Forstall, Fadell e Christie svelano qualche retroscena sul primo iPhone

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Sono passati già 10 anni, eppure non ne abbiamo ancora abbastanza di sentir parlare di iPhone. Superficialmente si potrebbe etichettare come uno dei tanti prodotti di elettronica di consumo che ha avuto successo, ma in realtà è stato molto di più di questo. Chi ha vissuto da adulto gli anni a cavallo della sua presentazione, ricorda bene come siano cambiate le cose dopo il suo avvento e di quanto fosse diverso ed innovativo per il 2007. Per questo c’è tanta curiosità su come sia nato, sulle persone che ci hanno lavorato e su tutti i retroscena che possono farci assaporare i momenti che hanno preceduto l’istante in cui Steve Jobs l’ha finalmente svelato nel suo storico keynote. Considerare l’iPhone solo per quello che è oggi, confrontandolo alla pari con altri smartphone che inevitabilmente derivano da lui, significa dimenticarne il suo valore storico. Che non è solo quello intrinseco relativo al design o alle funzioni ma è anche quello delle ricadute sulla società. In un certo senso è grazie a lui che abbiamo assistito ad una vera e propria democratizzazione di Internet.

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Il Wall Street Journal ha realizzato una bella intervista con tre uomini chiave che hanno lavorato alla realizzazione del primo iPhone: Tony Fadell, Scott Forsall e Greg Christie. Il video completo dura circa 10 minuti e vi consiglio di vederlo su questa pagina. Dai primi 5 minuti ho estrapolato alcuni passaggi che ritengo interessanti e li ho tradotti con una buona dose di libertà.

Scott Forstall: L’iPod andava sempre meglio, aveva raggiunto circa il 50% delle nostre vendite. Così ci siamo chiesti cosa avrebbe potuto cannibalizzarlo nel lungo periodo e una delle maggiori preoccupazioni erano i cellulari.

Scott Forstall: Tutti noi avevamo cellulari e tutti li trovavamo insoddisfacenti, così abbiamo pensato che potevamo realizzare qualcosa di meglio.

Tony Fadell: Abbiamo provato trenta o quaranta metodi per usare la wheel di iPod in un telefono, ma nessuno sembrava logico o intuitivo.

Scott Forstall: Ricordo il giorno in cui eravamo seduti a tavola con Steve, entrambi con i nostri cellulari, e lui disse se era possibile usare la tecnologica touch che avevamo sviluppato per i tablet anche nelle dimensioni di un dispositivo tascabile come un telefono.

Scott Forstall: Intorno al 2005 avevamo realizzato moltissimi progetti di interfaccia ma Steve venne in uno dei nostri meeting e disse che nessuna era abbastanza buona. Ci ha dato due settimane per mostrargli qualcosa di molto meglio ed abbiamo lavorato 168h alla settimana senza sosta per farlo. Alla fine delle due settimane ricordo di aver guardato il risultato e di aver pensato che fosse fenomenale, che fosse quello giusto.

Greg Christie: La prima volta che Steve l’ha visto è rimasto impassibile, non una parola, un gesto o una domanda. Ha solo voluto rivedere tutto una seconda volta. E la ricompensa per aver fatto quella presentazione fu di ucciderci di lavoro per i successivi due anni e mezzo.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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