Il futuro di Intel nel settore mobile vedrà meno processori e più moduli di connettività

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Che Intel non fosse proprio in acque tranquille lo si era già capito alcuni giorni fa, con l’annuncio di una corposa ristrutturazione proprio nella divisione che era sino ad alcuni anni fa il fiore all’occhiello dell’azienda di Santa Clara, quella dei microprocessori. Il declino delle vendite dei PC, unitamente alla forza ormai dominante delle architetture ARM su dispositivi mobili, hanno reso la situazione non più sostenibile. È nei dettagli successivi, però, che appare l’entità di quella definibile come una vera e propria ritirata.

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Come riportato da PC World, il colosso non proseguirà nei preparativi per le prossime generazioni di System-on-Chip Atom, denominate “Sofia” e “Braxton”. La prima viene peraltro cessata in una fase molto vicina al debutto commerciale, prevista proprio in questo periodo. Anche parte delle linee già esistenti, in primis la serie Atom x5, saranno dismesse. Le risorse allocate per questi progetti saranno reinvestite in altre aree, permettendo almeno di non vanificare tutti gli sforzi.

L’impatto di queste decisioni è piuttosto evidente. La gamma Atom, nelle sue forme più recenti, era pensata per l’uso in smartphone e tablet, scontrandosi in modo diretto con ARM nel tentativo di frenarne la continua ascesa. Nonostante il supporto software sia dal mondo Android sia da quello Windows, queste soluzioni di Intel hanno riscontrato favore abbastanza limitato tra i produttori: lato smartphone un esempio di qualche mese fa è l’Asus Zenfone 2 da noi recensito, mentre su tablet è noto l’uso nel Surface 3 (non Pro) di Microsoft, curiosamente il primo in cui a Redmond avevano deciso di non utilizzare più SoC nVidia Tegra basati su ARM. Anche Xiaomi si era affidata di recente agli Atom per il Mi Pad 2 con Windows 10. Appare dunque uno scenario di una sostanziale concessione del mercato mobile alla rivale inglese e alle sue licenziatarie. L’unica eccezione sarà rappresentata da tablet di fascia alta e ibridi 2-in-1, dove la spinta tecnico/commerciale sui Core M risulterà ancor maggiore di quella odierna.

Gli OEM che contavano sugli Atom difficilmente potranno trovare soluzioni alternative al ritorno in casa ARM. Microsoft potrebbe essere la più colpita, dato che contava su Intel per il futuro Surface Phone, creando un ambiente Continuum “agli steroidi” che prevedeva la trasformazione dello smartphone in un vero PC grazie al supporto per le app tradizionali. Non tutto è perduto, dato che l’obiettivo potrebbe essere raggiunto tramite un software di desktop remoto integrato come nel caso dell’Elite x3 di HP, ma rimarrebbe comunque una modalità lontana per prestazioni rispetto a una nativa. Le sfortune di una possono tuttavia essere le fortune di un’altra. Intel vuole riutilizzare le risorse precedentemente destinate agli Atom per rafforzare la sua presenza nell’ambito wireless, producendo modem all’ultimo grido per quel che concerne le tecnologie di rete, con una forte attenzione al 5G. Parole che di certo suoneranno gradite ad Apple, che intende proprio con l’iPhone 7 passare a Intel per la fornitura di moduli LTE. Un nuovo fruttuoso spazio di collaborazione potrebbe dunque aprirsi tra le due società, dopo quello già ben riuscito per i Mac e che resiste nonostante le periodiche voci di un’adozione dei SoC Ax anche sui computer di Cupertino.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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