Colpo di scena nell'eterna battaglia giudiziaria fra Apple e Samsung: sebbene il giudizio penda attualmente innanzi alla Corte Suprema degli Stati Uniti d'America, il Dipartimento di Giustizia ha rilevato che il risarcimento danni stabilito dalle due Corti di primo e secondo grado dovrebbe essere ricalcolato, visto che l'attuale formulazione potrebbe incoraggiare i patent troll ad avviare giudizi al mero scopo di ottenere profitto.
Ricapitolando, la vicenda giudiziaria riguarda la violazione da parte di Samsung di alcuni brevetti di Apple relativi al design di iPhone, delle app e del launcher. Il primo grado di giudizio si risolse con la condanna della società coreana al pagamento di più di un miliardo di dollari in favore di Cupertino a titolo di risarcimento danni. Alla conclusione del giudizio di appello, Samsung accettò di pagare ad Apple l'importo di 548 milioni di dollari, pur ricorrendo alla Suprema Corte per chiedere la revisione della sentenza.
Oggi, invece, il Dipartimento di Giustizia ha ritenuto di dover intervenire nella controversia, sostenendo che l'importo del risarcimento va totalmente ricalcolato, poiché il Patent Act del 1952 tutela i diritti di privativa relativi non al prodotto finito così come commercializzato, ma per ogni componente dello stesso. Nel 2012 era stato erroneamente richiesto alla giuria di determinare il risarcimento relativamente all'iPhone in quanto tale e non per tutte le parti elettroniche e software che lo compongono. Quindi, il Dipartimento, nel parere pubblicato oggi, ha chiesto alla Corte Suprema di rinviare la causa alle Corti inferiori, affinché queste possano rideterminare il risarcimento in base al dato normativo. Infatti, secondo l'ente amministrativo, l'attuale determinazione potrebbe non essere da deterrente né per i patent troll né per chi, d'uso e costume, copia i prodotti della concorrenza per trarne profitto. La vicenda potrebbe durare ancora più di qualche anno, con buona pace per Samsung che potrebbe veder aumentare vertiginosamente il risarcimento da versare ad Apple.