Apple e Google hanno rimosso dai propri store ben più di 300 applicazioni che, sotto le mentite spoglie di software per il trading online basato sulle opzioni binarie. Fondamentalmente, le app incoraggiavano gli utenti a scommettere se il valore delle azioni o delle valute sarebbe aumentato o diminuito in un determinato lasso di tempo. La decisione è stata presa in seguito ad alcune indagini portate avanti dalla polizia inglese e dall’Autorità per la sicurezza degli investimenti australiana, scaturite anche dalla denuncia di una settantenne che, rimasta vedova, aveva pensato di investire in opzioni binarie per tirare avanti.
Dopo un primo versamento di 220 sterline, alcune persone, definitesi broker e che lavoravano per i gestori dell’app BinaryUno, l’hanno convinta ad investire quasi tutti i suoi risparmi (pari a 40.000 sterline!) per poi svuotare il suo account e sparire nel nulla, liquidando la società.
Molte delle app bannate dagli store, peraltro, non avvertivano correttamente gli utenti dei rischi nei quali avrebbero potuto incorrere giocando con le opzioni binarie. Le autorità australiane sono rimaste colpite dalla velocità con la quale Apple e Google hanno rimosso i software incriminati.
Il problema delle app di questo tipo è che, sempre più spesso, sono realizzate da società con la sede legale all’estero e quindi rintracciare i fondi illecitamente raccolti è praticamente impossibile, a meno che non si riesca a ottenere un blocco dei conti correnti aziendali tramite un provvedimento giurisdizionale d’urgenza.