Il Play Store arriva su Chrome OS: un altro passo verso la confluenza

Google ha una piattaforma molto forte, ovvero Android, ed una che ancora fatica ad ottenere un buon riconoscimento da parte degli utenti: Chrome OS. In pratica l’esatto contrario di Microsoft, che è forte in ambito desktop ed ha più di qualche problema in quello mobile. Quando ci si trova in queste condizioni, una soluzione piuttosto semplice (almeno dal punto di vista teorico) è quella di sfruttare l’ambiente in cui si ha maggior seguito per conferire più vigore all’altro. Lo ha fatto Microsoft con Windows 10, le app universali e Continuun ed ha in programma di farlo anche Alphabet (se mai riusciremo ad usare questo nome). Già dal 2014 si parlava dell’approdo delle app Android su Chrome OS, quando nel Google I/O fu presentato App Runtime for Chrome (ARC), che ha poi visto la luce nel marzo 2015. Ora Arstechnica segnala la scoperta dell’utente di Reddit TheWiseYoda (bel nome), che nel primo setup dell’ultima build per sviluppatori di Chrome OS ha trovato l’opzione: Abilita le app Android a funzionare sul tuo Chromebook.

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Questo sembrerebbe essere un bel passo avanti rispetto ad ARC, portando ad una vera e completa integrazione tra i due mondi. Un grande cambiamento che consentirà di ottenere in un colpo solo milioni di nuove app. Come aveva già anticipato a fine 2015 il Wall Stree Journal, le due piattaforme sembrano destinate a confluire, portando grandi vantaggi principalmente a Chrome OS, che sarà immediatamente più appetibile. Non ci sono ancora notizie ufficiali da Alphabet, ma la strada tracciata sembra piuttosto chiara, oltre che potenzialmente indovinata. Il Chrome Web Store potrebbe essere poi inglobato nel Play Store oppure rimanere attivo solo per cose semplici, come temi ed estensioni. Per conoscere la strategia ufficiale e saperne di più, non resta che aspettare l’imminente Google I/O 2016, previsto per il prossimo 18 maggio.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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