aesNel mercato dei pagamenti di nuova generazione, ovvero con abbinamento delle carte di credito allo smartphone, si iniziano ad intravedere quali sono i principali competitor che, nei mesi a venire, si daranno battaglia per convincere gli utenti a concludere le transazioni attraverso il proprio servizio. Parliamo dei tre colossi Apple, Google e Samsung. Proprio quest’ultima, come segnalato da TechCrunch, ha appena fatto il suo debutto in Spagna con Samsung Pay. La notizia è rilevante, in quanto si tratta del primo paese europeo in cui viene abilitato il servizio. Tuttavia gli utenti spagnoli potranno effettuare pagamenti solo attraverso terminali POS compatibili con lo standard NFC, a differenza degli altri paesi in cui Samsung Pay è già attivo, che godono anche della possibilità di utilizzare la tecnologia Magnetic Secure Transmission (MST). Attraverso quest’ultima è possibile simulare la strisciata della carta per mezzo di onde elettromagnetiche e quindi abilitare i pagamenti contactless anche sui POS di vecchia generazione. Una necessità sicuramente più sentita negli Stati Uniti e in altre parti del globo, dato che in Europa la tecnologia NFC abbinata ai POS ha preso piede già da diversi anni ed è ormai piuttosto raro trovare esercizi commerciali che non permettano pagamenti contactless. Samsung Pay attualmente è disponibile in USA, Cina, Sud Corea e, dal 2 giugno, in Spagna. Nel frattempo è già stato annunciato l'arrivo entro l’anno in Brasile, Regno Unito, Australia, Canada e Singapore.
Che dire dei diretti concorrenti Apple Pay e Android Pay? La casa di Cupertino è stata la prima a presentare questa tipologia di servizio, nel 2014. Attualmente risulta disponibile in USA, Regno Unito, Canada, Australia, Cina e Singapore; un’espansione piuttosto lenta che vede tutta l’eurozona ancora orfana delle attenzioni di Apple. Ovviamente a Cupertino non si sono scordati di noi, è nel loro pieno interesse generare il più alto numero di transazioni possibile, considerato che per ognuna di esse viene trattenuto nelle casse di Apple lo 0,15% del valore movimentato. Tuttavia parliamo di cifre ancora troppo basse per generare un reale guadagno. Un report firmato da Timetric e riportato da Reuters, stima in $10,9 miliardi le transazioni avvenute in tutto il 2015, negli Stati Uniti, attraverso il sistema di pagamento made in Apple; facendo un veloce conto i guadagni per l’azienda guidata da Tim Cook sarebbero stati pari a $1,6 milioni, probabilmente meno dei soli investimenti in pubblicità relativa al servizio. Le possibilità di guadagno in un mercato del genere, considerando le cifre in gioco, sono immense, ma a Cupertino non devono prendersela troppo comoda nell’aggredire quanti più mercati possibili e quello europeo conta un bacino di 740 milioni potenziali clienti.
Per i lettori più smaliziati, interessati a provare Apple Pay anche qui in Italia, esiste un metodo non ufficiale che vi abbiamo descritto in questo articolo. Infine ricordiamo anche la disponibilità di Android Pay, che si riduce ai soli Stati Uniti e UK, con espansioni previste nel corso dell’anno in Australia e Singapore.