Oggi è il giorno di macOS High Sierra, ecco alcuni consigli utili da seguire prima di aggiornare

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A distanza di sei giorni dal rilascio di iOS 11, Apple si appresta a distribuire macOS 10.13 High Sierra tramite il Mac App Store. Come abbiamo scritto lo scorso anno, prima di aggiornare un sistema operativo desktop è consigliabile seguire alcune operazioni preliminari, che vi riporto integrate con alcune osservazioni specifiche per il nuovo OS.

Step 1: Compatibilità dei Mac

Ringraziando il cielo, Apple non ha escluso altri Mac dalla lista di compatibilità con il nuovo sistema operativo che, di conseguenza, può essere installato su tutti i computer che già possono eseguire Sierra. Essi sono:

  • MacBook (fine 2009 o più recente)
  • MacBook Pro (metà 2010 o più recente)
  • MacBook Air (fine 2010 o più recente)
  • Mac mini (metà 2010 o più recente)
  • iMac (fine 2009 o più recente)
  • Mac Pro (metà 2010 o più recente)

Per verificare che il nostro computer sia tra i compatibili basta premere su  e dunque su “Informazioni su questo Mac”. Se disponiamo di Yosemite, El Capitan o Sierra, la finestra che vedremo sarà molto simile alla seguente:

Il dato che ci occorre guardare è quello evidenziato col rettangolo dai bordi rossi. Qualsiasi indicazione temporale che sia superiore a quella indicata nella lista soprastante per il proprio modello dà il via libera a Sierra.

Se disponiamo di una versione antecedente a Yosemite, però, la schermata sarà diversa e non risulterà subito immediato risalire al proprio modello. In questo caso occorrerà premere sul pulsante “Più informazioni…” o “Informazioni di sistema” per aprire una nuova finestra più dettagliata (si può aprire anche sui sistemi più recenti tramite “Resoconto di sistema”):

Il dato che ci interessa è l’identificatore modello. Andiamo a rintracciarlo nelle liste ufficiali compilate da Apple:

L’identificatore ci permetterà così di conoscere la generazione del nostro Mac, verificando dunque con l’elenco dei computer supportati da Sierra. In caso di riscontro positivo, potremo procedere a verificare i requisiti secondari, ossia:

  • OS X 10.7.5 o successivo
  • 2 GB di memoria
  • circa 10 GB di spazio libero su disco.

Anche quest’anno, il primo è in particolare da tenere a mente: se si proviene da Snow Leopard, occorrerà effettuare un passaggio intermedio a El Capitan. Entriamo nel Mac App Store e premiamo sul link “OS X El Capitan”. Una volta entrati nella pagina di presentazione dedicata, clicchiamo su “Scarica” e una volta completato il download seguiamo le successive istruzioni.

Step 2: Verifica del supporto alle app e alle periferiche in nostro possesso

Mai come quest’anno è opportuno verificare quali software si usino per lavorare con il proprio Mac. Infatti, sia Microsoft che Apple stessa hanno annunciato alcune incompatibilità di High Sierra con le versioni di Office antecedenti alla 2013, di cui non non saranno rilasciati nemmeno più gli aggiornamenti di sicurezza, e con le vecchie distribuzioni dei software professionali di Cupertino, di cui trovate una lista in questo mio articolo. Pare che ci siano problemi con ArubaSign, il software per la firma elettronica di Aruba, che molti di noi usano come il pane. Lo stesso discorso vale per le periferiche: se funzionano già con Sierra non dovrebbero esserci questioni di compatibilità, ma è meglio controllare sul sito del produttore o in forum specializzati se vi sono problemi con High Sierra o se sono già stati approntati i nuovi driver. Accertata l’eventuale compatibilità della nostra configurazione hardware e software, si può passare al terzo step.

Step 3: Rete e batteria

In questo caso vale quanto già scritto dal buon Razziatore lo scorso anno:

macOS High Sierra sarà reso disponibile sul Mac App Store, pertanto occorrerà la connessione ad Internet. La situazione ideale è avere a disposizione una rete Wi-Fi o Ethernet, appoggiata a una linea ADSL (con buone velocità) o fibra. In quasi tutte le situazioni l’abbonamento pattuito col gestore è di tipo flat, con una quota fissa mensile e senza limiti nello scaricamento dei dati. Molto diverso è il discorso se siamo costretti ad appoggiarci a una connessione 4G o 3G. Le velocità nella media saranno più alte, ma dovremo fare i conti col limite massimo di GB previsto dal piano dati. Poiché Sierra richiederà svariati GB per essere scaricata sarà opportuno accertarsi preventivamente sia quanto prevede il nostro piano mensile sia quanto ci rimane prima del suo esaurimento. Avremo inoltre bisogno di un dispositivo in modalità tethering, ovvero il riversamento della connessione 3G/4G attiva in una rete Wi-Fi accessibile da altri prodotti, fungendo così come un modem-router in miniatura. Queste sono le principali procedure per attivarla sulle due principali piattaforme:

  • iOS: rechiamoci in Impostazioni, entriamo nella sezione Cellulare e attiviamo l’Hotspot Personale. Se non abbiamo ancora impostato una password, inseriamola. Nel caso ve ne fosse una già esistente avremo la possibilità di visualizzarla e volendo modificarla.
  • Android: il percorso può differire leggermente a seconda del dispositivo e delle personalizzazioni del produttore, ma si tratta spesso di variazioni minori. Entriamo in Impostazioni, nell’area dedicata alle connessioni premiamo su Altro e dunque su Tethering/hotspot portatile. Lì troveremo lo switch per attivare il tethering. Anche qui se non abbiamo già impostato una password è bene farlo e se invece c’è già potremo vederla e/o modificarla.

Dato che i consumi di dati possono essere elevati il suggerimento è di attivare il tethering solo a rilascio avvenuto da parte di Apple. Ancor prima di farlo, però, assicuriamoci che il gestore lo includa nel piano tariffario. Questo è un punto che tocca in particolare chi ha Vodafone, dato che varie sue tariffe non prevedono il tethering senza extra costi. E questi ultimi, una volta applicati, rischierebbero di essere davvero salati, dunque meglio non prendere alla leggera questa verifica.

Oltre alla rete, importante per i Mac portatili è l’aspetto energetico. Non è molto consigliato effettuare l’upgrade senza l’alimentazione da corrente. Qualora però non avessimo proprio scelta, assicuriamoci che il computer disponga di almeno un 70% di carica prima di procedere. Più ce n’è, meglio è. Anche perché ritrovarsi con la batteria a terra nel bel mezzo dell’installazione non è piacevole da gestire successivamente.

Il prossimo passo potrebbe però aiutarci anche per questo: parliamo infatti di backup.

Step 4: Backup

Se lo scorso anno questo paragrafo iniziava con un “Il backup non è importante. Di più.“, quest’anno direi che il backup è fondamentale: High Sierra, infatti, segna finalmente il passaggio dal vecchio filesystem HFS+ al nuovo APFS. La procedura di conversione sarà trasparente ed indolore, ma visto che agisce a così basso livello è opportuno salvare tutti i propri dati su un hard disk esterno (o, quanto meno, salvare i documenti più importanti sul cloud con servizi come Dropbox o iCloud Drive). Ovviamente, la procedura di conversione riguarda solo il disco dove viene eseguito il sistema operativo e non inficerà altri dischi collegati.

Per effettuare una copia di sicurezza dei dati, vi riporto quanto già scritto lo scorso anno:

Il metodo più semplice, avendo a disposizione un’unità di archiviazione esterna sufficientemente capiente (niente chiavette USB, quindi) oppure di rete, è Time Machine. Se l’unità è nuova, basterà collegarla che automaticamente il sistema ci proporrà di utilizzarla per effettuare il backup. Nel caso non lo facesse, basterà compiere un’altra procedura altrettanto semplice:

  • Colleghiamo il disco esterno
  • Quasi sicuramente avremo l’icona di Time Machine vicina alle altre di stato come Wi-Fi e audio; se così non fosse, dovremo aprire le Preferenze di Sistema (da Launchpad o cercando con Spotlight) e premere su Time Machine
  • Presumendo di avere l’icona di stato, premiamoci sopra e nel menu selezioniamo “Apri le preferenze di Time Machine…”
  • Clicchiamo sul pulsante “Seleziona disco…” e nella schermata successiva scegliamo l’unità che abbiamo collegato, confermando tramite “Utilizza il disco”
  • Chiudiamo la finestra delle preferenze e clicchiamo di nuovo sull’icona di Time Machine, selezionando stavolta “Esegui backup adesso”

timemachine

Ci vorrà un po’ di tempo se è il primo backup che effettuiamo: macOS ci avviserà con una notifica al termine dell’operazione. Potremo dunque procedere all’espulsione del disco trascinandone l’icona sul cestino. Qualora dovessimo ripristinare, per singoli file o cartelle basterà collegare di nuovo l’unità esterna, premere sull’icona di Time Machine e selezionare stavolta “Entra in Time Machine”. Nell’interfaccia che comparirà avremo la possibilità di scegliere ciò che intendiamo recuperare. Nel caso invece volessimo ripristinare il backup dell’intero sistema, dovremo farlo dall’area Recovery. Colleghiamo il disco esterno prima di accendere il Mac, poi subito all’avvio teniamo premuti i tasti Cmd e R (o Alt, Cmd e R) finché non compare il logo Apple a schermo. Non è detto che il comando venga sempre recepito, perciò armiamoci di pazienza e riavviamo il computer finché non riusciamo. Nella finestra che seguirà, selezioniamo “Ripristina da backup di Time Machine” e seguiamo le successive istruzioni.

Non abbiamo un’unità di archiviazione adeguata? Se disponiamo di semplici chiavette USB, potremo copiare lì manualmente almeno i file personali tramite il Finder. Lo stesso se scegliamo la via del cloud. In entrambi i casi dovremo comunque fare i conti coi limiti dello spazio disponibile, pertanto verifichiamo quanto andremo a salvare e cerchiamo di stabilire se qualcosa di poco importante può essere sacrificato.

Step 5: Pulizia

Lo scorso anno Razziatore consigliava di utilizzare CleanMyMac 3 (già compatibile con High Sierra) per la pulizia del proprio Mac, in particolar modo per chi non ha abbastanza spazio per l’installazione del nuovo sistema operativo o per eliminare tutti i file che una installazione di un nuovo sistema operativo si lascia dietro. Il consiglio è quello di utilizzare la procedura automatica di pulizia prevista dal software di MacPaw.

Quest’anno, oltre al sempre valido (ma più complesso) Onyx, abbiamo anche una terza via che possiamo seguire: lo strumento di ottimizzazione del disco di macOS Sierra. Esso è accessibile dal menu , Informazioni di sistema, Archivio. Dopo un’analisi del disco (più o meno veloce a seconda della sua grandezza e di quanto è pieno), saranno mostrati una serie di consigli da seguire per liberare prezioso spazio su di esso.

Se, invece, preferiamo procedere con una installazione di High Sierra da zero, formattando totalmente il disco fisso, dobbiamo creare dapprima un disco di boot. Personalmente, preferisco utilizzare una chiavetta USB molto veloce e il software DiskMaker X (già compatibile con High Sierra!) per la creazione di un disco di boot con il quale procedere alle operazioni necessarie per riportare il computer come nuovo, ma in alternativa, se si preferisce cimentarsi con il Terminale, è possibile seguire quanto già scritto lo scorso anno:

Prepariamo innanzitutto l’unità che andremo ad utilizzare come supporto d’installazione, se ancora non l’abbiamo già fatto:

  • Apriamo Utility Disco, tramite la cartella Altro nel Launchpad oppure cercandola da Spotlight
  • Colleghiamo l’unità e assicuriamoci che venga riconosciuta dall’utility, comparendo nella barra laterale sulla sinistra
  • Se abbiamo El Capitan o Sierra, procediamo così: selezioniamo l’unità da inizializzare e premiamo sul pulsante “Inizializza” nella parte a destra. Nella schermata che compare, apriamo il menu a tendina “Formato” e selezioniamo “OS X esteso (journaled)”. Diamo un nome al supporto (es. SierraInstaller), dunque premiamo su “Inizializza”. A procedura completata, confermiamo con “Fine”.
  • Se abbiamo Yosemite o precedente: selezioniamo l’unità da inizializzare e nella parte a destra apriamo la scheda “Inizializza”. Apriamo il menu a tendina “Formato” e selezioniamo “Mac OS Esteso (journaled)”. Diamo un nome al supporto (es. SierraInstaller), dunque premiamo su “Inizializza”. Attendiamo che si completi la procedura.
  • Terminato il tutto, chiudiamo Utility Disco e lasciamo collegata l’unità appena inizializzata

Ora rechiamoci sul Mac App Store, apriamo la pagina di presentazione dedicata a Sierra e iniziamo il download. Una volta completato, chiudiamo l’Installer apertosi automaticamente (tramite Monitoraggio Attività, dato che il pulsante di chiusura finestra è disattivato). Apriamo ora il Terminale, tramite la cartella Altro nel Launchpad oppure da Spotlight, e immettiamo il seguente comando:

sudo /Applications/Install\ macOS\ HighSierra.app/Contents/Resources/createinstallmedia --volume /Volumes/HighSierraInstaller --applicationpath /Applications/Install\ macOS\ HighSierra.app --nointeraction &&say Done

(Nota: il comando soprastante presume che il nome dato all’unità sia HighSierraInstaller. In caso di altro nome, occorre modificare l’apposita sezione della sintassi soprastante.)

Se il comando è corretto, premiamo il tasto Invio. Inseriamo quando richiesto la nostra password utente e lasciamo che il Terminale completi l’operazione. Una volta che il tutto è stato completato, possiamo chiudere il Terminale e riavviare il Mac in modalità Recovery. Subito all’avvio teniamo premuti i tasti Cmd e R (o Alt, Cmd e R) finché non compare il logo Apple. Nella finestra che seguirà premiamo innanzitutto su “Utilizza Utility Disco per reinizializzare il disco” e formattiamo l’unità principale del Mac; la procedura è molto simile a quella vista sopra per preparare il supporto d’installazione. Completata l’inizializzazione, chiudiamo Utility Disco e una volta tornati nella finestra iniziale premiamo su “Reinstalla macOS”, seguendo le successive istruzioni.

Quanto appena descritto non è detto ci occorra farlo. Nella maggioranza dei casi si procederà tramite aggiornamento diretto sul sistema operativo preesistente, senza cancellare i dati. A prescindere da quale sia la strada scelta, se anche questo step è stato considerato procediamo con l’ultimo.

Step 6: Account

Anche in questo caso mi riporto a quanto scritto da Razziatore:

Durante la procedura di aggiornamento ci verrà richiesto d’inserire la password del nostro ID Apple. Facciamo sin da ora mente locale e ricordiamocela; per maggiore sicurezza conviene annotarla. Lo stesso per gli altri principali servizi, la cui richiesta di autenticarsi nuovamente non è da escludersi. Se non ricordiamo le password è meglio già effettuare sin da stasera le rispettive procedure per ripristinarle e inserirne di nuove, rispettando sempre determinati canoni di sicurezza (utilizzare quando possibile combinazioni di lettere maiuscole, minuscole, numeri e caratteri speciali; prediligere altri elementi rispetto a nomi e/o dati di nascita).

Questa è anche l’occasione di abilitare l’autenticazione in due fattori, anche alla luce degli attacchi hacker che si sono palesati in questi giorni e che rendono inutilizzabile il Mac senza pagare un riscatto ai malfattori (o senza l’intervento dell’assistenza Apple). Attivandola è anche possibile abilitare lo sblocco del proprio computer tramite Apple Watch, evitando così di dover inserire la propria password se lo si indossa.

Spero che la guida aggiornata (i cui meriti vanno in larga parte a Razziatore per aver pubblicato lo scorso anno la sua prima stesura) possa esservi di aiuto per l’installazione dell’update odierno. Buon High Sierra a tutti!

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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