Esiste l’obsolescenza programmata? Il primo iPad Pro ripropone il dibattito

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Probabilmente anche voi provate un senso amaro di disgusto ogni qual volta sentite parlare di obsolescenza programmata. A carattere generale è una realtà che non metto in dubbio, il problema è che il concetto è stato volgarizzato e lo vediamo applicare in contesti scorretti, suggerendo spesso che le aziende siano ben più malevole di quanto in realtà non siano. Tuttavia esistono diverse situazioni in cui ogni altra spiegazione non sembra plausibile – ndr

Un utente di Reddit ha postato sulla nota piattaforma di discussione uno spunto di riflessione che riaccende il dibattito sulla presunta obsolescenza programmata del primo iPad Pro da 12.9″. Sia durante il keynote della WWDC 2017 che con la distribuzione della prima beta di iOS 11 in estate, Apple aveva lasciato intendere che il dispositivo avrebbe potuto eseguire tre app simultaneamente come il nuovo: due in Split View ed una terza con Slide Over, tutte operative allo stesso tempo. Gli early adoprers, dunque, avevano gioito della possibilità di ottenere una piattaforma funzionalmente sviluppata al pari di quella di chi ha acquistato o acquisterà la seconda generazione del 2017.

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Purtroppo, però, non è andata così. Dalle successive beta la feature è stata rimossa nel primo iPad Pro, per cui aprendo la terza app in Slide Over le altre vengono di fatto oscurate e congelate. Giustamente, nota Teagull, l’unica differenza fra iPad Pro di prima e di seconda generazione è nel SoC che passa dall’A9X all’A10X, mentre il quantitativo di RAM (4 GB) è rimasto invariato e, visto che il multitasking richiede più RAM che potenza (ricordo che l’A9X è ancora un signor processore), non si comprende la scelta di Apple, se non interpretandola come una spinta all’acquisto della nuova versione del dispositivo. Un’altra considerazione importante è che la società ha pubblicizzato iPad Pro 12.9″ come una vera e propria alternativa ai computer portatili ma in questi ultimi è raro, se non impossibile, che un aggiornamento di macOS non apporti una nuova funzione su un computer “vecchio” di una sola generazione. L’unica eccezione di solito solo i limiti hardware, ma abbiamo già detto che non sembra proprio questo il caso. Qualcuno potrà obiettare che Apple implementa le nuove funzionalità nei suoi prodotti solo se è sicura che non abbiamo problemi, ad esempio lag o consumi abnormi della batteria. Tuttavia è un assunto non proprio verissimo in ambito iOS, dove di solito l’azienda aggiorna i dispositivi per quattro anni ed è già successo che i modelli più vecchi diventassero piuttosto lenti. Si potrebbe anche ricordare che questo iPad da 12,9″ è stato definito Pro e sia che si voglia considerarlo sinonimo di professionalità che di funzionalità evolute, non sembra comunque collidere non la corsa spasmodica alla vendita del modello precedente per l’acquisto di quello successivo che permette di eseguire un’app in più. Aggiungerei un dettaglio importante che forse è sfuggito al buon Teagull: le prime generazioni di ogni prodotto Apple sono quelle che spesso ricevono meno aggiornamenti e limitazioni di funzionalità da un anno all’altro. È stato così per il primo iPhone, il primo iPad e l’Apple Watch Series 0. Spero solo che la storia non si ripeta anche con iPhone X.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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