Scott Forstall parla della nascita dell’iPhone e della questione skeuomorfismo

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La vita di Scott Forstall fuori da Apple sta scorrendo piuttosto tranquilla e relativamente sotto traccia, salvo sporadiche notizie. In questi anni il vecchio deus ex machina di iOS ha viaggiato per missioni educative (anche in Italia), fatto consulenza per aziende come Snapchat e prodotto spettacoli teatrali. Sinora non era mai tornato a parlare molto del suo passato cupertiniano, fatta eccezione per brevi riferimenti nelle poche interviste concesse. Scott ha ripreso l’argomento nelle scorse ore, parlando al Computer History Museum di Mountain View, dove si è tenuto un evento per celebrare il decennale dell’iPhone. Gli spezzoni principali sono stati raccolti da Macrumors e 9to5Mac.

Riguardo la genesi del dispositivo, Forstall ricorda come l’iniziativa sia stata presa da Steve Jobs a seguito di un evento particolare: lui e la moglie Laurene avevano invitato a cena un’amica di quest’ultima, insieme al marito, che lavorava in Microsoft. L’uomo colse l’occasione per decantare gli allora nascenti tablet PC, coi loro pennini stilo, proprio davanti al CEO della storica rivale. Ciò non manco di far infuriare Jobs, che per tutta risposta convocò i principali dirigenti Apple per avviare il “Project Purple” al fine di rilasciare una soluzione migliore di quella Microsoft. Questo aneddoto, in realtà, non è una novità assoluta, dal momento che viene già discusso nella biografia ufficiale di Jobs (capitolo 35, “L’iPhone”); Forstall ne ha dato però un’ulteriore importante conferma.

Alla base di “Purple”, però, vi era originariamente un tablet e non un telefono, anche questa storia nota. Il cambio di rotta definitivo avvenne durante un pranzo tra Forstall e Jobs, in cui discutevano delle interfacce poco intuitive offerte all’epoca dai cellulari e vedevano poca soddisfazione nell’utilizzo anche attorno a loro, tra i dipendenti Apple seduti ai tavoli della caffetteria aziendale. Da lì gli sforzi si concentrarono nel creare un’esperienza piacevole tramite il multitouch su un dispositivo dalle dimensioni compatte. Il resto è storia nota.

Un altro elemento di discussione nell’intervista è stato l’annoso dibattito sul design software, esploso con gran forza proprio con la fuoriuscita di Forstall da Apple. Skeuomorfismo o flat? Alla domanda generale il buon Scott ha risposto in modo piuttosto diplomatico. Incalzato dapprima se trovasse certi elementi delle attuali versioni di iOS “da far scuotere la testa” in disapprovazione, ha ribattuto come per un designer sia prassi normale pensare a come migliorare qualsiasi cosa, e vale anche per quanto si è fatto in prima persona. Passando poi al nocciolo della questione, ha sostenuto come il termine skeuomorfismo non sia mai stato utilizzato durante il suo periodo a One Infinite Loop né tantomeno sia di suo gradimento, suonando poco naturale (paradossalmente in contrasto coi princìpi skeuomorfici, che traggono forte ispirazione da elementi naturali e reali); preferisce parlare di buon design, amichevole e disponibile, senza la necessità di un libretto d’istruzioni. Quanto fatto su iOS nelle prime 6 versioni è stato un prosieguo della visione estetica di Jobs, manifestatasi sin dal primo Macintosh. Un’idea che ha funzionato, testimoniata dalle vendite e dal gradimento degli utenti.

Come prevedibile Forstall ha difeso il suo operato, ma allo stesso tempo non ha nemmeno criticato apertamente il percorso flat intrapreso da Jony Ive. Un limbo che di fatto lascerà senza una risposta definitiva la grande discussione su quale sia il miglior design. Una cosa che presumibilmente metterà d’accordo entrambi gli schieramenti è il modo in cui l’esperienza d’uso dell’ecosistema iOS ha cambiato le vite di molti, con gli esempi di una bambina di due anni che ha imparato da sola ad utilizzare l’iPad e una donna centenaria che ha potuto riprendere a leggere e scrivere sempre grazie al tablet Apple.

Nel corso dell’intervista, si è parlato pure dello stretto rapporto d’amicizia tra Forstall e Jobs, che ha avuto il suo apice nel 2004, quando Scott contrasse un pericoloso virus intestinale. Jobs si mantenne in costante contatto con lui e non esitò ad inviargli in tarda serata a casa una professionista in agopuntura per aiutarlo al di fuori delle terapie convenzionali. Chi desiderasse vedere l’intervento completo di Forstall e di altre ex-figure chiave di Apple può farlo dalla pagina Facebook del Computer History Museum.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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