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Da piccolo immaginavo la verità come unica ed immutabile. Una sfera perfetta e identica da ogni lato, anche cambiando il punto di osservazione. Crescendo ho dovuto constatare che non è affatto così. Alcuni pensano che sia oggettiva per natura, ma se lo fosse realmente sarebbero già risolti molti dei conflitti esistenti. La nostra mente e i nostri sensi ci fanno percepire tutto in modo soggettivo, ogni cosa che pensiamo di osservare passivamente è in realtà filtrata dalla nostra individualità, sia fisica che psicologica. La verità può essere anche pericolosa in alcuni casi e non riesco a considerarla un valore aggiunto per le aziende. Ingenuamente si potrebbe pensarlo, ma nel marketing la percezione è quasi più importante della sostanza. Basta fare un giro in un supermercato per notare come il packaging influenzi la nostra esperienza d’acquisto. La verità è malleabile e tutti noi la percepiamo con sfumature diverse, plasmandola quando necessario. Le aziende, Apple inclusa, si comportano allo stesso modo. La verità che ci propongono non è necessariamente l’unica e in alcuni casi lo sanno bene anche loro. In altre circostanze si adatta semplicemente ai tempi, perché quello che è vero oggi non lo sarà necessariamente domani.

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Senza eccedere in retorica e con le dovute proporzioni, la verità ha un ruolo importante parlando di iPhone SE, iniziando dalle sue origini. Può essere visto come una conferma del fatto che in Apple credono alla praticità degli smartphone da 4“ oppure come una pezza buttata lì per risollevare il Q2 2016. Nell’ultima conference call sui risultati fiscali, infatti, era stato previsto un trimestre in calo, il primo con segno negativo anno su anno dalla prima generazione dell’iPhone. Apple non poteva anticipare così tanto i prossimi iPhone 7, per cui l’unica possibilità era quella di tentare un nuovo approccio alla fascia media di mercato (quella con i suoi prodotti più vecchi). Ci avevano già provato con il 5c nel 2013, ma non è certo stato un gran successo e non ha avuto un seguito. Nel 2014 e 2015 da Cupertino ci hanno proposto un’offerta che diceva: i 4″ sono roba vecchia, ormai i 4,7″ sono il minimo. Nel 2016, invece, riportano in auge lo smartphone “piccolo” con l’SE.

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Quale che sia la verità, è certo che una fetta di utenti ama ancora oggi il design e le dimensioni degli iPhone 5. Non saprei quantificarla onestamente, ma una piccolissima statistica l’ho fatta. Ho notato, ad esempio, che tutti i conoscenti che sono passati ad iPhone 6 hanno espresso il desiderio di rimanere con lo schermo più grande. Tra le persone che hanno fatto il passo più lungo sul 6 Plus, invece, una metà sono felici ed una metà tornerebbe volentieri indietro. Infine ci sono quelli che ancora usano iPhone 5 e 5s, persone che non comprerebbero mai un SE ora che si può avere un 6 o 6s molto più godibile ma ancora maneggevole. È solo un piccolissimo campione di poco conto, ma trovo che le risposte diano una giusta panoramica della situazione.

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L’iPhone 6 è effettivamente uno smartphone ancora molto pratico e che nella maggior parte delle situazioni si riesce a gestire con una mano sola. Siamo un po’ al limite per la verità, ma con questo non ho mai dovuto usare Reachability (doppio tocco sul pulsante home), perché basta ruotare leggermente la mano per raggiungere l’angolo più distante. Ci si abitua facilmente al passaggio da iPhone 5/5s/5c e quei 0,7“ in più offrono una visuale molto più godibile rispetto i 4” (dopotutto sono quasi 2cm in più sulla diagonale). L’iPhone 6s Plus è invece di un’altra categoria, quella che comunemente si etichetta con la brutta parola “padelloni”. È così, c’è poco da fare, risulta grande ed ingombrante, impossibile da usare con una mano se non per lo scorrimento di una pagina web. Con alcune app, pochissime per la verità, lo schermo da 5,5″ si sfrutta per avere una visuale a due colonne in orizzontale, ma nella maggior parte dei casi lo spazio in più è solo di “godimento” e non funzionale. Intendo dire che offre un’esperienza visiva più appagante, specie con contenuti video o foto, ma quello che si fa con 6 Plus lo si fa anche con il 6, con o senza la s, mentre con i 4“ oggi è facile sentirsi stretti stretti anche nella lettura di email, a meno che non si sia mai provato altro ovviamente. Per cui questa mini statistica mi ha detto che tutti quelli passati al 6/6s non hanno nulla da rimpiangere, mentre alcuni di quelli attratti dal Plus si sono pentiti (non tutti, ovviamente, ho detto ”alcuni”).

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Arriviamo ora alla mia verità. Da qualche settimana sto usando un 6s Plus, dopo diversi mesi con il 6s, e non noto miglioramenti evidenti nell’esperienza, almeno non quanti quelli negativi dovuti alla dimensione. Ma quando ho ricevuto l’iPhone SE mi veniva da sorridere. Ho avuto difficoltà a credere che fino al 2013 usavo davvero uno schermo così piccolo. Bisogna precisare che già allora avevo diversi smartphone Android più ampi ed ero tra quelli che spingeva per l’aumento delle dimensioni anche sull’iPhone, senza seguire ciecamente quella scuola di pensiero secondo cui non si dovevano superare i 4“. E per fortuna non lo ha fatto neanche Apple, che per prima aveva messo in circolo questa affermazione. Superato lo shock di uno schermo così piccino, ho comunque ricordato quanto fosse pratico l’iPhone 5s. Può sembrare un giocattolo agli occhi di chi usa schermi molto più grandi diversi anni, ma la sua forza sta proprio in questo. Se non si fa un uso massiccio di contenuti multimediali oppure di app piuttosto complesse, è una dimensione che rende l’interazione con lo schermo di una semplicità impareggiabile. Tuttavia anche dopo qualche giorno di test, che mi ha consentito di rifare l’occhio ad uno smartphone talmente piccolo, non posso che affermare che non tornerei mai indietro. La mia conclusione è quindi coerente con la precedente analisi ed è che un iPhone SE oggi può attirare solo chi ha un 4/4s/5/5s/5c e vuole maggiore velocità, oppure quei pochi che hanno preso un Plus e se ne sono pentiti. A questi ultimi, però, suggerisco di valutare il 6 o il 6s, perché rimane comodo quasi allo stesso modo pur offrendo tutta un’altra visuale. Secondo il mio punto di vista, chi ha un 6 o un 6s perde così poco in ergonomia rispetto all’SE per cui non vale assolutamente la pena prenderlo in considerazione.

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Avrete notato che non ho dato per nulla peso all’hardware e al design, una scelta assolutamente consapevole che spero riscontri anche le vostre preferenze. Se escludiamo la colorazione oro rosa, che nel 5s non era presente, questo iPhone SE ha lo stesso identico aspetto del precedente. Per l’hardware, invece, vi è un bilanciato mix di caratteristiche del 6 e del 6s, con la maggior parte di quest’ultimo. Chi vuole un iPhone compatto, insomma, oggi può scegliere questo che non teme i confronti con i modelli più grandi e che risulta, a tutti gli effetti, un top di gamma. L’SE è piccolo per scelta, dunque, e non perché residuo di vecchie glorie come può esserlo un 5 o un 5s. Alcune precisazioni vanno però fatte, in quanto rispetto ad un 6s ci sono delle differenze oltre lo schermo. La prima cosa è che manca il 3D Touch, perché il pannello è proprio lo stesso del vecchio 5s. Io ho detto nella recensione del 6s che questa funzione aveva molto poco di rivoluzionario nell’esperienza d’uso e lo confermo ancora oggi. È una mancanza con l’occhio del geek, ma non lo è affatto nel quotidiano, perché aggiunge poco o niente e le funzionalità di peek e pop con lo schermo piccolo sarebbero ancora meno utili. Ci sono invece le Live Photos, anche queste nella mia personale lista delle funzioni non essenziali.

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Il Touch ID è quello di prima generazione, quindi è semplicemente molto veloce e preciso invece di assurdamente incredibile come il sensore 2.0 dei 6s. Anche qui, insomma, una perdita marginale. Una caratteristica che possiamo certamente considerare anacronistica, almeno nei numeri, è la fotocamera frontale da 1,2MP. Poi, però, ti fai un paio di selfie e ti accorgi che funziona molto meglio di quelle da 5/8MP degli smartphone Android in fascia media. Ormai lo sappiamo tutti che la risoluzione è l’ultimo degli aspetti rilevanti per l’ottenimento di una buona foto, ma va detto che 1,2MP sembrano davvero pochi. Tuttavia nell’opera di riciclo dei componenti Apple non aveva molta scelta, perché questa era la fotocamera frontale del 6, mentre nel 6s si è passati direttamente a 5MP. Per la fotocamera principale, invece, si è deciso di puntare al top ed è stata inserita quella degli ultimi iPhone 6s. La resa è davvero ottima anche nel punta e scatta e i video sono eccellenti, con risoluzione fino a 4K, slow motion ed una stabilizzazione digitale che, lo sanno bene tutti i possessori di iPhone 6s, funziona ottimamente.

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Un’altra limitazione che si potrebbe vedere sulla carta è quella della batteria: solo 1624mAh. Tuttavia è poco più piccola di quella del 6s (1715mAh) e la durata è superiore. Grazie a componenti meno esosi di energia, tra cui proprio lo schermo, l’iPhone SE ci porta a sera con uso molto intenso ed almeno un 25/30% di carica residua. La durata con uso moderato è più o meno pari al 6s, che da più parti è considerato il miglior iPhone di sempre. In effetti siamo ben lontani dal giorno stiracchiato che si portava a casa con iPhone 5s, per cui il SoC Apple A9 deve essere effettivamente più parco di consumi e ci sono anche 64mAh in più di capacità che male non fanno. In queste ore ho sentito qualcuno lamentarsi per le prestazioni del Bluetooth dell’iPhone SE, che riporterebbe un audio disturbato, ma io lo sto usando con cuffie senza fili da ieri e non ho mai riscontrato neanche un tentennamento. Se il vostro esemplare dovesse avere un difetto del genere verificate eventuali aggiornamenti software e nel caso persistesse contattate l’assistenza Apple. Veloci e performanti anche Wi-Fi (ac dual band), LTE e GPS. Ottima la ricezione, la qualità del microfono e decisamente migliorato l’audio dello speaker integrato. È molto più potente di quello dell’iPhone 5s e si avvicina moltissimo a quello del 6s Plus: incredibile per le sue dimensioni.

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Conclusione

Questo iPhone SE sembra proporci un salto nel passato e non stento a credere che possa sembrare anacronistico. Io stesso ho un po’ sorriso quando l’ho acceso per la prima volta, mi faceva quasi tenerezza. Tuttavia è un vero fulmine in tutte le operazioni e, anche se ricorda molto l’iPhone 5s, ha le sue belle migliorie all’interno. Diciamo che potrebbe essere visto come un iPhone 5ss, nome orribile per suggerire un ulteriore perfezionamento hardware del medesimo modello. Tuttavia è stato saggio abbandonare quella numerazione, perché avrebbe sottolineato il sostanziale riciclo e l’avrebbe fatto apparire già vecchio. Non lo dico in senso dispregiativo, sia chiaro, ancora oggi c’è chi preferisce questo design rispetto i successivi, ma chissà che non sarebbe stato più appetibile con un hardware leggermente inferiore – magari quello del 6 –ed un design rinnovato. È solo una possibilità buttata lì, non dico che sarebbe stato meglio, dopotutto questa scelta ha il vantaggio di consegnarci un device che ha una vita potenzialmente molto più lunga. L’iPhone SE è uno smartphone run-and-gun, uno di quelli che tiri fuori dal taschino, dove neanche lo avverti, e che usi di corsa mentre fai mille altre cose, perché si maneggia con disinvoltura, con ottima presa e con una mano sola. Ad oggi non ha quasi nessun rivale, perché sono rimasti davvero in pochi a realizzare smartphone di qualità sotto i 4,5“ e nessuno ha tali potenzialità. È destinato ad una nicchia ormai, ma forse non così piccola come si possa immaginare, e lo vedo indicato anche come prodotto aziendale se non è richiesto l’uso di app troppo complesse. Come per l’iPhone 5c, molta della sua fortuna dipenderà della proposte degli operatori telefonici. Nutro infatti qualche dubbio sul prezzo di acquisto di 509€, che non è alto per un prodotto Apple, ma se ci uniamo anche il ripescaggio del design e lo schermo può sembrare elevato. Specie se vogliamo più di 16GB, visto che il salto a 64GB ci porta a 609€. Tuttavia sono sempre 280€ in meno del 6s con stessa memoria e specifiche quasi identiche, per cui la differenza non è certo trascurabile. Io non lo comprerei mai, devo ammetterlo, perché trovo comodissimi i 4,7” del 6 e non tornerei mai ai 4″, però ha tutto un potenziale mercato di interesse, qui e in Oriente, dove potrebbe portare a casa dei numeri piuttosto rilevanti. Il giudizio generale sul prodotto è buono, ma dal canto mio non lo consiglierei mai. Trovo che sia molto più godibile e ragionevole un iPhone 6 usato rispetto ad un SE nuovo, ma questa è solo la mia verità.

PRO
 Prestazioni ottime dell’A9 (nettamente superiore all’A7 del 5s)
 Dimensioni compatte ed estrema comodità di uso ad una mano
 Ottima fotocamera principale
 Retina Flash per i selfie
 Messa a fuoco rapida e precisa
 Video 4K di elevata nitidezza
Ottima stabilizzazione video digitale (disponibile in misura inferiore anche nel 4K)
AF continuo nei filmati estremamente reattivo e preciso
Moviola fino a 120fps a 1080p
Fluidità perfetta nel multitasking, migliorata con i 2GB di RAM
Wi-Fi 802.11ac Dual Band + Bluetooth 4.2 LE
 Ottimo audio dall’altoparlante integrato
 Durata della batteria molto buona

CONTRO
 Il display da 640 x 1136 pixel risente alla prova del tempo
 Fotocamera frontale da 1,2MP (ma è come quella del 6)
 Mancano 3D Touch e Taptic Engine

DA CONSIDERARE
 Prezzo interessante per l’hardware, ma difficile da digerire in relazione allo schermo
 Rispetto al 6s da 4,7″ offre poca praticità in più ma molta meno godibilità

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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