Gli Stockisti e Console Planet accusati di aver evaso 50 milioni di tasse

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Non sono solo grandi realtà come Apple, Google ed Amazon a finire nell’occhio del ciclone del fisco italiano, ma anche società più piccole (ma con un discreto giro d’affari) come STK Europe Ltd, con sede a Malta e proprietaria dei marchi Gli Stockisti e Console Planet, due e-commerce molto conosciuti dagli appassionati di tecnologia. Infatti, chiunque poteva acquistare a prezzi fortemente scontati smartphone, TV, console e videogiochi con pochi click del mouse.

La Polizia di Stato, in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha infatti avviato un’indagine nei confronti della società maltese e dei suoi collaboratori, che ha portato all’emissione di 18 ordinanze di custodia cautelare, di cui 10 già eseguite. Infatti, gli inquirenti contestano a STK Europe Ltd di aver intenzionalmente evaso 50 milioni di euro di tasse (su 250 di fatturato) con un sistema abbastanza conosciuto e già usato in altre occasioni da alcune multinazionali: si crea una società licenziataria italiana alla quale si vendono i dispositivi al prezzo di mercato, di modo da far chiudere il bilancio in pareggio o in perdita. Dopo qualche tempo, l’impresa locale viene messa in liquidazione e ne viene creata una nuova, alla quale vengono di nuovo concessi in licenza i marchi e gli e-commerce per iniziare di nuovo lo stesso giro.

La società italiana, quindi, funge più o meno da cartiera, di modo da “distrarre” i controlli del fisco il più possibile. Un sistema simile è stato utilizzato anche da Apple che, recentemente, ha chiuso il contenzioso con l’Agenzia delle Entrate con una transazione e un patteggiamento per i dirigenti rinviati a giudizio. La situazione di STK Europe è, però, leggermente più complessa: per quanto l’importo determinato dagli inquirenti sia inferiore rispetto ai big del settore, alle singole persone coinvolte è stata contestata anche l’associazione per delinquere, oltre che il reato di evasione fiscale.

Al di là di come si chiuderà la vicenda (le cui premesse sono decisamente preoccupanti per i soggetti coinvolti, visto anche il più che evidente dolo dei propri comportamenti), essa è sintomatica dell’attuale evoluzione del mercato dell’e-commerce, sempre più accentrato nelle mani di pochi ed enormi competitor che, ad oggi, possono permettersi benissimo di pagare qualche sanzione che intacca poco o nulla la propria liquidità, oltre ad avere un peso specifico sui governi nazionali per il dare lavoro a migliaia di persone.

L’evasione va sempre combattuta, dall’ambulante che vende le cozze sgusciate senza autorizzazione all’angolo della strada fino alla multinazionale, ma è forse il caso di chiedersi se sia arrivato il momento per la politica comunitaria e per quella nazionale di trovare una quadratura del cerchio con un fisco equo e certo, prima che il mercato delle PMI venga definitivamente schiacciato da chi può permettersi qualche miliardo di multa in barba a chi subisce quotidianamente il peso di tasse, imposte e balzelli vari sempre più asfissianti. La legge è uguale per tutti (ma alcuni animali sono più uguali degli altri, cit.).

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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