Eddy Cue e Craig Federighi intervistati da John Gruber su iOS, Apple TV, iTunes e altro ancora

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In fondo in fondo, i dirigenti Apple non si sottraggono così tanto come si pensava alle attenzioni pubbliche extra-keynote. Anzi, nel corso degli ultimi anni si sono concessi maggiormente a interviste e incontri. Uno dei loro salotti virtuali preferiti, a quanto pare, è quello del Talk Show di John Gruber, storica personalità del mondo Apple nonché editore del noto sito Daring Fireball. Lo scorso giugno fu ospite Phil Schiller, con cui vennero toccati svariati argomenti, ovviamente correlati alla WWDC 2015 svoltasi nel corso di quei giorni. A dicembre è stata la volta di Craig Federighi, che ha parlato della disponibilità open source del linguaggio di programmazione Swift. “Hair Force One”, come viene talvolta soprannominato, è ritornato portando con sé un rinforzo, Eddy Cue. Ne è derivata una interessante chiacchierata sui principali prodotti software e hardware provenienti da Cupertino.

cuefederighi

I due hanno discusso le recenti Beta di iOS 9.3 e tvOS 9.2, che per Apple sono versioni in cui sta cogliendo l’opportunità di inserire nuove funzioni rilevanti senza la necessità di attendere l’annuale major release, comunque fondamentale per i cambiamenti più radicali come quelli inerenti nuove API. Molto importanti nelle fasi antecedenti la disponibilità globale sono sia il contatto con gli sviluppatori terzi sia con gli utenti finali attraverso i programmi Beta in essere. Gli stessi Cue e Federighi sono quotidianamente coinvolti nei test, sui loro dispositivi personali: nella loro posizione è una prassi ricevere una nuova build al giorno o quasi. Negli ultimi tempi le attenzioni sono state rivolte soprattutto a tvOS, dove gli interventi per migliorare l’esperienza d’uso proseguono in modo copioso, a partire dal rendere Siri in grado di soddisfare richieste nelle lingue supportate anche se l’accento dell’utente non è nativo, un compito molto difficoltoso e pieno di variabili anche dialettali di cui tener conto. Parlando proprio della Apple TV, hanno confermato che sta per arrivare una nuova versione dell’app Remote su iOS in cui verranno replicate tutte le funzionalità del telecomando di quarta generazione; una timida apertura è stata inoltre fatta alla possibilità di rendere un singolo set-top-box controllabile contemporaneamente dal Siri Remote fisico e da quello virtuale sull’iDevice, occorrenza utile in particolare nei videogiochi multiplayer in assenza di controller dedicati a disposizione.

Altri punti affrontati sempre in correlazione all’esperienza d’uso sono quelli per i singoli servizi. Cue ha commentato le crescenti critiche nei confronti di iTunes su computer, un software ritenuto da molti monolitico e pesante, da spezzare in singole app come su iOS. Il design di fondo è rimasto quello dell’era pre-Apple Music e più in generale pre-streaming, quando la maggior esperienza online era l’acquisto delle canzoni da scaricare e dunque riversare sul proprio iPhone o iPod collegandolo via cavo. La possibilità di eliminare iTunes come programma al fine di spingere sull’uso esclusivo del cloud nonché su Apple Music è stata oggetto di dibattiti interni, ma alla fine si è optato per un approccio più conservatore in grado di meglio soddisfare la maggioranza degli utenti. Ad ogni modo, il buon Eddy ha reso noto che un nuovo aggiornamento estetico/funzionale di iTunes al fine di adattarlo più facilmente alle esigenze musicali odierne è in arrivo con la versione 10.11.4 di OS X prevista per marzo.

C’è stato spazio anche per l’app Mappe nell’intervista, su cui per bocca dei due SVP di One Infinite Loop sono stati effettuati ad oggi ben 2,5 milioni di interventi in base alle segnalazioni degli utenti; hanno però ammesso al contempo che la comunicazione lato Apple della risoluzione dei problemi non è ottimale, in modo particolare sull’update del sistema operativo in cui è prevista la correzione. Potrebbe arrivare in iOS 9.3 così come direttamente all’interno di iOS 10, ma non viene detto a priori. Rassicurano comunque che, pur in assenza di risposte esplicite, ogni riscontro viene letto e approfondito dal team dedicato. Lo stesso vale per le altre app di sistema, oggetto nelle ultime settimane di una campagna mediatica non proprio benevolente, anche da parte di Gruber. Federighi non vede necessariamente le carenze segnalate come negatività, piuttosto come una conseguenza del cambiare abitudini radicate, facendo l’esempio della transizione da iPhoto a Foto. In qualsiasi ambito i gruppi di lavoro discutono quali modifiche apportare e come farlo senza alienare l’utenza, cercando un equilibrio i cui risultati, nonostante gli sforzi, non saranno graditi a tutti.

Non è mancato, infine, uno spazio più prettamente statistico, come spesso avviene negli eventi ufficiali Apple. Il servizio musicale ha ufficialmente superato quota 11 milioni di iscritti, mentre sui vari Store digitali si effettuano nel complesso 750 milioni di transazioni a settimana. Il circuito iMessage, pur limitato alle sole piattaforme della Mela, raggiunge picchi di 200.000 messaggi scambiati ogni secondo. Il tutto considerando oltre un miliardo di dispositivi attivi, con numerosi dei 782 milioni di utenti iCloud a possederne più di uno. Cifre davvero sensibili che in futuro potrebbero essere destinate ad aumentare qualora come anticipato da Cook nel meeting interno si assisterà a una presenza più massiccia anche su Android, rispondendo così in egual modo alle tattiche di diffusione adottate da Google su iOS.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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