Recensione: VR SKY CX–V3, visore per la realtà virtuale all-in-one a basso costo

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Il campo dei visori per la realtà virtuale sta conoscendo una forte espansione, grazie anche all’ingresso nel mercato di competitor come Sony che, ad ottobre di quest’anno, lancerà il PlayStation VR, risposta secca al Rift di Oculus, società che, invece, ha preferito dedicarsi agli utenti PC e Xbox One. Anche i produttori di smartphone hanno voluto dire la loro, iniziando a commercializzare alcuni visori compatibili con i propri telefoni: basti pensare al Samsung Gear VR, che richiede l’inserimento di un Galaxy S6 o S7 all’interno per funzionare (sfruttando, a dirla tutta, il principio alla base di Google Cardboard) o al LG VR che, invece, si collega al G5 tramite USB-C. Una soluzione molto comoda, se si considera che, spesso, i visori possono risultare fastidiosi per via del loro peso.

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Fra le due categorie si colloca il VR SKY CX-V3, un visore per la realtà virtuale all-in-one e basato su Android. Il dispositivo, infatti, non necessita di alcun apparecchio esterno per funzionare, ma può eseguire app e giochi in completa autonomia. Oltre allo store dedicato è presente anche il Play Store di Google, che permette di scegliere fra le tante app e giochi compatibili con la tecnologia VR. Il VR SKY CX-V3 si presenta all’interno di una scatola nera abbastanza anonima che, tuttavia, lascia intendere il contenuto. All’interno, oltre al visore, sono presenti un caricabatterie, un cavo microUSB, un paio di auricolari (di dubbia qualità e fattura) e le cinghie regolabili che servono a tenere ben saldo il visore sulla testa.

Design e caratteristiche hardware

Nonostante le generose dimensioni (18.00 x 13.00 x 10.30 cm), il VR SKY CX-V3 è molto leggero e, devo essere sincero, non mi aspettavo di trovarlo così comodo, complice anche la morbida schiuma utilizzata per creare l’imbottitura della parte che si appoggia sul volto. Il visore è stato costruito in plastica leggera, ma purtroppo poco resistente: afferrandolo con un poco di forza si sentono degli antipatici scricchiolii e, per di più, il coperchio frontale tende a sollevarsi leggermente da solo. La colorazione panna / nero è apprezzabile, anche se troppo simile a quella di tutta la concorrenza. Le cinghie (anch’esse nere) sono molto resistenti, ma dopo un utilizzo prolungato tendono a dare un po’ di fastidio per il contatto della pelle coi loro bordi. La batteria è da 4.000 mAh, il che giustifica l’autonomia del visore pari circa 3 ore.

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Il processore è un misconosciuto Allwinner H8, mentre la GPU è una PowerVR SGX 544. Buona la dotazione di memoria RAM, pari a 2 GB, mentre la memoria fisica è pari a 16 GB, espandibili tramite microSD. Completano la dotazione hardware il supporto alle tecnologie Bluetooth 4.0 e Wi-Fi b/g/n, oltre ad uno schermo Full HD da 5.5”. Il sistema operativo è Nibiru, una variante di Android personalizzata dal produttore. Le ottiche sono asferiche, con un FOV Range (campo di visuale) compreso fra i 90° e i 110° e una distanza fra le pupille degli occhi (in gergo tecnico, IPD Distance) pari a 64 mm, ad ogni modo regolabile via software. Sono presenti, infine, un connettore audio jack da 3,5 e una porta microUSB che serve principalmente per la ricarica del visore, visto che le periferiche esterne (come, ad esempio, un joypad) possono essere collegate tramite la porta USB OTG standard.

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Software e funzionalità

Il brutto di questa recensione è il non potervi mostrare ciò che effettivamente si percepisce una volta indossato il visore, vista l’impossibilità di scattare screenshot e di restituire la tridimensionalità della scena. Dopo una leggera sensazione di disorientamento iniziale, si fa presto ad abituarsi alla strana – ma funzionale – UI del VR SKY CX-V3. Immaginate di essere all’interno di una vera e propria stanza circolare, con tanto di pavimento, soffitto e pareti: davanti a voi si stagliano le cinque icone del menu: Video, Foto, Store, Impostazioni, Audio. girando la testa verso sinistra, invece, troverete uno schermo nero appeso alla parete, sul quale potrete lasciare in pausa i video che state visualizzando, come, ad esempio, un film o una puntata di una serie TV.

Il menu Impostazioni è ricco di funzionalità, a partire dall’aggiornamento di Nibiru tramite OTA o microSD, sino ad arrivare alla possibilità di utilizzare il “View Pointer”, ossia una sorta di puntare del mouse a forma di piccolo cerchio che può essere spostato muovendo la testa. Questo permette di evitare di ricorrere ai pulsanti a sfioramento posti sul lato destro del visore che, spesso, sono poco precisi. Inoltre, se l’azienda avesse dato maggior spessore ai bordi separatori della croce direzionale e del pulsante centrale (che, ovviamente, serve per cliccare), forse l’usabilità non sarebbe stata così penalizzata. Comunque, con un po’ di allenamento, ci si abitua alla cosa, acquisendo manualità e limitando gli errori.

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Un altro aspetto quasi negativo è l’inserimento di username, password o di chiavi di accesso alle reti Wi-Fi: infatti, i caratteri andranno selezionati con la croce direzionale o con lo sguardo, rendendo la procedura lunga e difficoltosa, mentre spesso si può incappare in errori non voluti. Il consiglio, quindi, è quello di dotarsi di un joypad per essere più veloci in operazioni già di per loro noiose. Ad ogni modo, il VR SKY CX-V3 restituisce un’ottima qualità dell’immagine, assicurando una risoluzione sempre pari a 1080p. Questo significa che anche i film di miglior qualità verranno riprodotti senza intoppi ed a buona risoluzione.

Il browser integrato, purtroppo, è quello stock di Android (e no, non sto parlando di Chrome): le funzionalità sono pressoché ridotte all’osso, tanto che, per farvi un esempio, è impossibile mettere un video a tutto schermo. Questo comporta l’impossibilità di guardare contenuti VR o a 360 gradi, visto che è necessario riprodurli al di fuori delle pagine in cui sono inseriti per poterne fruirne. Per questo, vi consiglio prima di scaricarli dal computer, trasferirli su una microSD e riprodurli da lì, avendo cura di aver azionato la modalità VR dal tasto Nibiru posto sul lato sinistro del visore che, inoltre, consente anche di disabilitare il puntamento del cursore con la testa o di accedere velocemente alle impostazioni.

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Conclusione

Il VR SKY CX–V3 è un visore sufficiente, ma, purtroppo, bisogna fare i conti con il pessimo software a corredo. Come ho avuto modo di dire nelle righe precedenti, le limitazioni sono sin troppe, tanto da rendere frustrante un’esperienza che, di per sé, dovrebbe essere semplice ed accattivante. Visto il costo più che contenuto e la possibilità di usarlo senza smartphone, ne consiglio l’acquisto a chi vuol provare per la prima volta l’esperienza della realtà virtuale o a chi si accontenta di caricare i contenuti sulla memoria esterna. Per tutti gli altri, è meglio investire i propri soldi su prodotti come Oculus Rift, Samsung Gear VR o LG 360 VR. È possibile acquistarlo da GearBest per soli 112€.

PRO
+ Prezzo contenuto
+ Buon display
+ Buone le funzioni basilari

CONTRO
- Il sistema operativo è sin troppo limitato e limitante

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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