L’obiettivo di Google con il suo Assistant è di rendere più naturale la comunicazione con l’assistente virtuale rispetto al “vecchio” Google Now. Un po’ come ricercato da Siri e Cortana, Assistant rende la conversazione scorrevole e personalizzata, in quanto, secondo quanto affermato dai portavoce di Mountain View durante la I/O, riesce ad imparare dalle nostre abitudini e dalle nostre richieste.

Nel rendere un assistente virtuale simile al linguaggio umano gioca un ruolo importante lo humor dello stesso. A tal proposito Google ha incluso delle risposte simpatiche e, in un certo senso, sorprendenti nel proprio nuovo software, legate appunto alla concorrenza. Infatti Phandroid ha chiesto ad Assistant: “Ti piace l’iPhone?”, ricevendo come risposta: “Sono fan di Android, ma potrei essere prevenuto”, addirittura però se si allarga l’oggetto della domanda domandando: “Cosa ne pensi di Apple?”, Assistant risponde di essere un fan della casa di Cupertino, riconoscendo la bontà dei loro prodotti.

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Chiedendo invece un’opinione su Siri, Assistant risponde: “Sembra intelligente”. Provando ad insistere nella stessa conversazione e domandando: “Chi è più intelligente tra voi due?”, Assistant raggiunge il massimo dello humor grazie ad simpatico gioco di parole: “È impossibile comparare me e Siri, sarebbe come confrontare le mele alle arance, Siri lavora con Apple e io… come le arance”. Google quindi ha deciso di imporre un approccio amichevole al proprio assistente virtuale anche quando si parla di concorrenti, a parti inverse Siri preferisce invece glissare su domande del genere e non di rado offre delle risposte quasi saccenti quando esalta se stessa o la società dove “lavora”.

Salvatore Tirino

Junior Editor - Praticante avvocato, appassionato di tecnologia a 360 gradi, in particolare di tutto ciò che riguarda il mondo Apple.

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