Jony Ive a tutto tondo sulla fase progettuale dell’Apple Park

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L’ultimo prodotto concepito, almeno sul piano spirituale, da Steve Jobs si sta approssimando al rilascio in questi mesi. Parliamo ovviamente dell’Apple Park, edificato al posto di un vecchio campus HP e voluto con forza dall’allora CEO, per dare un ambiente più confortevole e futuristico alla maggioranza degli impiegati Apple sinora ubicati negli storici uffici di One Infinite Loop. I primi trasferimenti sono iniziati, ma c’è ancora attività di cantiere con la sistemazione degli ultimi dettagli urbanistici e soprattutto il completamento dello Steve Jobs Theater, che Apple auspica senz’altro di poter inaugurare col keynote per l’iPhone del decennale. La transizione richiederà tutto il resto dell’anno, col team design di Jonathan Ive che prenderà possesso della sua area dedicata solo in autunno inoltrato, tra gli ultimi. A rivelarlo è lo stesso Ive, in un’intervista concessa al Wall Street Journal (a pagamento; free via 9to5Mac e MacRumors) dove svela anche numerosi dettagli progettuali del Park.

L’area dedicata al design sarà nel quarto piano, lo stesso dove troveranno posto i maggiori dirigenti Apple; subito sotto saranno collocati i grandi gruppi di lavoro dedicati ad Apple Watch e Siri, mentre i due piani inferiori vedranno il resto dei team principali, ovvero Mac, iDevice, altri dispositivi hardware, sistemi operativi e software. Si è preferita una struttura larga piuttosto che alta, evitando così l’installazione di ascensori e favorendo un più semplice orientamento per i dipendenti con l’organizzazione delle aree nonché un approccio di tipo open space. Anche l’ingresso è stato studiato appositamente, coi parcheggi posizionati a circa un quarto di miglio dall’edificio principale e importanti lavori di viabilità per favorire l’arrivo a piedi, in bici o addirittura su golf cart riadattati al contesto d’uso.

Il pragmatismo è stato alla base delle scelte estetiche per l’Apple Park, realizzato dallo studio di architettura Norman Foster con la collaborazione di Jobs e, appunto, Ive. Benché gli ambienti open space presentino di solito problematiche in termini non solo di privacy, ma anche di suoni esterni e concentrazione, Ive assicura che la composizione interna a “capsule” (di cui avevamo parlato a maggio) è stata pensata nei minimi dettagli per garantire il massimo comfort dei lavoratori. Ma non è solo una questione di uffici. Un ruolo chiave nel welfare lo giocheranno inoltre la nuova gigante cafeteria su 4 livelli (niente pasti gratis, però: continueranno ad essere a pagamento) e il giardino centrale, che oltre a fungere da polmone verde dell’Apple Park ospiterà anche gli storici “beer bash” e concerti dal vivo. Questi ultimi in certe occasioni verranno svolti nello Steve Jobs Theater, insieme agli altri eventi pubblici e non.

Non è mancato uno spazio per alcune critiche al progetto. Ha suscitato non solo consensi ma pure parecchie controversie l’innesto di oltre 9.000 alberi, soprattutto da frutta, nell’Apple Park, che a detta di alcuni locali starebbe danneggiando l’ecosistema dell’area di San Francisco, da cui la maggior parte della vegetazione proviene. Ive ha rigettato le accuse, sostenendo che l’azienda lavora con uno specialista del settore per la selezione delle piante, in un processo durato anni e che dura tuttora, senza causare problemi ambientali proprio grazie alla gradualità. Altri due punti su cui Jony non ha al momento ribattuto riguardano invece gli uffici: non tutti gli ingegneri sono entusiasti delle “capsule”, ritenendole ben poco sufficienti a preservare la concentrazione necessaria durante il lavoro. In aggiunta, la forte presenza di elementi in vetro combinata con l’altrettanto forte numero di alberi causerebbe non pochi problemi in termini riflettivi, inondando l’interno di luce verde. Il WSJ fa intendere che ciò non fosse nei piani di Ive e Foster, pertanto sarà da valutare l’impatto effettivo che avrà ed eventualmente le modifiche correttive da apportare. Insomma, l’Apple Park è in versione 1.0 e come tale ha i suoi difetti di gioventù, più o meno gravi. Come già avvenuto ad altri prodotti Apple alle loro prime generazioni, servirà un po’ di tempo affinché arrivi alla maturità prevista.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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