Recensione: Creative T6 Series II, un sistema audio di elevata qualità

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Qualche mese fa ho iniziato un percorso di cambiamento della mia postazione di lavoro che mi ha condotto fino al monitor Dell UP3216Q (recensione). Per lungo tempo ho utilizzato la webcam e le casse integrate nel LED Cinema Display 27″, che non hanno una qualità eccelsa ma sono molto pratici visto che non richiedono ulteriore spesa e ci risparmiano qualche cavo ed accessorio sulla scrivania. Non avendoli più a disposizione ho deciso di fare un passo avanti, cercando dei modelli di qualità superiore. Per le casse non è stata una cosa semplice, perché quelle da computer sono sempre più in disuso, sostituite dalle varianti Blueooth. Nel mio caso, però, avevo la necessità del filo, perché facendo montaggi video non posso permettermi di avere neanche la minima latenza per centrare le battute. Inizialmente mi sono diretto sulle Bose Companion 20, ma la voglia di un subwoofer mi ha spinto leggermente più in alto. Sembrano molto interessanti le Companion 50, ma non le ho scelte per due motivi: prezzo troppo elevato (non volevo spendere 400€) e speaker eccessivamente piccoli che demandano tanto lavoro al subwoofer (che desideravo, ma senza essere prominente). Dopo un po’ di ricerca tra i pochi brand di cui mi fido ho scelto le Creative T6 Series II, che hanno tutto quello che cercavo ad un prezzo notevolmente più contenuto.

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Questo sistema di altoparlanti è in realtà anche wireless, ma si può usare regolarmente via cavo da 3,5mm o USB. In dotazione si trovano due accessori curiosi, ovvero un dongle Bluetooth USB per i computer che non lo possiedono ed un trasmettitore con attacco Dock 30 pin, utile per iPod Classic e altri vecchi dispositivi mobili Apple. A me non sono serviti, ma completano una buona dotazione in cui vi sono anche tutti i cavi potenzialmente utili.

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Il subwoofer è la centrale di tutto, su cui si collegano i due speaker, l’alimentazione, il controllo remoto e l’uscita audio. Questa è in formato RCA, ma c’è un pratico cavetto che dall’altra parte ha un classico jack 3,5mm da usare sull’uscita audio del computer.

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La costruzione è rigorosa e molto robusta, per altro con apertura relativamente semplice che potrebbe essere utile in caso di futura manutenzione. I due satelliti sono altrettanto robusti e belli, con una finitura lucida in cima ed un piedistallo entrambi in metallo. Quest’ultimo si può anche rimuovere per l’installazione a parete. Ci sono due speaker per parte e quello superiore può ruotare verso l’interno per direzionare meglio il suono.

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I fili in dotazione sono piuttosto lunghi e consentono di disporre gli elementi a piacimento, per cui ho messo il subwoofer sotto la scrivania, i satelliti ai lati del monitor ed il controller in posizione comoda per raggiungerlo con la mano destra. C’è anche un telecomando in dotazione, ma ammetto di non averlo mai usato.

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Il controller ha una zona superiore per regolare il volume, la quale gira in modo fluido e preciso, consentendoci di intervenire in modo fine. Tuttavia un secondo controllo è possibile anche dal Mac, per cui ho posizionato entrambi e metà e poi applico correzioni di volta in volta in base a come mi risulta più comodo sul momento. Su questo si trovano anche il tasto di accensione (segnalato da un LED verde) e quelli per la selezione della sorgente e dell’attivazione Bluetooth (con un LED blu dedicato).

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Sempre sul controller troviamo due porte da 3,5mm disposte ai lati. A sinistra c’è un’uscita per le cuffie e a destra un ingresso per sorgenti esterne, adatto a qualsiasi cosa, dallo stereo allo smartphone. Collegando le Creative T6 Serie II direttamente all’uscita del Mac Pro e iniziando a far suonare qualche brano ho notato un contributo importante del subwoofer, più di quello che personalmente gradisco. Alla fine ho trovato la resa ottimale per il mio gusto sul 35% circa, l’unica cosa un po’ scomoda è che la regolazione si effettua dal retro del subwoofer e non ha senso farla prima di metterlo nella sua posizione in quanto non si avrebbe un’idea corretta del suo apporto. Per cui nelle prime fasi bisogna fare un po’ di ginnastica, almeno finché non si trova il volume che si gradisce.

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Le ho usate così, direttamente sull’uscita audio, per diversi giorni. Provate con musica in streaming da Spotify Premium, YouTube, iTunes Match, nonché con brani FLAC di ottima qualità. Devo dire che rispondono esattamente alle mie aspettative, con un suono caldo e ben bilanciato, pieno sulle frequenze medie, con bassi vibranti e alti puntuali e incisivi. Non ho modo di fare un confronto con le Companion 50, che alcuni mi dicono suonare meglio, ma su queste non ho trovato nessun difetto. Rendono veramente bene con tutti i generi musicali, dal jazz al rock, con un’ottimo senso di spazialità ed una presenza scenica coinvolgente. Le tracce vocali sono altresì ben riprodotte, sia quelle maschili che femminili, mantenendo una texture ricca e consistente. Negli ultimi giorni ho spostato la connessione dall’uscita nativo del Mac Pro a quella del DAC DragonFly (recensione), ottenendo un suono ancora più corposo e dettagliato. Il volume raggiungibile è pazzesco. Mi viene in mente un termine inglese: insane. Non vedo proprio come si possa sentire un brano al 100% (sia delle casse che del computer) senza staccare l’intonaco dalle pareti. Sono riuscito a tenerlo così per pochissimi secondi ed è incredibile la pulizia mantenuta.

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Conclusione

Che dire, le Creative T6 Series II sono esattamente il sistema che cercavo. Non sono solito ascoltare musica ad altissimo volume, ma già a bassi regimi hanno una resa eccellente. Non saprei dire se c’è di meglio, ammetto di aver provato pochi sistemi per computer di questo livello, ma la voglia di cercare altrove mi è passata completamente. Ho appagato la mia sete di qualità donando anche un tocco gradevole alla postazione di lavoro. Trovo infatti questo design particolarmente riuscito, sobrio e al tempo stesso curato, con una qualità costruttiva eccelsa in termini di materiali e dettagli estetici. All’inizio mi ero un po’ scoraggiato per la mole di cavi da gestire, ma sono riuscito a nasconderli completamente alla vista grazie ad un attento posizionamento della cablatura, che essendo rialzata dalla base consente di tenere i fil tesi senza farli poggiare sulla scrivania. L’unico che un po’ si nota è quello del controller, ma mettendolo sotto il display bisogna proprio abbassarsi per notare il cavo. Con un’estetica riuscita, costruzione di alto livello, resa audio eccellente, dotazione completa ed una estrema praticità di controllo, non posso che assegnare un voto elevato a questo sistema audio. Per altro costa decisamente meno dei rivali e con un prezzo di 279€ sul sito Creative è difficile chiedere di più. Una sola cosa non mi è piaciuta, ovvero lo stand-by automatico dopo 15/20 minuti di assenza di segnale. Ha sicuramente senso in ottica di risparmio energetico, se non erro vi è proprio una direttiva comunitaria in tal senso, tuttavia non ce n’è un effettivo bisogno essendo alimentate a corrente. Lavorando al computer può capitare di non emettere suoni anche per mezz’ora, per cui le trovo spente almeno un paio di volte al giorno. Ho chiesto in Creative e pare che tale funzione non si possa disattivare ed è un vero peccato perché è l’unica nota negativa che ho trovato in questo ottimo sistema audio per computer. Vi consiglio comunque di collegarle ad una scheda audio dedicata per ottenere la qualità massima.

PRO
+ Ottima costruzione con ampio impiego di metallo
+ Design semplice ma elegante
+ Dotazione molto completa
+ Buon bilanciamento tra satelliti e subwoofer
+ Satelliti con doppio speaker orientabili
+ Satelliti installabili a parete
+ Controller completo e pratico da usare
+ Possibilità di regolazione con telecomando
+ Resa audio eccellente

CONTRO
- La standby automatico risulta scomodo ed è sostanzialmente inutile

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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