Come scoprire quali app a 32-bit non funzioneranno più con iOS 11

Con la versione 10.3 di iOS, fresca di rilascio, è stato fatto un cambiamento importante sotto il cofano del sistema, ovvero il passaggio al nuovo file system APFS, che presto dovrebbe arrivare anche su macOS Sierra. Rimanendo invece in ambito iOS il prossimo grande cambiamento è atteso con la versione 11, la cui presentazione dovrebbe avvenire durante l’annunciato WWDC 2017, per essere poi rilasciata come di consueto verso l’autunno.

Questo grande cambiamento è in realtà una limitazione che impedirà il funzionamento di app a 32-bit sui nostri iPhone e iPad con installato iOS 11. Si tratta tutto sommato di un processo di transizione ben programmato da tempo. Gli sviluppatori sono infatti obbligati a rilasciare tutte le nuove app in versione 64-bit, così come gli aggiornamenti delle stesse. Pertanto, se nel vostro device sono presenti delle app compilate a 32-bit, si tratta quasi certamente di software ormai abbandonato anche dagli stessi sviluppatori, oppure “aggiornato” attraverso il rilascio di una app alternativa.

Come scoprire dunque se possediamo delle app a 32-bit? La procedura è semplice. Basterà andare in Impostazioni, poi Generali e  quindi cliccare sulla scheda Info (la prima che troviamo). Lì vedremo la voce Applicazioni con a lato il numero di esse presenti sul dispositivo. Cliccando su questa voce ci verrà fornita la lista di app a 32-bit, che quindi non saranno più compatibili con le future versioni di iOS. Nel mio caso sono più di quanto sperassi, circa una trentina. In effetti si tratta nella maggioranza dei casi di applicazioni poco note, alcune ancora presenti nello store ma altre addirittura non più rintracciabili.

Solo in un caso sono infastidito dal mancato aggiornamento da parte dello sviluppatore, nello specifico per Calculus e Pre-Algebra, due app a pagamento sviluppate da Wolfram|Alpha. Il bello è che sulla pagina del portale queste app sono ancora pubblicizzate (ve ne sono decine e coprono diverse necessità e ambiti scientifici), sebbene l’ultimo aggiornamento di molte di esse risalga al 2014. Considerando anche il costo medio di 3,99€ ad app, Wolfram|Alpha dovrebbe correre ad aggiornare il suo catalogo o, per lo meno, evitare di vendere un prodotto che sarà a breve obsoleto.

Forse anche Apple potrebbe in qualche modo intervenire, magari impedendo la vendita di app a 32-bit nel semestre precedente il rilascio di iOS 11, così da invogliare gli sviluppatori ad aggiornare celermente, e al contempo evitare agli utenti di spendere soldi per delle vere e proprie fregature. Inoltre, nel momento dell’acquisto risulta difficile – se non impossibile – per chiunque capire se un’app sia in procinto di divenire obsoleta. A parte la data di ultimo aggiornamento (evitate di spendere soldi per app che non sono state aggiornate negli ultimi 12 mesi) non viene menzionata nessuna futura incompatibilità del software. Un peccato, perché di avvisi ne sono stati messi tanti una volta scaricata l’app, come ad esempio tutte le volte che questa viene aperta. Se vi capita di scaricare un’app a pagamento a 32-bit, ma ve ne accorgete solo dopo il download e l’avvio della stessa, il mio consiglio è quello di provvedere subito a richiedere un rimborso sfruttando i canonici 14 giorni del diritto di recesso.

Simone Sala

Junior Editor - Appassionato di tecnologia, mi piace analizzarne sia gli aspetti tecnici che i risvolti sociali. Sono curioso per natura e cerco sempre di sperimentare le ultime novità in qualsiasi ambito. Collaboro con SaggiaMente dal 2016.

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