Il Touch ID cambia comportamento sui nostri iPhone e iPad

Tra le novità che Apple ha introdotto negli iPhone nel corso del tempo, una delle mie preferite è il Touch ID. Potrei tranquillamente vivere senza il 3D Touch o il flash LED dual-tone, ma non toglietemi il mio Touch ID. Il fatto che l’idea funzioni è chiaramente dimostrata dalla diffusione dei sistemi di autenticazione biometrica negli smartphone, che ora si trovano praticamente dovunque, anche nelle fasce di mercato più economiche se si guarda all’offerta proveniente dalla Cina.

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Certo all’inizio era piuttosto limitato, perché Apple doveva rodarlo per bene prima di aprire le API agli sviluppatori, ma oggi è facilmente integrabile in tutte le app e molte lo hanno già fatto. La sua funziona principe, però, rimane quella dello sblocco del dispositivo. Quella, cioè, che ci consente di avere un codice di blocco anche piuttosto complesso senza doverlo digitare tutte le volte. Fanno eccezione alcuni casi particolari, in cui iOS richiede necessariamente il codice e non gli è sufficiente la nostra impronta. Avrete sicuramente notato che ciò accade dopo un riavvio, ma succede anche a seguito di 5 tentativi di riconoscimento del dito non riusciti, trascorse 48h dall’ultima attivazione o in caso si richieda un blocco del dispositivo tramite Find My Phone.

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Negli ultimi giorni qualcuno potrebbe aver notato che iPhone e iPad richiedono più spesso il codice. In particolare con l’ultimo dei due, che si attiva mediamente con meno frequenza. Ciò dipende da una modifica delle regole succitate e descritta in un articolo di MacWorld. Apple ha infatti deciso di aggiungere ulteriori misure cautelative, per cui i dispositivi richiedono la password di sblocco anche se non si è usata l’impronta digitale per 8h consecutive o non si è inserito il codice da 6 giorni. Non è chiara la motivazione dietro la decisione di stringere un po’ la cinghia della sicurezza, ma il risultato è che ci capiterà quasi sempre di dover mettere il codice di sblocco al mattino, sempre se siamo tra i fortunati che riescono a dormire almeno 8h.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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