Il nuovo MacBook Pro è la macchina ideale per gli hacker

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L’hacker, spesso confuso con il cracker, in informatica, è un esperto di sistemi informatici e di sicurezza, in grado di introdursi in reti informatiche protette e, in generale, di acquisire un’approfondita conoscenza del sistema sul quale interviene, per poi essere in grado di accedervi o adattarlo alle proprie esigenze. (via Wikipedia Italia)

Il virgolettato appena riportato è d’obbligo, visto che, effettivamente, il titolo di questo post potrebbe trarre in inganno se si ragiona con il senso comune ormai attribuito alla parola “hacker”. Infatti, questa non è la storia di un esperto di accessi abusivi ai sistemi informatici, ma di Adam Geitgey, utente di Medium che ha scritto una apologia del nuovo MacBook Pro. Infatti, pur riconoscendo alcuni limiti intrinseci della macchina (a prescindere se si considerino dipendenti da Apple o dall’hardware a disposizione), ne esalta il suo essere costruito attorno allo standard Thunderbolt 3 / USB-C. Infatti, dice Geitgey, il MacBook Pro 2016 si rivela essere conveniente per una serie di ragioni: la prima è la possibilità di ricaricarlo con un qualsiasi alimentatore, non solo con quello fornito da Apple. Basta acquistarne uno con caratteristiche simili, oppure anche una powerbank e persino la presa USB per accendi sigari, utilizzabili con cavi USB-C standard.

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Addirittura, visto che USB-C supporta le specifiche UPD (USB Power Delivery) che consentono ad un dispositivo di ricaricarne un altro, è possibile anche fornire energia con la batteria del MBP 2016 ad un Chromebook e viceversa. Con la USB-C 3.1, inoltre, si potranno far funzionare dispositivi più energivori che in passato richiedevano un alimentatore dedicato. Chi, invece, si sente orfano del MagSafe, può ricorrere alla soluzione di Griffin che, guarda caso, è solo un semplice cavo USB-C pronto per essere usato con qualsiasi fonte di energia elettrica.

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Geitgey nota anche che tutti gli adattatori USB-C prodotti da Apple sono generici, cioè possono essere usati anche con altri dispositivi USB-C. Volendo (ma ovviamente è una soluzione estrema) è possibile connettere il proprio smartphone alla rete locale via ethernet o anche acquistare un unico lettore di schede SD per usarlo su più dispositivi (peccato che su iOS ci sia ancora la porta Lightning ndr.). Non è nranche da sottovalutare la possibilità di usare monitor esterni USB-C: con un unico cavo è possibile trasmettere energia, il segnale video, quello audio, dati e, qualora il display lo permetta, di collegare a cascata altri accessori (volendo anche con altri standard grazie ad opportuni adattatori).

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Quindi, conclude Geitgey, il nuovo MacBook Pro, dal punto di vista della connettività I/O è la macchina più aperta che Apple abbia mai realizzato: con le sue quattro porte ad altissima velocità, standard e in grado di trasferire dati, audio, video ed energia è la soluzione ideale per chi ha la necessità di avere un laptop comodo e flessibile. Infine, per usare qualsiasi tipo di accessorio già in possesso, basta dotarsi di uno specifico adattatore, piccolo e discreto, acquistabile a pochi euro su Amazon o siti similari, senza spendere un patrimonio con quelli venduti da Cupertino.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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