Il tablet si fa “Pro”: Apple e Microsoft conquistano il mercato coi loro top di gamma

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Non sembra esserci alcuna ripresa in vista per il mercato tablet. La flessione prosegue, a causa tanto della maturazione già raggiunta dal settore quanto del ciclo di aggiornamenti software, mediamente più vicino a quello di un computer tradizionale che di uno smartphone, come nel caso di Apple. D’accordo, l’iPad 2 è ormai ben lontano dai fasti di marzo 2011 in termini di prestazioni, ma fra un mese arriverà a 5 primavere e si appresta a ricevere iOS 9.3 dopo essere partito dalla 4.3 (anzi, per la precisione dalla 4.2.1, solo che l’update successivo era già stato rilasciato e reso disponibile al download dopo la configurazione iniziale). Innegabile che, pur con le limitazioni del caso, sia ancora in grado di tenere tanti utenti lontani da un nuovo iPad fiammante, finché potranno spremere quello che posseggono. Un altro fattore è rappresentato dai phablet, che hanno urtato soprattutto la fascia “mini”, fondendo le peculiarità di due dispositivi in uno singolo. Nel complesso, tuttavia, non parlerei nemmeno di declino, ma più di una stabilizzazione, che a maggior ragione alza per ogni produttore l’asticella dell’innovazione necessaria al fine di tornare a rimpolpare le vendite o almeno trovare fasce in cui spingere. Su quest’ultima ritorneremo più avanti nell’articolo, utilizzando l’immagine sottostante e il titolo come anticipazioni.

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Fatta questa lunga premessa, vediamo chi se l’è meglio cavata nel 2015 secondo i dati pubblicati da IDC. 206,8 milioni di unità sono state immesse nei canali di vendita, -10,1% rispetto all’anno precedente. Continua a prevalere Apple, anche se con più fatica. Il primato dell’azienda di Cupertino paga comunque pegno al pollice verso che permea il settore, con un sonoro calo del 21,8% che l’attesta a quota 49,6 milioni di dispositivi. Se Atene piange, però, Sparta non ride né tantomeno ne approfitta: Samsung è seconda e riduce il suo divario dall’acerrima rivale, ma segna -16,1% in un anno. In leggera crescita Lenovo, che toglie la medaglia di bronzo a un’Asus in picchiata. Nei suoi specchietti si profila peraltro la sagoma del bolide Huawei, che va oltre il raddoppio con un +116,6%; qualora si confermassero questi ritmi e parallelamente proseguisse la sofferenza degli iPad, nel giro di qualche anno Apple potrebbe essere costretta a cedere il trono.

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Anche guardando solo all’ultimo trimestre dell’anno, in cui rientrano il Black Friday e le vendite natalizie, non emerge una situazione rosea per le dominanti del mercato. Ad approfittarne sono soprattutto Amazon e, ancora una volta, Huawei. L’azienda di Jeff Bezos ha distribuito sul mercato una quantità impressionante di tablet Fire, tuttavia le previsioni per i prossimi trimestri non festivi vedono molto poco probabile una riconferma di queste ottime performance, che hanno giovato tanto della corsa ai regali e ancor più degli aggressivi prezzi di attacco praticati.

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C’è però un dato che colpisce e ci riporta a quanto accennavamo nell’ultima parte del paragrafo introduttivo, ossia la necessità di innovare ricavandosi così fasce di buon andamento. In questo senso Apple può parzialmente festeggiare, dal momento che IDC stima in oltre 2 milioni gli iPad Pro venduti, segno che confermerebbe le impressioni dell’analisi pubblicata qui ieri sulla trimestrale Apple: il mercato l’ha apprezzato, nonostante la nicchia in cui si colloca e iOS che nella sua forma attuale non fa ancora esprimere tutte le potenzialità hardware del terminale. Al tempo stesso verrebbero confermate anche le altre impressioni attraverso l’altro dato diffuso, riguardante Microsoft. L’azienda di Redmond ha registrato 1,6 milioni di Surface venduti, una cifra irrisoria se presa nel suo complesso ma che aumenta sensibilmente d’importanza se si considera che la stragrande maggioranza sarebbe costituita dai modelli Pro. Un risultato lodevole anche in virtù dei pesanti periodi di perdite subiti negli scorsi anni al fine di renderli competitivi e degli svariati problemi di gioventù che il Pro 4 ha affrontato nelle prime settimane, con conseguente battage mediatico. Il mercato sta dunque andando a preferire prodotti potenti e flessibili, con la possibilità di dotarli rapidamente di accessori come tastiere fisiche esterne per lavorare in tutta comodità. Come diceva una famosa pubblicità, però, la potenza è nulla senza controllo e prova ne è il Pixel C di Google, che non brilla tanto nelle vendite quanto nelle recensioni (una di quelle in cui traspare la maggiore delusione per l’occasione mancata è quella di Ars Technica) a causa di Android che rispetto a iOS e Windows non gode ancora di un’esperienza d’uso ottimizzata né della stessa considerazione a livello professionale.

Forse, in conclusione, cambierei ulteriormente quanto avevo sostenuto: non è un mercato in declino ma nemmeno in stabilizzazione, bensì in evoluzione. Saranno sempre più privilegiati i tablet “Pro”, in grado di fare davvero la differenza, di sopperire alla necessità di avere altri dispositivi allo stesso tempo. Apple e Microsoft hanno in questo momento le migliori carte in mano, con le prossime generazioni che dovranno trovare il giusto equilibrio tra gli elementi più da tablet e quelli più da notebook. Microsoft ha rischiato grosso con Windows 8, ma pare aver ripreso la retta via con il 10. Apple rimane pubblicamente ferma sull’idea di separare nettamente i due ambienti, ma non è detto che tale suddivisione possa rimanere efficace a lungo, soprattutto considerando la capacità di calcolo di prodotti come l’iPad Pro, che non sono evidentemente sfruttate appieno dall’attuale versione di iOS, né tanto meno dalle app disponibili per il mondo tablet.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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