iPhone troppo sicuro? La polizia inglese risolve il problema… rubandolo

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La scorsa estate è stata caratterizzata dal braccio di ferro fra Apple e FBI: per chi avesse vissuto in stato di criogenia sino ad oggi, ricordo che durante le indagini sul terrorista di San Bernardino l’FBI chiese ad Apple di sbloccare l’iPhone 5c del criminale, visto che era bloccato con il PIN e, qualora fosse stata attivata la cancellazione dei dati dopo i 10 tentativi di inserimento, si sarebbe rischiato di non poter accedere a presunte preziose informazioni.

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Al rifiuto di Cupertino di sviluppare una sorta di fbiOS, nel timore che una simile azione potesse diventare un pericoloso precedente in danno della privacy dei propri utenti, l’ente investigativo chiese all’Autorità giudiziaria di obbligare la società a sbloccare il dispositivo. La vicenda si chiuse con l’intervento di un’azienda terza, operante nel campo della sicurezza informatica, che sbloccò lo smartphone, senza però ricavare nulla di interessante per le indagini.

Se le difficoltà per l’accesso ai dati erano già elevate su un dispositivo con iOS 8 e senza Touch ID, queste aumentano esponenzialmente con l’introduzione dei nuovi sistemi. Infatti, qualora il possessore dovesse morire o dovesse essere ritrovato solo lo smartphone, sarebbe pressoché impossibile accedere ai dati (ma qualora dovesse essere catturato vivo, il Tribunale potrebbe semplicemente ordinare di poggiare le dita per sbloccare il dispositivo).

Proprio per questo, la polizia inglese ha sviluppato una nuova tattica per aggirare l’ostacolo, pedinando il sospetto per “rubargli” il dispositivo di mano proprio mentre lo sta utilizzando, così da accedere ai dati in chiaro. Ne sa qualcosa tale Gabriel Yew, arrestato e condannato a cinque anni di reclusione per aver realizzato carte di credito false per acquistare beni di lusso, oltre ad armi e altro equipaggiamento per criminali, in virtù dei dati acquisiti dal suo iPhone, sottrattogli da un poliziotto mentre stava telefonando. Peraltro, l’organo di pubblica sicurezza ha ben pensato di arrestarlo immediatamente dopo, visto che, se lo avesse lasciato libero, gli avrebbe consentito di bloccare il proprio telefono a distanza accedendo a iCloud.com. E l’epilogo, forse, sarebbe stato ben diverso.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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