Tra gli sviluppi degli ultimi anni in campo wireless si segnalano le reti denominate mesh. I dispositivi che ne fanno parte sono strettamente dipendenti l’uno dall’altro: tutti sono in grado di processare i dati in entrata ed uscita, non necessitando di un device che funga da server principale, e fungono da ripetitori per far sì che ogni componente connesso sia sempre a conoscenza delle modifiche in tempo reale. In aggiunta alle classiche reti Wi-Fi 802.11, questa tecnologia è stata nelle scorse ore adottata in via ufficiale anche dal Bluetooth Special Interest Group, l’ente promotore dell’omonimo standard.
Il vantaggio delle reti mesh sta non solo nella sua decentralizzazione, ma pure nella copertura, permettendo l’utilizzo del Bluetooth nella sua configurazione Low Energy, o LE, su più vasta scala. Non si tratterà di qualcosa che utilizzeremo con gli smartphone: queste reti serviranno perlopiù in contesti di domotica e di automazione industriale, dove i dispositivi beneficeranno sensibilmente di una comunicazione diretta tra loro, con vari meccanismi di sicurezza e a basso impatto energetico. Più in generale, tutto ciò che fa parte del cosiddetto Internet of Things è il candidato ideale per farne buon uso.
Molto interessante è il fatto che non occorrerà attendere la diffusione del Bluetooth in versione 5.0 per sfruttare le capacità mesh. Esse saranno compatibili con tutti i dispositivi che supportano almeno Bluetooth 4.0 LE. Questo almeno sulla carta; in pratica con molte probabilità occorrerà attendere l’arrivo di aggiornamenti firmware dai singoli produttori. Considerato però che sono stati proprio questi a richiedere fortemente l’inclusione delle reti mesh nello standard Bluetooth, a detta del SIG, c’è da aspettarsi che i rilasci non tardino troppo nel tempo.