Recensione: Castamatic 2.0, il client podcast per iOS con i migliori effetti audio

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Per quanto nel nostro ambiente si diano quasi per scontati, esiste una grandissima fetta di popolazione che non ha neanche idea di cosa siano i podcast. In Italia è probabilmente la maggioranza. Io ne seguo diversi perché li reputo un’ottima forma di intrattenimento, più diretta e mirata della radio. Inoltre ne apprezzo molto la struttura discorsiva, che sembra poco professionale ad alcuni, ma è il vero valore aggiunto di un podcast. Le voci non sono impostate e forzatamente altisonanti, non c’è la necessità di esaurire una riflessione tra uno stacchetto pubblicitario e l’altro e si può discutere in modo più rilassato e produttivo. Dal momento che cambio molto frequentemente smartphone e ne uso anche quattro contemporaneamente (come in questi giorni), ho trovato la pace con l’app Pocket Casts, di cui ho parlato nel mio articolo vivere cross-platform. Questo client per podcast esiste sia per iOS che per Android (ma anche su web) e consente di sincronizzare le sottoscrizioni ed il punto di ascolto. Personalmente non ne potrei più fare a meno, ma questa situazione di stabilità mi ha precluso la possibilità di provare a dovere la promettente Castamatic di Franco Solerio. Per questo motivo non ne ho pubblicato una recensione prima, ma ne approfitto per farlo oggi, a pochi giorni dal rilascio della release 2.0.

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Dopotutto sono in pochi quelli che si ritrovano nella mia situazione e, per la maggior parte delle persone con un iPhone, un client per iOS è più che sufficiente. Inoltre Castamatic non è un client qualunque, perché possiede tantissime funzionalità davvero utili. Inizio col dire, visto che ho anticipato l’argomento poco sopra, che anche lui offre la possibilità di sincronizzazione, anche se in questo caso è legata direttamente con il nostro account iCloud. Nelle impostazioni troviamo la possibilità di decidere se abilitare download e streaming sotto rete cellulare, la personalizzazione delle notifiche, l’apertura dei link internamente o su Safari, lo schermo attivo a corrente o a batteria, la pulizia dello storage locale (molto utile) e le funzioni di importazione ed esportazione delle sottoscrizioni. Castamatic rileva eventuali app compatibili installate e spiega come completare la procedura, che richiede un processo manuale ma non troppo macchinoso.

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Vediamo ora la maschera principale dell’app, che si presenta come un semplice elenco diviso in due sezioni orizzontali. In cima ci sono le playlist (quelle di default sono: All Episodes e Unlistened Episodes), mentre sotto si trovano le sottoscrizioni con le icone dei podcast. L’idea della lista la trovo gradevole, mi ricorda i tempi in cui usavo Instacast, ma ci sono almeno due cose che non mi piacciono. La prima è che l’area delle playlist appare sgraziata per via di una dimensione eccessiva delle righe, che hanno la stessa altezza di quelle dei podcast pur non contenendo immagine. La seconda è che sia sui podcast che sulle playlist non vi sono segnali che evidenziano la presenza di nuove puntate, ovvero il classico badge.

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Andando a premere sul tasto + in alto a destra, troviamo la possibilità di aggiungere un podcast o una playlist. Qui funziona tutto a dovere, anche se mancano delle classifiche o altri strumenti che ci consentano di scoprire nuovi podcast, magari sulla base delle nostre precedenti sottoscrizioni. L’interfaccia funziona, anche se si ha l’impressione di dover tappare troppe volte. Entrati in aggiunta dobbiamo cliccare noi sul campo di ricerca, anche se è l’unica cosa che si può fare, e, dopo aver selezionato un podcast e cliccato su “Subscribe”, per uscire dobbiamo prima tornare alla ricerca e poi cliccare su “Done”. Avrei previsto una chiusura automatica, la presenza del pulsante di chiusura nella pagina del podcast, oppure ancora la possibilità di sottoscrivere direttamente dalla lista, magari con il 3D Touch o con uno swipe.

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Nella lista di puntate di ogni podcast, invece, sono supportati peek e pop per andare a leggere le note ed accedere ad alcuni comandi, come quello molto utile per scaricare o cancellare il file della puntata dall’archivio locale. Castamatic rende sempre molto chiaro questo aspetto, con apposite icone nella lista (dove la nuvola suggerisce che il file è online) o con la dicitura “streaming” in riproduzione. Facendo uno swipe a destra sulle puntate possiamo aggiungerle ad una playlist speciale on-the-go, caratteristica molto utile e che mi sembra in tutto e per tutto equivalente ad Up Next di Pocket Casts. Su ogni podcast abbiamo delle impostazioni ad hoc, che però sono limitate per lo più all’ordinamento. Sarebbe interessante poter memorizzare invece le elaborazioni audio, visto che ve ne sono molte a disposizione ed ha senso regolarle diversamente in base alla qualità di registrazione ed al modo di parlare di ogni podcaster.

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Mandando in play un episodio, possiamo tappare sul pulsante in basso a destra per aprire una bella schermata di equalizzazione. Qui abbiamo alcuni effetti ormai tipici dei client per podcast, anche se risultano davvero molto efficaci nella loro implementazione. Leveler agisce un po’ come un compressore, andando a livellare i volumi in modo da rendere più piacevole l’ascolto. Ovviamente questo è tanto più importante quanto la qualità di produzione del podcast è scadente, tuttavia migliora anche quelli ben fatti. Gap Zapper, invece, salta i momenti di silenzio, che possono essere anche piuttosto numerosi in un podcast. Si può impostare su tre diverse modalità (classic, hard, extreme) mentre sono 4 le velocità di ascolto possibili (1x, 1,25x, 1,5x, 2x). Gli effetti audio si possono applicare anche sulle tracce in streaming (cosa che non mi fa fare Pocket Casts) e si possono provare per 20 minuti. Se li si trova utili, e vi garantisco che lo sono, si sbloccano con un acquisto in-app da 3,99€. Questo è in sostanza il costo dell’app, perché il download iniziale è gratuito. Una cosa che mi ha davvero stupito e l’efficacia e la velocità di elaborazione: anche andando avanti e indietro nella traccia in streaming la ripresa è rapidissima.

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Nella parte bassa della schermata di riproduzione possiamo impostare un timer di spegnimento, usare AirPlay (non Chromecast), verificare la velocità di riproduzione e attivare/disattivare il pannello di effetti già citato. Quest’ultimo ha il difetto di rimanere attivo anche passando da un podcast all’altro, cosa che onestamente non mi fa impazzire, anche perché copre metà locandina. Inoltre non vi è alcun suggerimento visivo per capire dove siano le note dell’episodio. Premendo un po’ a caso e facendo un doppio tap sulla locandina, ne vediamo apparire una piccola parte dal basso, suggerendoci di effettuare uno swipe per completare l’operazione. Ci deve essere anche un qualche bug, perché dopo un po’ che si gioca avanti e indietro con lo swipe, improvvisamente si possono raggiungere le note con un singolo tap (che sarebbe la cosa più comoda probabilmente).

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Ritornando alla schermata principale e provando ad aggiungere una playlist, scoviamo un altro punto di forza di Castamatic. Qui possiamo creare delle liste “smart” (ovvero che si aggiornano da sole) in base ad alcuni criteri, come la posizione del file e lo stato di ascolto, andando anche a scegliere se interessare tutti i podcast o solo alcuni, indicando perfino un ordine di priorità. Si riescono a creare facilmente delle playlist adatte ad ogni scopo, per cui la lista dei podcast si andrà ad usare sempre meno. Io ne ho una per quelli importanti, che voglio ascoltare appena disponibili, ed una per quelli che uso come “tappa buchi” nelle frazioni di tempo libero tra un’attività e l’altra. Il funzionamento è buono, ma devo sottolineare i punti deboli dell’interfaccia evidenziati precedentemente. Già con 3/4 playlist si copre quasi l’intero schermo di un iPhone 6s, relegando gli unici elementi esteticamente gradevoli (ovvero le locandine dei podcast) nel second scroll. Non è molto gradevole la schermata di avvio che ne consegue, con un banale elenco testuale statico e la necessità di entrare nelle playlist per “scoprire” se vi sia qualcosa di nuovo da ascoltare.

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Conclusione

Castamatic è un player che punta al sodo e lo fa bene. Offre un’ottima efficienza nella riproduzione ed una delle migliori qualità d’ascolto provate, grazie agli ottimi effetti audio disponibili. Garantisce un perfetto livello di personalizzazione dell’esperienza d’uso con playlist flessibili – che ognuno di noi potrà creare in base alle preferenze ed alle abitudini di ascolto – e si sincronizza con iCloud per non perdere mai le sottoscrizioni. I lati negativi, secondo me, sono tutti nell’interfaccia. Non tanto per la sua semplicità, che può essere vista come un punto di forza, quanto per un’ergonomia che risulta imperfetta in diverse occasioni. Oltre a piccoli affinamenti qua e là, alcuni citati in questa recensione, credo che si potrebbe fare un enorme salto di qualità aggiungendo una grafica a sinistra delle playlist. Non solo per riempire e dare un senso a tutto quello spazio bianco, ma soprattutto per far capire cosa contengono. Ad esempio si potrebbe avere una sorta di immagine che ricorda quella di una cartella, con gli artwork in miniatura relativi ai podcast con le puntate da ascoltare. Se questo non fosse possibile, sarebbe almeno il caso di rendere le playlist più sottili o l’intero blocco collassabile, mentre una cosa che non può certamente mancare è un contatore con gli episodi nuovi e da ascoltare. Castamtic ha già delle solide basi tecniche, con qualche perfezionamento ed una maggiore cura per l’ergonomia ed il design, potrebbe facilmente diventare l’app di riferimento in questo settore.

PRO
+ Molto efficiente nella gestione dello spazio locale
+ Rapida e precisa nella ricerca sulla timeline
+ Ottimi effetti audio (che funzionano anche sulle tracce in streaming)
+ Possibilità di sincronizzazione semplice con iCloud
+ Comode playlist “smart” personalizzabili

CONTRO
- Interfaccia scarna e con qualche macchinosità di troppo
- Impossibilità di visualizzare dall’elenco la presenza di nuovi episodi
- Le playlist occupano troppo spazio con testo statico e aree vuote

DA CONSIDERARE
| Nelle impostazioni dei podcast sarebbe utile memorizzare le impostazioni degli effetti
| Non localizzata in italiano (ma è chiarissima anche così)
| Mancano suggerimenti per la scoperta di nuovi podcast

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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