Apple ha avviato altre due azioni legali contro Qualcomm, ma questa volta a Pechino. Nella prima, Cupertino ha richiesto un risarcimento danni di 1 miliardo di yuan (più o meno $145 milioni) sostenendo che il colosso dei chip abbia violato la normativa antimonopolistica cinese, abusando della propria posizione dominante sul mercato dei fornitori. Reuters non ha diffuso altri dettagli, ma presumibilmente le ragioni sostenute sono simili a quelle della causa intentata in America qualche giorno fa.
La seconda causa, invece, è incentrata sul solito problema delle licenze FRAND: per Apple, infatti, le tecnologie brevettate da Qualcomm, poiché necessarie per il funzionamento di un intero settore produttivo, dovrebbero essere concesse in licenza a fronte del pagamento di royalties forfettarie e contenute.
Qualcomm ha dichiarato di essere pronta a difendere il proprio modello di business, ma che comunque non ha ancora esaminato l’atto di citazione e la documentazione prodotta dai procuratori di Apple. Inoltre, Don Rosenberg, consigliere generale della società di San Diego, ha affermato che ad Apple sono stati prospettati accordi di licenza in linea con quelli accettati da più di 100 compagnie cinesi e che non li ha mai presi in considerazione.
Vista anche l’indagine dell’FTC americana, si prospettano tempi duri per Qualcomm che, qualora dovesse perdere su ogni fronte, rischierebbe di vedere drasticamente diminuire le entrate provenienti dalle licenze sui propri brevetti, con un impatto considerevole sulle proprie casse.