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Fujifilm è uno dei più importanti marchi giapponesi del mondo fotografico. Ha cominciato la propria attività nel lontano 1934 ed è attualmente l’unica attiva nella produzione sia di fotocamere digitali che pellicole analogiche, nonché anche di macchine istantanee. Con la serie X è riuscita a guadagnarsi le simpatie di una buona fetta di mercato amatoriale e professionale, grazie a corpi ben studiati, aggiornamenti firmware sostanziosi, un’elevata qualità delle ottiche e, sopratutto, dei sensori X-Trans, che non usano il classico schema Bayer per la disposizione dei fotodiodi. La X-Pro2 è una fotocamera fortemente votata alla fotografia ed è per questo motivo che, prima di completare la recensione, ho deciso proprio di stampare alcune immagini, dal formato cartolina al poster. Credo sia il modo più corretto di valutare ciò che può offrire al possessore in termini qualitativi, e credetemi, le stampe sono davvero fantastiche.

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Caratteristiche principali

La X-Pro2 è l’erede diretta della 1 e la migliora in tutti i settori: sensore nuovo e più risoluto, processore d’immagine superiore, sistema AF più performante, doppio slot di memoria, mirino migliore, nuove possibilità video… insomma un upgrade a tutto tondo. Facendo un rapido esame delle specifiche tecniche, abbiamo un sensor X-Trans di 3ª generazione in formato APS-C da 24MP, AF da 273 punti (169 per rilevamento di fase), mirino ibrido Ottico/Oled da 2,36 milioni di punti, gamma ISO 200-12800 espandibile in basso a 100 ISO e in alto a 51200ISO, otturatore meccanico fino a 1/8000sec ed elettronico fino 1/32000 (usabili anche contemporaneamente), raffica da 3 oppure 8 fps, immagini in formato RAW o RAW compresso (lossless).

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Visto il grande cambiamento rispetto al vecchio modello del 2012, il confronto più sensato è probabilmente con la successiva X-T2, che eredita dalla X-Pro2 tutte le funzioni principali e la migliora con riprese 4K, display multi-articolato (ma dalla risoluzione inferiore), mirino elettronico più ampio e con refresh più rapido, sistema AF da 325 punti con maggiori funzionalità per quanto riguarda l’inseguimento.

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Corpo ed ergonomia

Parliamoci chiaro, è stata Fujifilm ha rilanciare lo stile vintage nelle fotocamere digitali e indossando questa X-Pro2 al collo si fa davvero un tuffo nel passato. Ci si sente invitati a mettere l’occhio nel mirino ottico per osservare il mondo da quella sua strana prospettiva, quasi in terza persona, da cui si riesce persino a scorgere parte dell’obiettivo (tranne con quelli pancake, suppongo). Prima di discutere del corpo macchina ho la necessità di fare una premessa importante: io ho delle mani molto grandi. Nemmeno con la 5D riesco a far stare comode tutte le dita sull’impugnatura, ho quindi deciso di far provare la fotocamera anche a mia moglie, scoprendo che si adatta molto meglio a lei che a me.

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La X-Pro2 si impugna bene. Nonostante la sporgenza frontale sia ridotta, l’ergonomia è ben studiata e ci si sente immediatamente a proprio agio. Il morbido rivestimento in gomma aiuta e anche la sagomatura posteriore è ben profilata per ospitare il pollice. Al tatto si avverte la solidità della costruzione e la struttura tramata del corpo dona una piacevole sensazione di sicurezza. Durante la prova non ho mai avuto l’impressione che potesse scivolare dalle mani, anche quando l’ho trasportata tenendola solo con il medio e il pollice. Le uniche pecche sono gli sportellini che coprono memorie e connessioni, i quali sembrano fragili e non in linea con la qualità generale, anche se rimangono ben ancorati una volta chiusi. Il bilanciamento è ottimo sopratutto con le ottiche corte, tipo il 14/2,8 e il 35/1,4, che consentono di tenere tenere la fotocamera con sole 3 dita senza avvertire fatica sul polso, complice un peso inferiore ai 500g. Il corpo macchina è in lega di magnesio ed è tropicalizzato, ma per ottenere la completa protezione da polvere e schizzi d’acqua bisogna abbinare una delle nuove ottiche con la sigla WR. La X-Pro 2 non dispone di molti accessori, infatti è possibile abbinarle solo un flash e qualche custodia protettiva, oltre a dei grip posteriori aggiuntivi di terze parti.

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La X-Pro2 non è una fotocamera piccola nel senso stretto del termine, ma è comunque più piccola di una comune reflex di pari qualità e questo è sicuramente un vantaggio per le lunghe sessioni di scatto, dove le dimensioni ed il peso sono fondamentali per un miglior comfort del fotografo. Nell’immagine superiore si nota inoltre che, a parità di sensore, è più grande della mirrorless M3 di Canon, ma non bisogna dimenticare che la Fujifilm ha in più il mirino ibrido, che contribuisce ad aumentare le dimensioni complessive.

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Se confrontiamo i corpi con le ottiche innestate, il vantaggio della X-Pro2 si fa più evidente. A parità di focale/apertura (35mm f/1.4 per entrambe), la Fufjifilm è molto più piccola, leggera e trasportabile della sua controparte reflex EOS 7D.

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Avrei voluto fare un ultimo confronto simile anche con la EOS M3, ma non avevo obiettivi paragonabili. Giusto a titolo di riferimento, ve la propongo con la l’8mm f/2.8 Samyang a fianco della X-Pro2 con il 14mm f/2,8. Si può osservare che le dimensioni delle due accoppiate non sono molto diverse, confermando che l’approccio delle senza specchio risulta molto valido in termini di compattezza e maneggevolezza.

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Display e mirino

La X-Pro2 è dotata sia di display che di mirino e la commutazione fra i due è attivata automaticamente grazie al sensore di prossimità, oppure manualmente tramite la pressione del tasto View Mode, entrambi situati a destra del mirino.

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Il display è un’unità molto classica, in quanto non dispone di touchscreen e non è articolato. Offre un rapporto di visione 3:2 nella dimensione di 3″ ed ha una buona risoluzione di 1,62 milioni di punti. Si vede bene sotto il sole e possiede 10 livelli di regolazione della luminosità impostabili da Menu / Set UP / Impostazioni Schermo / Luminosità LCD (da -5 a +5). Non c’è molto altro da aggiungere ad essere sinceri, ma è un buon display, pensato principalmente per scatti da posizione tradizionale o su treppiedi.

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Il mirino della X-Pro2 è uno dei fiori all’occhiello di Fujifilm, grazie alla sua soluzione ibrida. È infatti possibile effettuare uno switch fra il mirino ottico (OVF) e il mirino elettronico (EVF), oppure scegliere una modalità mista (ERF) grazie ad una comoda levetta anteriore, posta in alto a sinistra dell’obiettivo (raggiungibile facilmente con l’indice destro).

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Il mirino ottico è molto simile a quello che potremmo trovare in una vecchia Leica, ma modernizzato. Sono infatti presenti in trasparenza i parametri di scatto e il punto (o l’area) di messa a fuoco. Nel mirino viene inoltre evidenziata l’area effettiva di scatto con un rettangolo bianco, che varia a seconda dell’obiettivo utilizzato, della distanza del soggetto a fuoco e dell’inclinazione della fotocamera. Ciò consente di correggere uno dei difetti storici delle rangefinder, ovvero l’errore di parallasse. È inoltre possibile visualizzare, premendo il pulsante sulla stessa levetta, una serie di rettangoli concentrici che ci mostrano l’area di scatto effettiva per gli obiettivi da 18 a 32mm. È ottimo per gli scatti in situazioni di luce estrema (troppa o poca), dal momento che l’occhio umano si adatta con maggiore facilità a queste condizioni rispetto a quanto possa fare un display, mentre non è comodo con focali sotto i 18mm (in quanto non riesce a mostrare l’intera immagine), oppure con teleobiettivi oltre gli 80mm (perché l’effettiva area di scatto ricopre una piccolissima porzione dell’inquadratura reale). Non è assolutamente utilizzabile in manual focus, a meno di non attivare la modalità ERF illustrata in basso.

Spostando la levetta frontale verso sinistra, al mirino ottico si aggiunge una “finestrella digitale” in basso a destra, che ingrandisce l’area di messa a fuoco e visualizza anche gli aiuti per il fuoco manuale (ne parleremo meglio più avanti nel paragrafo AF). In pratica ha gli stessi pro e contro di utilizzo del mirino ottico, ma in aggiunta qui abbiamo la possibilità di controllare il punto di MAF e controllare agevolmente il fuoco manuale.

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Nella modalità EVF, attivabile spostando la leva a destra, il mirino ottico lascia spazio al display OLED da 2,36 milioni di punti con rapporto 4:3 e copertura del 100%. Questo si usa esattamente come il display principale, mostrando l’anteprima della foto comprensiva di esposizione simulata e di parametri di scatto, così come i menu e le opzioni. Vi è inoltre un sensore che regola automaticamente la luminosità del pannello OLED, in modo da avere sempre una visuale ottimale, e questo è preferibile al display anche in termini di consumi, dal momento che aumenta l’autonomia di circa 100 scatti.

I parametri visualizzabili nel mirino ottico o negli schermi sono personalizzabili singolarmente da menu / set up / impostazioni schermo / vis.impost.pers., e possiamo aggiungere o rimuovere informazioni a piacimento, dal semplice istogramma alla livella elettronica, le guide per l’inquadratura, ecc…

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Controllo, impostazioni, menu

La X-Pro2 ha una buona dotazione di pulsanti e ghiere: comprensibili, facili da raggiungere e molto personalizzabili. Guardando la fotocamera frontalmente abbiamo in basso il selettore della modalità AF (singola, continua e manuale) e il pulsante per lo sgancio dell’obiettivo; proseguendo l’ispezione notiamo in alto a destra l’ampia finestra del mirino ottico, centralmente la luce di assistenza all’AF (un LED bianco molto luminoso) e, proseguendo verso sinistra, la leva di scambio fra mirino ottico ed elettronico di cui abbiamo già parlato. Qui vicino c’è anche la ghiera anteriore, che ha la particolarità di poter essere premuta per passare dalla regolazione dei tempi di scatto (in Ap), alla coppia apertura/tempo (in P), alla compensazione dell’esposizione (se selezionato C nella rotella della compensazione).

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Passando alla visuale dall’alto, notiamo che tutti i controlli sono disposti a destra, e sono: la ghiera della compensazione dell’esposizione (+/-3EV) o C (regolazione tramite ghiera frontale fino a +/-5EV), il pulsante Fn (associato di default alla registrazione video), il pulsante di scatto (con filettatura standard per lo scatto remoto meccanico) ed in asse con lo stesso la leva di accensione/spegnimento. Infine troviamo la torretta per la regolazione dei tempi e degli ISO. Vorrei soffermarmi su quest’ultima proprio per la sua particolarità, infatti non ricordo a memoria nessuna fotocamera digitale che presenti una soluzione combinata di questo tipo. Per scegliere i tempi basta ruotare semplicemente la ghiera che va da 1/8000 a 1 secondo, sono inoltre disponibili la posa B, la modalità automatica A e la selezione del tempo tramite ghiera frontale T; un’ultima curiosità: solo il modo automatico è bloccato dal pulsante posto al centro, ovvero sarà necessario premerlo per poter accedere alla scelta dei tempi. La selezione dell’ISO avviene tirando verso l’alto la ghiera esterna della torretta e ruotandola; la gamma ISO disponibile va da 200 a 12800, include inoltre i modi L (ISO 100), H (sono selezionabili tramite menu i valori estesi 25600 e 51200 ISO) e Automatico con 3 preimpostazioni possibili (personalizzabili dal menu Impostazione Ripresa / Impostazione Automatica ISO). Piccola curiosità: la rotazione non è bloccata, quindi si può passare anche da ISO L a ISO H senza dover fare tutto il giro, e questo è valido sia per rotazioni orarie che antiorarie.

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Il retro della X-Pro2 è dominato dal display 3″, intorno al quale sono disposti i comandi per la navigazione nel menu e l’accesso a funzioni rapide. Fa bella mostra di se il Mirino, posto in alto a sinistra, che dispone di un oculare in formato rotondo, adatto anche a coloro che indossano gli occhiali. Notiamo la ghiera di comando posteriore, anch’essa cliccabile, che oltre a comandare l’apertura (per gli obiettivi che non hanno la ghiera dedicata sul barilotto) permette di interagire nel menu, scegliere la dimensione del punto di messa a fuoco, zoomare sulle immagini nel modo play e molto altro. Finalmente anche su una Fuji compare il joystick di selezione del punto di messa a fuoco (ne ho sentito molto la mancanza nella X-T10 che ho provato qualche mese fa), il quale risulta preciso e veloce nei movimenti. Inoltre possiamo premerlo per riportarlo al punto centrale e ripremerlo per entrare nella modalità di modifica della grandezza del punto di fuoco (che si effettua tramite la ghiera posteriore). Procedendo con una veloce disamina dei pulsanti, partendo in alto a sinistra, abbiamo: il View Mode per cambiare manualmente tra Display e Mirino, il pulsante per selezionare la misurazione della scena e quello di blocco dell’esposizione. Procedendo lungo il display: pulsante play, cestino e indietro/display, che consente di cambiare la schermata visualizzata tra le 3 disponibili (solo inquadratura, inquadratura con informazioni di scatto e solo informazioni di scatto dettagliate). Sulla destra abbiamo il pad direzionale con il tasto OK/menu al centro e i 4 tasti direzionali, di cui 3 sono personalizzabili mentre quello in alto svolge sempre la funzione di selezione del metodo Drive. Andando ancora più a destra, sull’impugnatura del pollice abbiamo il pulsante per il blocco AF e quello per l’accesso al menu rapido, che sono i 2 pulsanti più scomodi da premere.

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I lettori più attenti avranno notato che non ho menzionato la torretta o il pulsante per selezionare le modalità di scatto più comuni P A S M, ed infatti non è presente alcun tipo di selezione rapida per queste. Per ottenerle bisogna agire sulla torretta dei tempi e sulla ghiera delle aperture posta sul barilotto (in alcuni obiettivi invece c’è uno switch che permette la selezione fra Automatico e Manuale):

  • Modalità Program (P) è una modalità automatica e vanno impostati in A sia i tempi che i diaframmi (viene visualizzata la P sul display);
  • Modalità priorità di diaframma (A): in questa modalità fisseremo l’apertura al valore desiderato, mantenendo su A la torretta dei tempi (viene visualizzato A sul display);
  • Modalità priorità dei tempi (S): per ottenerla bisogna mettere in automatico la selezione del diaframma e selezionare un tempo tramite la torretta dei tempi (viene visualizzato S sul display);
  • Modalità Manuale: sia il tempo che il diaframma dovrà essere impostato manualmente, sul display sarà visualizzata la lettera M e la ghiera della compensazione dell’esposizione sarà ininfluente.

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Il menu è facile da utilizzare, le etichette delle funzioni sono comprensibili e ben organizzate per area di competenza. In generale ho trovato sempre quello che cercavo, anche se questa è la prima Fujifilm che utilizzo in modo continuativo. La struttura delle ramificazioni è sia verticale che orizzontale e sopratutto queste ultime tendono ad essere un po’ eccessive per alcune funzioni (tipo la personalizzazione dei dati di scatto nel mirino o LCD), mentre in verticale lo scorrimento è continuo anche fra sottomenu diversi. È possibile creare un menu personalizzato (tipo il MyMenu di Canon) che può contenere 9 voci a scelta fra tutte quelle presenti nel menu ed è comodo per richiamare le funzioni che usiamo più spesso; inoltre il menu personalizzabile (se lo creiamo) è visualizzato per primo ogni volta che premiamo il tasto menu.

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La X-Pro2 dispone inoltre di un Quick Menu (visualizzabile premendo il tasto Q) anche questo personalizzabile in tutte le sue sedici voci, dove è possibile variare i parametri tramite l’uso della rotella posteriore. Insomma fra questo, il menu personale e i 6 tasti personalizzabili, probabilmente non ci sarà più bisogno di andare sul menu principale, se non per impostare parametri che regolano il comportamento dei tasti o degli schermi. Volevo segnalare che la formattazione delle schede è un po’ nascosta (menu / set up / impostazioni utente / formatta), ma che si può ottenere la stessa funzione premendo per 3 secondi il tasto cestino ed aggiungendo poi un clic sulla ghiera di comando posteriore.

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AF – Messa a fuoco

L’AF è stato per molto tempo il tallone d’Achille delle Fujifilm mirrorless, con prestazioni imbarazzanti, ben al di sotto della media. La situazione è migliorata progressivamente all’introduzione dei nuovi modelli, e quindi anche dal rilascio dei nuovi firmware, fino ad arrivare ad un’unità affidabile e molto personalizzabile. Sulla X-Pro2 troviamo un modulo AF da ben 273 punti, di cui 169 per rilevamento di fase, tutti selezionabili individualmente. Tramite il menu è possibile scegliere il tipo di griglia di messa a fuoco che vogliamo, se la 21×13 (273 punti) oppure la 11×7 (77 punti), in entrambi i casi solo la parte centrale del frame dispone di punti per la messa a fuoco per ricerca di fase (i quadrati più grandi), mentre gli esterni sono per ricerca di contrasto.

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Possiamo inoltre scegliere se utilizzare il punto singolo o un’area, oppure utilizzare la modalità grandangolo/inseguimento. il punto singolo e l’area dispongono di un ulteriore regolazione per la grandezza della superficie da analizzare attivabile premendo due volte il joystick omnidirezionale e agendo poi tramite la ghiera posteriore.

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Un menzione va fatta anche al sistema di riconoscimento dei volti/occhi, regolabile su riconoscimento solo volto, riconoscimento occhio destro, occhio sinistro, automatico oppure spento. Questo sistema non è efficace come quello, ad esempio, della GH4 che seppure ha meno opzioni, difficilmente non riconosce un volto anche quando questo è in posizione 3/4 o quasi di profilo; mentre il sistema della X-Pro 2 pretende volti disposti frontalmente e non gradisce le foto di gruppi numerosi, portando il motore AF a compiere continui movimenti. Dopo aver provato questa modalità per la recensione, l’ho subito disattivata e non l’ho più usata.

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Le prestazioni dell’autofocus in modalità singola sono generalmente buone, il tasso di errore in condizioni di luce sufficiente è basso e raramente quando il fuoco è confermato avremo una foto sfocata. Diverso il discorso se parliamo di condizioni di luce bassa o di scenari poco contrastati, dove anche con l’utilizzo del singolo punto (impostando i 273 punti AF) si possono avere tassi d’errore del 20-25%. Notando questo problema ho deciso di effettuare una ricerca in rete e ho capito che una parte importante del problema deriva dalla lente che è innestata (e sia il 56/1.2 e il 14/2.8 che ho avuto in prova non sono dei fulmini), in quanto le prestazioni AF variano tantissimo in base alla lente (più che in qualunque altro sistema).

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Ho effettuato anche delle prove in modalità AF-C, settando l’AF in modalità grandangolo/inseguimento e il modo di avanzamento a 8FPS, provando a fotografare il cane che mi viene incontro. Qui il tasso di errore sale molto, si parte dal 25-30% di scatti sfocati in condizioni di buona luminosità, fino ad arrivare al 50% ed oltre in condizioni di luminosità scarsa o soggetti a basso contrasto. La fotografia sportiva non è secondo me il campo d’azione più adatto di questa Fuji, anche se il marketing aveva spinto molto in tal senso al momento della presentazione. Credo che l’AF sia a livello dei corpi Panasonic, quindi di buona qualità e sicuramente migliore della mia EOS M3, ma non arriva alle performance delle ultime Sony e men che meno delle Reflex di Canon o Nikon.

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Fujifilm ha voluto dotare la sua X-Pro2 di una buona dose di aiuti al focheggiamento manuale. Tramite menu / AF-MF / Assist. MF possiamo impostare la modalità di visualizzazione desiderata tra quelle proposte:

  • Immagine digitale divisa, disponibile sia a colori che monocromatica: la foto sarà a fuoco quando l’area inquadrata non presenta più disallineamento fra le parti divise;
  • Focus Peaking (disponibile in bianco, rosso e blu; intensità alta e bassa per ogni colore): dove le aree a fuoco saranno contornate da puntini del colore selezionato quando queste sono a fuoco;
  • Visualizzazione Standard: nessun aiuto per la MAF.

L’opzione selezionata sarà valida per il display principale, il mirino elettronico e la finestrella in basso a destra del mirino Ibrido (ERF).

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Drive – Scatto continuo

Nel parametro precedente ho sconsigliato l’uso per la fotografia sportiva, eppure la X-Pro2 ha uno scatto continuo da ben 8 FPS, disponibile sia in JPG che in RAW e RAW+JPG. La funzione è attivabile tramite la pressione del pulsante Drive (freccia in alto del pad direzionale), dove possiamo inoltre scegliere anche la velocità 3 FPS e altre opzioni di scatto menzionate di seguito:

  • Scatto singolo
  • Scatto continuo (3 e 8 FPS)
  • Braketing Esposizione (fino a 2EV con avanzamenti di 1/3EV)
  • Braketing ISO (fino a 1EV)
  • Braketing simulazione film (1 foto con 3 profili pellicola diversi, selezionabili tramite menu / Impostazione ripresa / BKT Simulazione Film)
  • Braketing WB (valori da +/-1 a +/-3)
  • Braketing DR (esegue 3 scatti con gamma dinamica di 100% 200% e 400%)
  • Esposizione Multipla (sovrapposizione di due foto)
  • Filtro Avanzato

Per il test ho utilizzato una scheda Lexar SDXC UHS-II da 64GB e 150MB/s, in modo da ottenere la massima velocità possibile, e scattando ad 8 FPS in JPG sono andato molto oltre le 88 esposizioni dichiarate da Fujifilm: ho interrotto dopo 30 secondi ed ancora andava a pieno ritmo. Per quanto riguarda il RAW non compresso, l’azienda dichiara 27 foto a 8 FPS, mentre nei miei test la X-Pro2 mantiene la raffica per ben 32 scatti, dopodiché satura il buffer e scende ad 1 FPS mantenendo questa velocità finché non si lascerà il pulsante di scatto. Probabilmente l’uso di una scheda UHS-II, che la fotocamera supporta nativamente, consente di raggiungere prestazioni maggiori.

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Metering – Esposizione

La rangefinder di Fujifilm dispone di un metering efficace nella maggior parte degli scatti, con una tendenza a sottoesporre (circa mezzo STOP) quando usiamo la modalità valutativa. Nelle scene ad alto contrasto predilige l’esposizione corretta delle luci, quindi sarà necessario aprire le ombre in post produzione, operazione facile ma che introduce una certa quantità di rumore (comunque facilmente ripulibile). Per accedere alle impostazioni del metering abbiamo il tasto dedicato posizionato a destra del mirino, da qui possiamo scegliere i 4 metodi classici: Esposizione Valutativa (MULTI), dove è la macchina che decide la corretta esposizione a seconda della scena, Media (l’algoritmo effettua una media fra le zone in ombra e quelle in luce determinando una possibile esposizione esattamente a metà), Ponderato al centro (come l’esposizione media, ma nell’equazione la zona centrale dell’immagine è preponderante rispetto l’esterno del frame) e Spot (viene calcolata l’esposizione sul singolo punto di MAF).

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La gamma dinamica degli scatti JPG, secondo i primi test, è paragonabile alle altre Fujifilm e solitamente siamo intorno ai 9 STOP, un po’ meno di tutte le principali concorrenti. La situazione migliora molto con i file RAW, in quanto grazie alla buona accoppiata sensore/processore, si possono recuperare sia le alte luci che le ombre, offrendo almeno altri 2 STOP di latitudine. Come si può notare nel seguente test, l’immagine nativa è già sufficientemente bilanciata, ma volendo possiamo aprire le ombre e schiarire le luci per riportare in vita molti dettagli che erano bruciati nel JPG.

WB – Bilanciamento del bianco

Lavorando come fotografo di cerimonia e scattando esclusivamente in formato RAW, il bilanciamento del bianco è un parametro che lascio sempre in automatico, tanto è possibile sistemarlo in post-produzione senza perdita di qualità, ed ho una cosa in meno a cui pensare. Elaborando gli scatti della X-Pro2 ho notato che il WB è generalmente ottimo anche nelle condizioni più ostili, come ad esempio di notte con 2 fonti di luce diverse (tungsteno e LED), e solitamente, se c’è qualche errore, è correggibile con piccoli aggiustamenti, una vera manna per quanti scattano solo in jpg. Ciononostante Fujifilm ha dotato questa fotocamera di un ottimo e dettagliato sistema di WB che comprende i classici preset di cielo sereno, nuvoloso, luce a incandescenza e ben 3 profili per i neon, un profilo per foto subaquee, 3 personalizzati e il profilo con la temperatura colore. La programmazione del profilo personalizzato è veloce e richiede semplicemente lo scatto di una superficie bianca o grigio neutro; inoltre è possibile spostare il punto del bianco di ogni preset, anche di quello automatico, premendo il tasto OK sul preset selezionato.

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Flash

La X-Pro2 non dispone di flash integrato, quindi sarà necessario acquistare un’unità esterna a parte, come il buon Fujifilm EF-42. Con il flash Fujifilm abbiamo la possibilità, tramite il menu impostazione flash, di forzare l’uso del flash, sincronizzarlo in seconda tendina, usare la modalità commander o disattivarlo. Sarà inoltre possibile attivare la compensazione positiva o negativa fino a 2EV (con scatti di 1/3EV) ed attivare o disattivare la funzione occhi rossi.

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È comunque possibile collegare una qualunque unità con contatto caldo oppure un flash da studio con connessione PC sync, solo che utilizzando questi metodi non avremo l’anteprima dell’esposizione sul display, quindi bisognerà effettuare delle prove per valutare la corretta esposizione o dotarsi di un esposimetro esterno.

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Qualità d’immagine e resa ad alti ISO

Le immagini prodotte dalla X-Pro2 sono generose (ben 50MB per un file RAW e circa 13 per il JPG), ben definite, nitide e dai colori vibranti a partire dai JPG prodotti in camera, sopratutto se usiamo le simulazioni pellicola che riescono a donare un bell’effetto analogico. Abbiamo la possibilità di scegliere tra nove tipologie di pellicola, dalla standard Provia fino alla Acros Bianco e Nero, passando per le famose Velvia e Astia. Questi Picture style non si applicano ai RAW, ma se scattiamo in RAW+JPG possiamo conservare entrambe le versioni. Scattare un paesaggio con la simulazione Velvia è una goduria, usare il bianco e nero Acros per i ritratti è appagante, a volte mi piace scattare solo in JPG e conservare questi scatti così come sono, senza ulteriori modifiche.

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Oltre alla simulazione pellicola disponiamo di altri effetti applicabili all’immagine, ovvero quelli disponibili tramite il pulsante Drive (vedi paragrafo relativo) alla voce Filtro Avanzato, che permette di scegliere il tipo di effetto da applicare allo scatto e mostra il risultato in tempo reale tramite il display o l’EVF. Possiamo simulare una Toy Camera, l’effetto tilt shift, colore Pop, immagine Hi-Key e Low Key, Toni dinamici, Soft focus, colore selettivo (Rosso, Arancio, Giallo, Verde, Blu e Viola). Manca l’HDR, anche se è presente il Braketing per l’esposizione, quindi a noi resterà solo il compito di unire i 3 scatti. Tutte le foto scattate con Filtro avanzato verranno salvate solo in formato JPG, anche se abbiamo selezionato l’opzione RAW ed inoltre non è utilizzabile la MAF manuale.

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La resa agli alti ISO è ottima, generalmente l’algoritmo di riduzione del rumore sul JPG ha un intervento leggero fino a ISO 1600 per poi diventare invadente a 12800 ISO, ma se vogliamo ottenere il massimo bisogna scattare in RAW.

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Come accennato, le foto sono pulite fino a 1600 ISO, e cominciano a presentare un po’ di rumore di luminanza a 3200. Ho stampato immagini scattate a 6400 ISO in formato 20×30 con una leggera correzione sulla luminanza (25punti) e, sebbene ancora presente, il rumore è più che sopportabile, avvicinandosi più alla grana di una pellicola da 800 ISO che al rumore digitale.

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Con un po’ di attenzione e post-produzione mirata, possiamo usare foto scattate a 12800 ISO con un risultato ancora sorprendente. Oltre andiamo incontro a molti compromessi, ma non escludo di poter usare uno scatto da 25600 ISO per il Web.

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Di seguito vi mostro una piccola gallery di foto fatte con la X-Pro2, gli obiettivi utilizzati sono il 14/2.8, il 35/1.4 e il 56/1.2

Analizziamo ora il comportamento con luce controllata, ricordando che qui la riduzione del rumore è completamente azzerata sul RAW, sia quello di luminanza che di crominanza.

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Come già ripetuto più volte, le foto in formato JPG sono pulite fino a 1600 ISO e l’algoritmo di eliminazione del rumore inizia a diventare invasivo solo partire da 3200 ISO. Da 6400ISO in su, oltre ad un generale ammorbidimento dei colori, è presente anche un piccola quantità di rumore di luminanza, mantenuto per preservare i dettagli. Per quanto riguarda gli scatti in RAW, il rumore di luminanza è presente già a 1600 ISO, per poi presentarsi maggiormente a 6400 ISO, dove comincia a notarsi molto anche il rumore cromatico. A 12800 ISO si notano ancora molti dettagli, con linee sottili ben leggibili, andando oltre la presenza di rumore cromatico e di luminanza è molto marcata, i dettagli sottili si impastano e, anche agendo sulla riduzione del rumore, l’immagine risultante sarà “morbida” e con poco dettaglio.

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Connessioni, memoria, batteria

La X-Pro2 è una fotocamera molto completa, possiede infatti 2 slot per schede di tipo SD (di cui quello principale supporta le UHS-II) e connettività Wi-Fi completa. Si collega a smartphone e tablet per il controllo remoto ed ha la possibilità di effettuare un caricamento automatico delle immagini al PC (utile durante una sessione in studio).

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Sul lato sinistro abbiamo uno sportellino che nasconde le connessioni microUSB 2.0, l’uscita microHDMI e l’ingresso jack da 2,5mm per microfono o scatto remoto. Sul corpo abbiamo invece il collegamento PC sync (non coperto da protezione). Una menzione la devo fare anche al pulsante di scatto remoto meccanico, installabile tramite connessione a vite proprio sul pulsante di scatto fisico, un po’ come le vecchie Hasselblad.

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La batteria ha una durata dichiarata fra 250 e 350 scatti a seconda se usiamo l’LCD o il mirino, ma durante una giornata lavorativa sono arrivato anche a 410 scatti con un uso misto. Fortunatamente lo standard della batteria non è cambiato rispetto alla X-Pro1 e quindi in commercio si trovano ottime batterie compatibili come queste Patona che consentono di arrivare a sera con 3 batterie (nel caso di eventi molto lunghi).

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La connessione wireless è facilmente configurabile ed esistono le app dedicate sia per iOS che per Android, oltre alla possibilità di inviare automaticamente le foto al PC tramite Wi-Fi. Per attivare queste funzioni bisogna necessariamente accedere al menu / impostazione ripresa / comunic. wireless, ma se utilizziamo spesso questa opzione, possiamo inserirla nel menu personalizzato. Non appena attiviamo la comunicazione wireless, la X-Pro2 mostra il nome della rete e le istruzioni basilari per la connessione; si passa allo smartphone e ci si collega alla rete (aperta) creata dalla fotocamera e si apre l’app. Qui abbiamo la possibilità di usare lo smartphone come telecomando, visualizzare e copiare le foto dalle memorie della fotocamera, attivare il geotag (prende il segnale GPS dallo smartphone e lo inserisce nell’EXIF della foto scattata) o ricevere una foto dalla fotocamera.

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L’app non è fatta benissimo e per passare da una funzione all’altra è necessario disconnettersi e quindi effettuare di nuovo tutta la procedura (viene disattivato anche il Wi-Fi della fotocamera); il solo passaggio effettuabile è quello dal controllo remoto alla visualizzazione per poi ritornare al controllo remoto. Una volta collegata l’app non è possibile cambiare il modo d’uso o la MAF, quindi se si è in A e si vuole passare in M o P, oppure se si vuole passare da autofocus singolo a manual focus, va fatto prima di collegare l’app. Inoltre su tablet non si ha l’orientamento orizzontale, tutti punti che andrebbero sicuramente rivisti.

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Quello che invece mi piace è che la comunicazione è stabile anche in presenza di altre reti e praticamente non ha latenza: ciò che vediamo tramite lo schermo dello smartphone è in tempo reale, probabilmente la migliore esperienza che io abbia avuto in questo campo. C’è la possibilità di mettere a fuoco tramite un tocco sull’immagine, cambiare tutti i parametri di scatto e i picture style, impostare l’autoscatto e visualizzare la carica della batteria. Possiamo dire che sotto l’aspetto delle funzionalità non manca nulla e tutto scorre molto velocemente. Segnalo la possibilità di poter scegliere se fare una foto o effettuare un video, ma anche qui l’anteprima a schermo cambierà, al formato 16:9, solo in caso di pressione del pulsante di registrazione. Il tempo di trasferimento è nella norma, per copiare sul tablet 10 foto JPG ha impiegato circa 100 secondi, ovvero 10 secondi a foto, che è più o meno il tempo necessario se vogliamo vedere una foto a piena risoluzione anche senza scaricarla sul dispositivo.

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Video

Le funzionalità video, non sono la prima cosa che si guarda scegliendo questo tipo di fotocamera e lo conferma il fatto che il menu relativo ha solo 3 voci. Si può scegliere risoluzione e frame rate (720p/24/25/30/50/60 e 1080p/24/25/30/50/60), regolare il volume di registrazione del microfono (disponibili 4 livelli) e specificare se all’ingresso è collegato un microfono (attacco 2,5mm) oppure il cavetto per lo scatto remoto.

I video prodotti sono ben definiti, ma le riprese presentano sia moiré che aliasing. Inoltre non è consigliabile superare i 1600 ISO, in quanto oltre questa soglia il rumore inizia ad essere troppo vistoso. Non è presente un pulsante REC dedicato, questa funzionalità è assegnata di default al pulsante “fn” posto a destra del pulsante di scatto. Purtroppo oltre la qualità delle immagini prodotte e la presenza del formato 1080p/50/60, le restanti note sul video sono tutte negative: l’anteprima dell’inquadratura non è visibile finché non si comincia a registrare (compaiono le bande per il 16:9), durante la registrazione non si possono variare gli ISO, spostare il punto di AF, modificare la regolazione del volume in ingresso e non vengono visualizzati gli aiuti alla messa a fuoco manuale. Inoltre la resa dell’autofocus è praticamente inutilizzabile.

In conclusione, la funzionalità video è presente e con un po’ di pazienza qualche risultato lo si porta a casa, ma non è la fotocamera adatta a questo tipo di lavoro.

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Conclusione

La Fujifilm X-Pro2 è una signora macchina fotografica. Sicuramente non è una scelta che consiglierei a tutti, anzi, probabilmente bisogna proprio desiderare di possederla perché ha delle caratteristiche uniche nel suo genere che la rendono un prodotto di nicchia, ma con ottime doti fotografiche. Io me ne sono innamorato, non subito per la verità, ma solo conoscendola e provandola a fondo. A volte mi sono trovato a preferirla alla 5D Mark III e questo ha un valore notevole. La X-Pro1 era una buona macchina fotografica e niente più, mentre questo nuovo modello permette di ottenere ottime foto pur senza rinunciare completamente a video, raffica ed inseguimento. Il prezzo di 1685€ su Amazon è ben proporzionato alla qualità offerta, ma sicuramente più caro di alcune concorrenti come la Sony Alpha 6300 (parlando di mirrorless APS-C). Tuttavia ritengo che la X-Pro2 non possa essere facilmente comparata a questa e ad altre fotocamere, perché possiede delle caratteristiche di design e progettazione uniche. In tutta onestà le preferisco la X-T2 che, per pochi Euro in più, offre maggiori funzionalità ed un corpo macchina più adeguato alle mie esigenze, ma se piace lo stile da rangefinder e si ha la passione per la street, la X-Pro2 è la macchina fotografica da comprare. Volevo aggiungere ancora una considerazione del tutto personale: ho portato spesso la fotocamera con me nelle serate con gli amici ed ho notato che la sua presenza non crea “imbarazzo”. Non sembra certo una compattina di poche pretese, per cui sarà forse lo stile retrò o il fatto che si inquadra tramite un mirino decentrato, che non dà l’idea di “fissare” il soggetto come nelle reflex, ma per la prima volta sono riuscito a catturare momenti intimi in qualunque condizione di luce e a condividerli con loro, ed è stata una bellissima sensazione.

PRO
+ Ottima qualità fotografica
+ Corpo tropicalizzato contro polvere e schizzi d’acqua
+ Resa agli alti ISO ottima
+ Mirino ibrido OVF/EVF/EFR di ottima qualità
+ Risoluzione e luminosità del display (vedi contro)
+ Simulazione pellicole storiche Fuji
+ Velocità Operativa
+ Raffica 8FPS
+ Video 1080p/60 (vedi contro)
+ Metering e WB precisi ed affidabili
+ Joystick posteriore per il controllo del punto di MAF
+ Doppio Slot SD (il principale è UHS-II)
+ Comodi aiuti alla MAF manuale (focus peaking e immagine divisa)
+ Porta PC-sync
+ Ampia personalizzazione del menu e dei pulsanti
+ Stile senza tempo

CONTRO
- Schermo non inclinabile e non touch
- Assenza dell’unità Flash integrata
- Autonomia ridotta (seppure buona per una mirrorless)
- Molti limiti nel video

DA CONSIDERARE
| L’AF è buono ma non è da top di gamma
| Il selettore degli ISO è particolare, o lo si odia o lo si ama
| Il risveglio dalla modalità di risparmio energetico si ottiene solo premendo a lungo sul pulsante di scatto (a metà corsa)

Massimiliano Latella

Guest Editor - Fotografo matrimonialista, suono il Basso e la tecnologia è il mio leitmotiv.

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