Apple sarebbe al lavoro su un rivoluzionario sensore per monitorare il diabete

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Spesso, come pubblico, siamo concentrati ad osservare le mosse di Apple nel settore dell’informatica, della musica e dell’intrattenimento. Tuttavia, uno degli ambiti che potrebbe rivelarsi di importanza strategica per la compagnia è quello della salute. Ne avevamo parlato tempo fa in modo diffuso con questo articolo (Apple continua ad investire nel settore della salute, facciamo il punto) cogliendo l’occasione di annunciare l’ennesima acquisizione di una compagnia operante nel campo medico. Apple di certo non nasconde l’impegno profuso in campo medico, ed anzi è la prima a pubblicizzarne intenti e obiettivi sul suo portale web, specialmente nelle pagine riservate a ResearchKit e CareKit.

Oggi CNBC ha annunciato un interessante scoop in merito ad un progetto portato avanti segretamente da Apple, e che potrebbe rivelarsi di estrema importanza per gli oltre 415 milioni di individui affetti da diabete nel mondo. La ricerca – portata avanti da almeno cinque anni a questa parte – riguarda un nuovo modo di misurare il tasso glicemico nel sangue, aspetto di fondamentale importanza per tutti i pazienti diabetici, in particolar modo se affetti da diabete di tipo I. Attualmente la maggior parte dei pazienti utilizza misurazioni spot per conoscere la glicemia, ma risulta così difficile prevedere la concentrazione degli zuccheri nel sangue nelle ore successive al test e dunque se si sta andando verso una situazione di iperglicemia o ipoglicemia. Le migliori tecnologie attuali permettono anche misurazioni continuative, come quella di recente presentata da Senseonics, ma richiedono l’impianto chirurgico sotto pelle di un sensore da cambiare ogni 90 giorni.

Presso un laboratorio non ben definito di Palo Alto, invece, un gruppo di ingegneri biomedici starebbe lavorando ad una tecnologia in grado di misurare il livello di glucosio nel sangue senza entrare in diretto contatto con il campione. Il principio di funzionamento può all’apparenza sembrare semplice e assimilabile alle attuali tecnologie che permettono di misurare il battito cardiaco o l’ossigenazione del sangue, ma è in realtà quanto di più complesso si possa immaginare, tanto da essere definito il “Santo Graal” della scienze mediche. Un progetto a cui hanno lavorato molte compagnie ma che il più delle volte è sfociato in un nulla di fatto.

Le fonti di CNBC riferiscono che il team di ingeneri risponde direttamente a Johny Srouji, responsabile delle tecnologie hardware per Apple. Il progetto è portato inoltre avanti grazie al know-how ottenuto assumendo numerosi esperti da aziende specializzate come Vital Connect, Masimo, Sano, Medtronic e C8 Medisensors. È interessante notare come questa idea risalga addirittura a Steve Jobs, la cui visione starebbe dunque facendo ancora funzionare a pieno regime alcuni centri di ricerca di Cupertino, nonostante la prematura scomparsa stia per giungere ormai al sesto anniversario. Se davvero Apple riuscisse ad implementare nel giro di poco tempo un sensore di tale fattura in un prodotto come l’Apple Watch, avrebbe in mano un vantaggio concorrenziale rispetto al mercato paragonabile, pur con le dovute differenze di settore, a quello ottenuto con iPhone nel 2007. Ma, cosa ancora più importante, potrebbe apportare un miglioramento sostanziale alla vita di molte persone, costrette a fastidiose ma quanto mai essenziali pratiche di monitoraggio della propria salute, più volte al giorno.

L’abbinamento della misurazione del tasso glicemico ad un prodotto smart e diffuso quale Apple Watch, potrebbe inoltre aprire la strada ad un gigantesco studio sul diabete, così come Apple sta facendo in collaborazione con importanti università per altre malattie. L’accoppiamento dei dati sulla glicemia con tutti gli altri paramenti vitali, di attività fisica e le abitudini alimentari degli individui potrebbero essere collezionati e analizzati a livello globale, ampliando le nostre conoscenze sulle cause e su come contrastare la malattia, sia a livello di popolazione sia di singoli individui. Questo è probabilmente l’aspetto più importante e che più potrà influenzare la ricerca medica dei prossimi decenni, grazie alla rete, ai big data e all’entrata nel settore di compagnie come Apple, che possono garantire ai ricercatori un campione di “pazienti” quanto mai vasto. Ovviamente, a quel punto, l’aspetto della privacy e del trattamento dei dati, risulterà di importanza vitale, ma come sempre del resto.

Simone Sala

Junior Editor - Appassionato di tecnologia, mi piace analizzarne sia gli aspetti tecnici che i risvolti sociali. Sono curioso per natura e cerco sempre di sperimentare le ultime novità in qualsiasi ambito. Collaboro con SaggiaMente dal 2016.

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