I gruppi di conversazione e condivisione sono forse tra le parti più storiche di internet. Partendo dai newsgroup per arrivare alle funzionalità di WhatsApp e Slack, lo scopo finale è rimasto il medesimo: permettere agli utenti, con accesso pubblico o su invito, di discutere liberamente su vari argomenti. Poteva rimanere indietro Google? L’azienda di Mountain View ha tentato più volte di trovare il suo spazio social, su larga scala con Wave prima e con Google+ poi, in piccolo con Hangouts senza riscontrare molto successo. Google+, per il momento ancora in vita, ha però contribuito allo sviluppo di altre aree più riuscite, come Google Foto. Ora potrebbero essere le community a conoscere una sorta di nuovo inizio, grazie alla nuova app Spaces.
Il funzionamento di base è piuttosto semplice: si crea un nuovo spazio di discussione, stabilendo l’argomento, e si invitano i propri contatti (tramite messaggio istantaneo, email e/o social network) a parteciparvi. Dove la proposta di Big G si differenzia rispetto ad altre è nella condivisione, poiché Google Spaces è fatta in modo da non dover uscire dall’applicazione per cercare contenuti. Di suo integra infatti Ricerca, Chrome, YouTube e Foto, più che sufficienti per molti casi. Una volta trovato il contenuto da condividere, basterà premere il pulsante a forma di aeroplanino di carta (che, come il logo stesso di Google Spaces, sembra quasi un omaggio a Sparrow nonostante non vi sia alcuna attinenza di genere). L’app organizzerà automaticamente quanto condiviso in singole conversazioni separate, così da mantenere ordinato il gruppo.
Spaces è già in fase di rilascio su Android, iOS e via web. Ulteriori approfondimenti verranno effettuati tra qualche giorno alla conferenza I/O 2016. Metterà un freno a Slack, quella che potrebbe essere la sua principale rivale? Ne dubito, almeno nella forma iniziale: il prodotto Google si rivolge più a un’utenza consumer e spinge molto sulla presenza di contenuti visivi invece che sulle conversazioni testuali, ambito in cui Slack appare ancora in vantaggio. Detto questo, occorrerà qualche tempo per trarre pareri più definitivi, chiarendoci se il colosso guidato da Sundar Pichai avrà finalmente trovato la quadratura del cerchio in ambito social o si rivelerà l’ennesimo tentativo infruttuoso, una possibilità di cui anche in Microsoft ne sanno qualcosa.