi ambiti ad alto valore aggiunto, tra i quali App Store, Mac App Store e iTunes Store, il recente Apple Pay ed i contratti AppleCare, e vede i propri ricavi in costante aumento ormai da anni. Nel periodo in questione, questi hanno superato quota $6 miliardi, con un incremento del 19% rispetto al trimestre precedente e del 26% rispetto al Q1 2015. A spingerli in alto vi è certamente la consistente base installata di dispositivi Apple, che di recente ha superato il miliardo di unità. Nei cosiddetti “Altri prodotti” sono invece aggregati i risultati di vendita di Apple TV, Apple Watch, iPod, del marchio Beats, nonché dei vari accessori. L’azienda non è solita divulgare in dettaglio i numeri di vendita dei suddetti prodotti ma, prendendo a riferimento l’ammontare dei ricavi aggregati, pari a $4.4 miliardi, ed osservandone la variazione nel tempo, è possibile notare un incremento del 43% rispetto al trimestre precedente il lancio di Apple TV e del 62% rispetto al Q1 del 2015. Non disponendo di ulteriori elementi non è possibile approfondire l’analisi, ma probabilmente questi sono già sufficienti a spiegare l’entusiasmo nei confronti non solo dello smartwatch, ma anche del set-top box made in Cupertino. Una riflessione a margine, per coloro che si domandassero come mai Apple sembra “trascurare” i Mac e l’utenza professionale in favore dei prodotti consumer: anche mettendo da parte la rilevanza delle linee di iPhone e iPad, si noti come, diversamente da com’era anche solo fino ad un anno fa, unendo servizi ed altri prodotti minori questi pesino sui ricavi della compagnia il 34% in più rispetto ai Mac.

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Outlook

Durante la Conference Call c’è stato anche tempo per discutere con gli analisti convenuti delle previsioni per il secondo trimestre del 2016. Tra queste spicca sicuramente l’outlook sui ricavi, previsti per un ammontare variabile tra $50 e $53 miliardi, in calo – e sarebbe la prima volta da anni – rispetto ai $58 miliardi registrati nel corrispondente periodo del 2015. In termini percentuali, si tratterebbe di una riduzione dell’8,6%, nella più rosea delle aspettative (sebbene esse siano solitamente tenute un po’ a freno per evitare di non rispettarle). Il primo indiziato è stato l’iPhone, prima fonte di entrate della compagnia, ma da tempo oggetto dei funesti presagi da parte degli analisti di settore di tutto il globo terracqueo. Ed è proprio su di esso che si sono concentrate le attenzioni e le domande.
In particolare ai membri del Board è stato chiesto se la previsione sui ricavi possa dipendere da situazioni contingenti di stampo macroeconomico; dalla drastica accelerazione intervenuta l’anno scorso nel ciclo di sostituzione degli iPhone, alla quale potrebbe essere seguito un calo fisiologico quest’anno; dall’eventualità che lo stesso iPhone possa essere prossimo a raggiungere il livello di saturazione, all’interno di un mercato – quello degli smartphone – in cui i prezzi tendono a livellarsi verso il basso.

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In risposta, Luca Maestri ha ribadito la sua piena fiducia sul prossimo futuro dell’azienda, sebbene abbia precisato che il contesto macroeconomico dei Paesi emergenti in cui Apple ha maggiore potenziale di espansione, sia effettivamente mutato in peggio e che, pertanto, esiste la possibilità che l’elevato prezzo dello smartphone possa avere un’influenza sulla crescita della domanda. In proposito Tim Cook ha asserito che, nonostante tutto, una considerevole quota delle attuali vendite di iPhone proviene proprio dai Paesi emergenti e che, nell’ultimo trimestre, è stato registrato il più alto tasso di adozione da parte di ex utenti Android mai avvenuto nel corso di un Q1. A conferma di quanto sopra, le stime dell’azienda sostengono che soltanto il 40% degli iPhone 6, 6 Plus, 6s e 6s Plus attualmente in circolazione sarebbe stato acquistato da parte di consumatori già in possesso di un precedente modello. Per complementarietà, dunque, il restante 60% avrebbe contribuito ad incrementare la già nutrita base di clienti dell’azienda. Tuttavia lo stesso Tim Cook ha menzionato il fatto che l’anno scorso, a causa di alcuni problemi nella catena di distribuzione, una parte delle vendite si è spostata nel Q2. Ed è anche per questo motivo che il CEO ha dichiarato che il prossimo trimestre costituirà per l’azienda the toughest compare, ovvero il confronto più difficile.

SaggiaRedazione

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