Xiaomi Mi Notebook Pro, la risposta cinese al MacBook Pro

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Ho appena finito di parlare del nuovo Mi Mix 2 e di come Xiaomi sia un’azienda dall’altissimo potenziale, ma ecco che mi trovo a ripetermi presentandovi il Mi Notebook Pro. Lo dico subito, a scanso di equivoci: anche questo non sarà disponibile con la tastiera con layout italiano, esattamente come il precedente Mi Notebook Air. È solo per questo motivo che personalmente non l’ho acquistato e scelto come mio portatile Windows, perché altrimenti la qualità, il design e il rapporto qualità/prezzo mi avevano convinto fin dal primo giorno.

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Ma se io e gran parte dell’Italia non abbiamo potuto godere di questa possibilità, il resto del mondo in cui il primo portatile di Xiaomi è approdato degnamente ha espresso un parere molto positivo, sia per la critica che per gli acquirenti. Non c’è mai stata la volontà di negare che Apple sia la fonte primaria d’ispirazione per questa azienda, che spesso la usa anche come punto di riferimento nelle presentazioni, per cui dopo il portatile Air cosa avrebbero potuto presentare se non il Pro? (E io aspetto l’all-in-one..).

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Il Mi Notebook Pro ha uno schermo da 15,6″ coperto da vetro Gorilla Glass 3 e le sue dimensioni sono di 36 x 24 x 1,59 cm. Il case esterno è in lega di magnesio e alluminio, così da ottenere la massima resistenza e solidità. All’interno troviamo processori Intel Core i5 ed i7 di ottava generazione, qui al loro primissimo utilizzo sul mercato. La GPU è una NVIDIA MX150 che non fa gridare al miracolo, però le prestazioni complessive sembrano molto valide e si promette un generale (quanto vacuo) +37% rispetto i MacBook Pro e un massimo di +40 rispetto le medesime CPU generazione 7 (e ma sembra fin troppo..).

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Per quanto riguarda la RAM, invece, si parte da 8GB per arrivare a 16GB, ovviamente in configurazione dual channel, mentre l’SSD di base è da 256GB ma possiede uno slot di espansione. È da 60 Wh la batteria, per cui inferiore a quella da 76 Wh del concorrente di Apple, anche se i nuovi chip dovrebbero garantire un miglior risparmio energetico.

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Molto interessante la tastiera retroilluminata, in cui Xiaomi ha ricavato lo spazio per tasti freccia a dimensione piena ed una colonna di tasti funzione laterale, ma è il touch pad a contenere un forte elemento di richiamo. Al suo interno è stato infatti inserito un sensore d’impronte sotto il vetro, garantendo la possibilità di login sicuro tramite piena compatibilità con Windows Hello.

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È una soluzione tecnicamente non nuova, già vista su smartphone del casa e anche nel Touch ID di ultima generazione, ma l’averlo posizionato nel touch pad potrebbe essere la soluzione più intelligente. In questo modo, infatti, si evita di dovergli ricavare uno spazio apposito e, ad esempio, Apple avrebbe potuto inserirlo nei MacBook e nei MacBook Pro senza Touch Bar. Nonché anche su mouse e trackpad esterni.

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La versione base dello Xiaomi Mi Notebook Pro costerà 5599 Yuan, che al cambio attuale sarebbero circa 720€ ed include la CPU i5 e 8GB di RAM. Il top, invece, monterà l’i7 e 16GB di RAM per un totale di 6999 Yuan, ovvero circa 840€. I processori saranno prevedibilmente di una serie inferiore rispetto quelli dei MacBook Pro, ma il prezzo sembra davvero molto interessante. Peccato che non si decidano a proporre questi portatili anche con layout italiano, perché chi usa molto la tastiera per scrittura e coding fa fatica ad abituarsi ad una collocazione e forma diversa dei tasti.

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Una menzione a mio giudizio molto positiva anche per la connettività, qui messa a confronto con il portatile top di casa Apple. A fronte dell’assenza della Thunderbolt 3 troviamo uscita HDMI 2.0 a pieno formato, 2 x USB-A 3.0, uscita audio 3,5mm, una USB-C completa (ovvero che supporta anche la ricarica PD), una USB-C solo per connettività di periferiche e scambio dati ed un lettore di memorie SD. Sicuramente meno possibilità e potenza rispetto le 4 Thunderbolt 3 del MacBook Pro ma molta più praticità nella vita quotidiana (almeno a mio parere).

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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