Non si ferma lo scandalo sull'elusione fiscale a livello internazionale. Dopo i Panama Papers, che hanno denunciato politici, celebrità e volti noti in giro per il globo, adesso un nuovo rapporto di Oxfam (via Corriere.it) prende di mira le 50 società più ricche dell'economia USA. Il meccanismo utilizzato è l'ormai noto sistema delle offshore site in paradisi fiscali. Più precisamente le aziende si sarebbero servite di 1.600 società collegate per nascondere al fisco, tra il 2008 e il 2014, ben 1.300 miliardi di dollari.
Nella classifica dei grandi elusori è proprio Apple a raggiungere il primato, con 181 miliardi di dollari. Dopo General Eletric, al terzo posto c'è Microsoft con 108 miliardi di dollari nascosti in conti offshore. Poco più staccati altre due importanti società del settore tecnologico come IBM (61 miliardi di dollari) e Alphabet (già Google) che si ferma a 47 miliardi. L'utilizzo del dualismo società offshore-paradisi fiscali ha permesso a questi colossi di ridurre la pressione fiscale dal 35%, fissato per legge negli USA, al 26,5%. Allo stesso tempo queste grandi aziende hanno ricevuto, nel periodo interessato, circa 11.000 miliardi di dollari in aiuti statali, prestiti agevolati, ecc.. grazie all'attività di lobbing esercitata sulla politica americana e propiziata appunto dal risparmio ottenuto in ambito fiscale.