La querelle fra Apple e Qualcomm è forse iniziata per colpa di Cook

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Si dipanano i veli sulla battaglia fra Apple e Qualcomm, che, ricordo, vede contrapposti i due colossi americani per le royalties richieste dalla seconda società alla prima. Per ogni iPhone, Qualcomm incassa da Apple $18, oltre al 5% sul prezzo di vendita, cifre che per quest’ultima sono esorbitanti e del tutto ingiustificate: la società della mela è costretta a versare a Qualcomm una cifra maggiore per i modelli con maggior capacità di memoria, nonostante l’apporto dei chip di quest’ultima sia lo stesso per ogni dispositivo. Per alcuni anni, Qualcomm ha corrisposto ad Apple alcuni rimborsi per pareggiare o ridurre la contribuzione extra del 5%, ma non appena tale accordo è venuto meno, Cupertino l’ha trascinata in tribunale chiedendo un risarcimento pari ad un miliardo di dollari. Nell’atto introduttivo del giudizio, Cupertino sostiene che i brevetti di San Diego, essendo fondamentali per il funzionamento degli smartphone, debbano ricadere nel cosiddetto fair use e, pertanto, dovrebbero essere sfruttati pagando delle royalties forfettarie.

Secondo quanto sostenuto da Qualcomm, tale situazione sarebbe stata generata da un alto dirigente di Apple, probabilmente Tim Cook, che ha contattato un suo omologo in Samsung per chiedergli di spingere l’ente sud coreano per la protezione di brevetti e marchi ad avviare le indagini nei suoi confronti. In questo modo, avendo Apple già adito l’FTC, le due società avrebbero avuto il terreno spianato per strappare a Qualcomm condizioni molto più favorevoli. Insomma, si tratterebbe di una cospirazione bella e buona.

Bruce Sewell (SVP di Apple con delega per gli affari legali), raggiunto da Bloomberg, ha precisato di non essere a conoscenza a quale conversazione si riferisca la società di San Diego, anche perché due CEO di tale spessore non potrebbero mai intrattenere una conversazione di siffatto contenuto. Del resto, i rapporti si sono inaspriti ulteriormente quando in quel di Cupertino hanno scelto di usare anche i modem di Intel, per i quali Qualcomm ha chiesto il blocco della commercializzazione in USA, sostenendo che violino alcuni suoi brevetti. Insomma, parrebbe che Apple voglia sganciarsi in tutti i modi da Qualcomm per strappare prezzi più favorevoli per l’acquisto dei chip per la connettività wireless, potendo contare tanto sulla sua forza contrattuale quanto sulla presenza di Santa Clara in un mercato che, sino ad oggi, è stato completo monopolio di San Diego che, giusto per gettare altra benzina sul fuoco, ha rivendicato con una dichiarazione del suo VP per la tecnologia Matt Grob la paternità della “modalità aereo”.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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