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Ho avuto modo di parlare nella recensione del Nexus 5X di quale sia stato il mio percorso nel mondo Android, sistema operativo che uso come principale sul fronte mobile. Iniziai con un Samsung Galaxy S II, per finire dopo poco meno di due anni nelle braccia di Motorola. Avvenne a marzo 2014, in un periodo particolare: giusto due mesi prima, Google aveva annunciato il passaggio di proprietà della società a Lenovo. All’ex-casa madre di Mountain View si deve tanto credito per ciò che fece in un periodo piuttosto ristretto. Riprese per i capelli Motorola Mobility e la rivoluzionò come un calzino. Certo, la prima parte, parafrasando Winston Churcill, fu quasi esclusivamente “sangue, fatica, lacrime e sudore”. Licenziamenti in massa, chiusure di sedi internazionali (inclusa quella italiana), gamma decimata. Il 13 novembre 2013, però, fu presentato un modello che si rivelà di grande importanza per il futuro: Moto G. Uno smartphone di fascia media, di prestazioni ben lontane dalla gamma Nexus e con un design che non faceva certo rosicare Jony Ive. Eppure era equilibrato, tanto nell’hardware quanto nel prezzo, e con Android in uno stato quasi stock che lo faceva andare decisamente meglio di modelli di fascia analoga ma appesantiti da interfacce proprietarie. Col Moto G ho davvero iniziato ad apprezzare Android, perché ho potuto utilizzarlo nel modo in cui Google lo voleva e lo intendeva.

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Il successo ottenuto ha risollevato Motorola, consegnando a Lenovo una realtà pronta per il futuro e ottimista. Anche con gli altri modelli della gamma, E ed X (da quest’anno anche Z), si erano trovate le ricette ideali. Il colosso cinese ha apportato qualche modifica organizzativa e pure commerciale, a partire dallo stesso marchio Motorola il cui uso è stato ridotto, ma saggiamente (qui inteso nel significato originale di avverbio) ha deciso di non andare a toccare troppo il mix tra hardware e software che tanto ha ben figurato. Il Moto G è ora alla sua quarta generazione, declinato in tre varianti: G4 Play, G4 e G4 Plus. Quest’ultima è l’oggetto della recensione che state per leggere. Vediamo com’è andata.

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Caratteristiche principali

Prima di proseguire sulle impressioni a tutto tondo, vediamo l’hardware con cui ci stiamo confrontando. Il display è un IPS da 5,5″ con risoluzione Full HD, protetto dal Gorilla Glass 3 di Corning. La fotocamera principale è da 16 Megapixel con apertura f/2.0, autofocus sia a rilevamento di fase che laser e flash LED a doppia tonalità. La registrazione video avviene a 1080p. Il sensore frontale è invece da 5 Megapixel. Guardando all’interno, troviamo un SoC octa-core Qualcomm Snapdragon 617 (4 core Cortex-A53 a 1,7 GHz, altri 4 A53 a 1,2 GHz), con chip grafico Adreno 405. La RAM ammonta a 2 GB, mentre lo spazio di archiviazione cambia a seconda della versione. Noi abbiamo quella con 16 GB, ma esistono anche da 32 e 64, tutte in ogni caso espandibili tramite microSD.

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È presente il sensore d’impronte digitali. La connettività prevede 4G, Wi-Fi 802.11n, Bluetooth 4.1 e GPS; assente ancora una volta NFC, che rimane appannaggio dei Motorola di fascia superiore. Inclusa invece la cara vecchia radio FM. Interessante il fatto che sia un dual SIM “puro” e che non vi siano versioni a scheda singola. La batteria non rimovibile è da 3.000 mAh. Infine, è da menzionare la presenza di un LED, non adoperato per le notifiche bensì nella sola fase di ricarica della batteria.

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La confezione è semplice, pulita e pratica: rappresenta anche una rassicurazione per coloro che hanno già avuto una precedente generazione di Moto G, indicando che il salto evolutivo non ha compromesso la filosofia alla base. La semplicità si riflette pure sugli accessori, che comprendono solo un cavo da microUSB a USB e il caricabatterie TurboPower, con funzionalità di ricarica rapida. Non è mancato comunque un tocco molto gradito, rintracciabile quando togliamo la scocca posteriore per accedere ai vani microSIM.

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In un mondo che sta virando verso le nanoSIM, Motorola ha previsto che qualcuno possa provenire da un dispositivo con tale formato e incluso due adattatori. Non è detto se ne abbia bisogno, le schede odierne vengono fornite dagli operatori almeno in configurazione dual cut, sostanzialmente una nanoSIM preinserita in un adattatore formato microSIM, da cui si può staccare in qualsiasi momento. Se però il gestore ha fornito solo il taglio nanoSIM, avete buttato l’adattatore o si è rovinato, vi troverete davanti a una chicca molto gradita.

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Design ed ergonomia

Parlando di design, anche qui non possiamo fare a meno di notare il raggiungimento dell’obiettivo family feeling. Se siete – o siete stati – possessori di un Moto G precedente, sarà come vedere un nipote cresciuto e più maturo. Si conferma ancora una volta il modo in cui Motorola (ora Lenovo) vede questo prodotto: non è il più bello sul mercato, ma è sufficientemente bello per apprezzarne la concretezza nell’uso. Non troveremo metallo e altri dettagli “nobili”, perché non è nell’interesse del Moto G4 Plus farsi notare per questo. Sarà lui ad essere al vostro servizio e non voi al suo, come succede con altri smartphone più attenti al colpo d’occhio da suscitare in pubblico.

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Il discorso dell’ergonomia è imprescindibile dall’analisi della scocca posteriore. Come abbiamo già detto, essa può essere rimossa, sollevandola delicatamente dai punti giusti, dandoci accesso alle aree per SIM e microSD. È in plastica, con una sottile trama sulla superficie. Al tatto restituisce un effetto più simile a una gommatura, ambito che ho visto in altre recensioni, non solo italiane, dividere tra estimatori e detrattori.

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Io mi schiero coi primi: è piacevole e dà subito l’idea di una presa salda. Questa si conferma nell’uso, con un telefono leggero e sempre confortevole da tenere in mano. Come ho scritto, però, non è apprezzata da tutti e dunque, per dirla all’americana, your mileage may vary. Ciò che per me è buono per voi potrà essere un difetto costruttivo. Nel complesso è esteticamente davvero molto pulito, con la sola presenza dell’area fotocamera (in leggero rilievo), il secondo microfono e il logo Motorola.

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Anche il frontale è pulito, come ci ha abituati Motorola dal 2013 in poi. Sulla parte superiore abbiamo un altoparlante unico per chiamate e contenuti multimediali, con la fotocamera anteriore sulla destra. Gran parte della superficie in vetro è dedicata allo schermo, mentre inferiormente si trovano il microfono e il sensore d’impronte digitali, quest’ultimo molto preciso. Non fa anche da pulsante: i tasti di navigazione sono tutti software.

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La casa alata ha optato per una scelta azzeccata, incontrando i gusti di chi adora i pulsanti software ma al contempo non smania per il posizionamento posteriore del sensore d’impronte come su Nexus e Huawei/Honor. I timori sul piano del design vengono fugati, dato che è incastonato in una cornice sottile cui l’occhio si abitua in modo rapido e che nulla fa perdere alla pulizia del resto. Si parla di pulito qui nel senso estetico: in quello letterale, bisogna per forza dire invece che le ditate le attrae. Né più né meno di tanti altri terminali, comunque.

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Sul fianco sinistro non è presente alcun pulsante, mentre su quello destro troviamo rispettivamente il tasto di accensione/blocco e il bilanciere del volume. Un tocco interessante, quello di distinguere al tatto le due aree: il pulsante principale presenta una trama, permettendone l’immediato riconoscimento in qualsiasi contesto dopo un breve periodo di familiarizzazione. Nella parte superiore è presente solo il jack cuffie da 3,5 mm, mentre sotto abbiamo la porta micro USB.

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Display

Lo schermo non riserva grandi sorprese: è un classico pannello IPS. Detto questo, si lascia apprezzare per la buona resa dei colori e la leggibilità. Ai lati perdono un po’ le tonalità scure, ma si tratta relativamente di una prassi quando parliamo di IPS e non è da considerarsi un peccato mortale. La risoluzione Full HD è giusta per questo 5,5″, rendendo tutti gli elementi sufficientemente nitidi. Superare i 1080p avrebbe comportato inevitabili compromessi per prestazioni e consumi, che questo Moto G4 Plus non può permettersi.

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Nelle impostazioni abbiamo a disposizione due modalità per il colore: Normale e Vivace. La seconda, attiva di default, interviene su tonalità e saturazione, caricandoli leggermente. È una differenza positiva per il mio occhio dato che non tende a strafare. In ogni caso, chi non apprezza questo tipo di “trucchi” può scegliere la modalità Normale. La funzionalità Display Ambient è presente, ma in salsa Motorola: Moto Display è un bel potenziamento, dato che permette non solo di visualizzare in modo rapido le notifiche ricevute ma anche tutto il loro contenuto premendo sulle loro icone, senza sbloccare il telefono e accedere all’app di riferimento.

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Multimedia

Sul comparto audio il Moto G4 Plus è promosso in ogni fronte. La capsula auricolare restituisce voci chiare e un buon output; meglio ancora, secondo me, quando si sfrutta il blocco unico come altoparlante principale. A volume massimo si fa sentire davvero bene e con poche imperfezioni. Pollice su anche per l’ascolto da cuffie/auricolari così come per il riconoscimento vocale da parte dei microfoni.

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Come di consueto, prima di addentrarci nella valutazione dei risultati fotografici, andiamo a guardare l’app Fotocamera. All’apparenza potrebbe sembrare scarna, poco ricca di opzioni. Nel suo aspetto principale, infatti, vuole mettere l’utente in condizione di scattare subito. In basso troviamo il pulsante di scatto (lato hardware viene replicato dal tasto per alzare il volume), coadiuvato ai fianchi dal cambio fotocamera posteriore/anteriore e da quello delle modalità su cui ritornerò a breve.

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Sopra troviamo le opzioni per HDR, flash e conto alla rovescia; premendo sullo schermo potremo decidere il punto di messa a fuoco, mentre muovendo il dito verso l’alto o il basso si controllerà lo zoom digitale. Le poche ma semplici impostazioni, comprendenti pure un breve tutorial, si trovano con uno swipe da destra verso sinistra (col gesto al contrario invece entriamo nella galleria fotografica). Il vero segreto di quest’app è il pulsante delle modalità: esso non solo ci permetterà di passare alla registrazione video, ma anche di attivare la cattura panoramica o in timelapse, nonché una visuale definita professionale in cui abbiamo la possibilità di sbizzarrirci nel controllo di ISO, bilanciamento del bianco, esposizione ed altri elementi. È proprio il caso di dire che l’abito non fa il monaco!

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Guardando finalmente alle foto, direi bene ma non benissimo. Intendiamoci, il sensore da 16 Megapixel male non si comporta, ma anche in questo caso si vede che non è quel numerino magico a testimoniare le reali capacità. La presenza di dettagli è buona, non pagando troppo la mancanza di una qualsiasi forma di stabilizzazione, ma specialmente ingrandendo le foto si nota come i bordi di oggetti e testi appaiano un po’ più “morbidi” del dovuto. Anche a livello di tonalità si avverte una leggera tendenza a saturarle dove non necessario. In condizioni di poca luce, con o senza flash è difficile sfuggire da un rumore marcato, ma a sua discolpa va detto che la compagnia nel settore con gli stessi difetti è tanta. Sufficienza anche per video e fotocamera frontale.

Prestazioni

Lo Snapdragon 616 non è un campione di velocità, ma per questo Moto G4 rappresenta il compromesso giusto. Si destreggia bene nell’uso quotidiano, complice un Android con personalizzazioni ridotte ai minimi termini, e nei benchmark presenta risultati in linea con la sua fascia. Coi giochi più intensivi troveremo qualche comprensibile lag. Chi cerca un mostro ludico dovrà andare per forza di cose molto al di sopra, ma il gaming occasionale qui ci sta tranquillamente.

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A livello di connettività, NFC a parte, il dispositivo è completo di tutto il necessario. Trattandosi di un modello espressamente pensato per i mercati occidentali, non c’è da porsi dubbi sulla presenza delle bande LTE. Che lo si provi con TIM, Vodafone, Wind o 3, l’unico limite è la copertura dell’operatore. Positivo anche il Wi-Fi a doppia banda, perdonando il fatto che sia 802.11n e non ac. Promossi, infine, Bluetooth e GPS così come la radio FM (per chi fosse interessato), dotata di supporto RDS per i nomi delle emittenti.

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Software

Come già accennato a inizio articolo, Lenovo ha mantenuto tutto il buono della Motorola di Google in lato software: Android quasi stock, salvo piccole personalizzazioni. Addirittura lo trovo ancor più “dimagrito” rispetto alla mia esperienza col primo Moto G. Sono solo tre le app personalizzate: quella per la fotocamera, la radio FM e Moto. Quest’ultima è suddivisa in due parti, Moto Display e Moto Actions. La prima l’abbiamo già affrontata parlando dello schermo; guardando invece a Moto Actions, abbiamo la possibilità di associare alcune funzioni a determinati gesti (ad esempio capovolgere il dispositivo per attivare la modalità Non Disturbare). Per il resto, salvo uno sfondo e un widget, tutto è pressoché come lo troveremmo su un Nexus. La versione di Android preinstallata è Marshmallow, 6.0.1. L’aggiormamento Nougat è già confermato, seppur con tempistiche non ancora precisate. Mi piace poco il fatto che Motorola non abbia voluto impegnarsi al rilascio degli aggiornamenti mensili di sicurezza: contrariamente a Huawei e Samsung che devono tener conto delle loro aggiunte priorietarie, qui gli interventi sul firmware non richiederebbero parecchio tempo. Spero che da Nougat in poi riconsiderino questa politica, applicata anche ai Moto Z di fascia alta.

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Batteria

La batteria da 3.000 mAh, complici un sistema operativo pulito e un SoC non troppo esoso, dona a questo dispositivo un’autonomia di tutto rispetto. Anche strapazzandolo un po’ riesce a superare la giornata lavorativa in maniera brillante, dopo cena incluso. Con un uso morigerato si può andare pure vicini alle due. Il caricabatterie in dotazione fa il suo dovere, apportando energia extra in pochi minuti se necessario, così come una ricarica completa in meno di due ore.

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Conclusione

Il re dell’equilibrio. Così ho intitolato la recensione del Moto G4 Plus, e penso nel prosieguo di averlo confermato. Non cerca di primeggiare in ogni ambito, si concentra sulla sostanza, riuscendovi. Un hardware bilanciato e un software molto poco manipolato, sono le chiavi di un prodotto che soddisferà tutti gli utenti alla ricerca di un buon smartphone senza svenarsi. Soprattutto con la certezza che ci troviamo davanti alla coppia Lenovo e Motorola, con esperienza da vendere nel settore. Forse la pecca principale è di non aver voluto rendere il G4 una versione più compatta del Plus (magari da 5″), piuttosto che un’edizione lievemente depotenziata. Il G4 Play soddisfa per dimensioni, ma sul piano delle caratteristiche purtroppo è il peggiore del trio. Inoltre, l’anno prossimo diventerà pressoché un delitto non mettere NFC per completare l’opera. Parlando di prezzi, su Amazon è attualmente venduto a 250 €, egmento in cui si può trovare di meglio sul fronte hardware, ma troppo spesso sacrificando affidabilità e qualità generale.

PRO
+ Dual SIM
+ Include utili adattatori da nano a micro-SIM
+ Costruzione non lussuosa ma confortevole
+ Sensore d’impronte digitali preciso
+ Display dalla resa adeguata
+ Buon comparto audio
+ App Fotocamera sorprendente per opzioni
+ Android quasi stock
+ Bilanciamento riuscito tra prestazioni e batteria

CONTRO
- Forse qualcosa di più era ottenibile nella resa fotografica
- Manca NFC
- Non è disponibile in una versione più compatta

DA CONSIDERARE
| Nulla di rilevante

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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