Siri a lezione di lingue: ecco come Apple rende poliglotta la sua assistente virtuale

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Il settore degli, o delle se lo si preferisce, assistenti virtuali è in costante movimento, diventando pressoché un must per i principali colossi tecnologici. Apple ha agito da apripista svariati anni fa, dapprima con l’acquisizione degli sviluppatori di Siri e poi col suo rilascio a partire dall’iPhone 4s. Nel corso degli anni Siri ha fatto numerosi passi avanti, soprattutto sul fronte delle lingue. 21 sono quelle supportate, da suddividere ulteriormente poi con le principali inflessioni dialettali in termini di parole, modi di dire e pronunce, coprendo in totale 36 nazioni. Nessun altro prodotto rivale può vantare un supporto così esteso: Microsoft Cortana, la più avanzata in tal senso dopo Siri, si ferma ad appena 8 lingue e 13 paesi totali. In un suo approfondimento, Reuters spiega le chiavi principali di questi ottimi risultati a Cupertino.

Il capo del team dedicato al riconoscimento vocale, Alex Acero, ha illustrato alla nota agenzia stampa il modo in cui Siri apprende una nuova lingua. La prima parte è strettamente a cura umana, registrando letture di testi e parole da parlanti nativi; per i maggiori idiomi questa operazione viene fatta separatamente per ogni inflessione locale (ad esempio, nel caso dell’inglese si è dovuto tenere conto delle numerosi varianti parlate: australiana, britannica, canadese, indiana, irlandese, neozelandese, singaporeana, statunitense e sudafricana). Si procede poi alla trascrizione fonetica di quanto registrato, in modo da fornire al sistema una traccia per elaborare un modello acustico iniziale di comprensione.

Nella fase successiva vengono coinvolti gli utenti, dato che Apple introduce pubblicamente il supporto alla lingua aggiuntiva nelle funzioni di dettatura dei suoi sistemi operativi. In maniera anonima vengono registrati dei campioni vocali che, una volta trascritti, permetteranno al meccanismo ancora in training di perfezionare le sue capacità riducendo il più possibile gli errori di riconoscimento. Se l’azienda è soddisfatta dei progressi effettuati, ingaggia attori/doppiatori per dar voce a Siri nelle risposte alle domande più comuni che porrebbero gli utenti e passa al rilascio finale in un successivo aggiornamento di iOS e macOS. Da lì in poi ogni due settimane, per mezzo di continui rilevamenti automatici, verranno implementate migliorie al fine di rendere l’assistente in grado di rispondere a un numero sempre maggiore di richieste.

Questo processo di apprendimento è continuo, permettendo ad Apple di aumentare il bacino d’utenza globale di Siri. Attualmente è alle fasi finali nelle Beta di iOS 10.3 e macOS 10.12.4 l’implementazione di uno dei maggiori dialetti cinesi, quello di Shanghai, in aggiunta ai già supportati mandarino e cantonese. Speriamo che prima o poi si ricordino di dare una rispolverata all’italiano in ottica Apple TV, dove Siri opera già in numerose lingue ma non ancora la nostra.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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