Prosegue la lenta agonia di Flash. Ormai il popolare player multimediale è in fase di abbandono quasi ovunque, inclusa la stessa Adobe, che ha preso atto del cambiamento dei tempi puntando tutto su HTML5. Lato browser, non si è assistito a un coordinamento tra i vari sviluppatori, che sarebbe stato preferibile nella transizione tra le due tecnologie. Microsoft ha optato per rinunciare del tutto ai plug-in come Flash nel suo (ancora relativamente) nuovo Edge; Apple ne permette l’esecuzione in Safari, ma non di default e per continuare ad utilizzarli senza finestre di richiesta occorre passare dalle impostazione. Mozilla ha scelto di intraprendere un percorso graduale di disattivazione predefinita, iniziando con alcuni contenuti per estendere il blocco a tutti quelli con Flash Player nel 2017. In casa Google, i preparativi fervono già dal 2015, effettuando prima l’inibizione agli elementi Flash che causavano aggravi su risorse hardware e batteria e poi impedendo la riproduzione automatica dei banner. Oggi l’azienda di Mountain View ha comunicato l’avvio della fase più cruciale, con tempi e modalità ben definite.
Per molti versi, ricalca le già citate scelte effettuate da Mozilla. Il prossimo passo avverrà a settembre, quando verrà rilasciata la versione 53 di Chrome. Da lì, il blocco degli elementi non necessari sarà molto più aggressivo, includendovi le parti dedicate al rilevamento statistico delle visite. Anche in tale ambito sono disponibili soluzioni HTML5 più leggere ed efficienti. A detta di Google, gli utenti assisteranno a caricamenti più rapidi nonché un minore impatto energetico. Tre mesi dopo, a dicembre, Chrome 55 effettuerà lo step successivo: i contenuti HTML5 saranno caricati di predefinito su tutti i siti. Solo se non ve ne sono proprio il browser procederà al caricamento dei contenuti Flash, e in ogni caso solo dietro consenso esplicito dell’utente, con un impostazione che dovrà essere ripetuta per ogni sito in cui tale situazione si propone. Sicurezza e controllo manuale sono i punti chiave di questa seconda e decisiva parte del percorso di obsolescenza per il vecchio plug-in.
In quanto descritto, manca ancora il passo finale: la disattivazione definitiva del Flash Player con cessazione del supporto. Per quella occorrerà ancora tempo, non tutte le realtà online possono rinunciarvi seduta stante, e in questo caso per Google entrano in gioco anche le ragioni commerciali. Come primo browser web al mondo per diffusione, Chrome deve mediare tra tutte le tipologie di utente, cercando un compromesso che non scontenti né chi volge lo sguardo alle novità né chi necessita di quelle classiche o addirittura le preferisce. Questa mediazione, comunque, è destinata a non durare troppo a lungo: la prima bozza delle mosse sopra descritte, pubblicata a maggio da VentureBeat, prevedeva delle eccezioni per alcuni siti (YouTube incluso) con durata massima di un anno. L’appuntamento per il fatidico messaggio “Flash Player non è più supportato” potrebbe quindi essere rinviato al massimo al 2018.