Chiunque sia appassionato di fotografia conoscerà già il nostro podcast PixelClub e probabilmente si sarà anche iscritto al nuovissimo canale Live su Telegram, attualmente in fase sperimentale. Proprio lì, ieri, ho pubblicato un unboxing composto da 4 piccoli video di 1 minuto per la Polaroid OneStep 2. L’avevo già ricevuta da alcuni giorni ma non riuscivo ad aprirla perché mi sembrava meritasse la mia massima attenzione. Ho dunque raccolto un po’ di informazioni, atteso di avere 10 minuti liberi e fatto il tutto in diretta con i nostri ascoltatori del podcast.
Appena terminato volevo fare il primo scatto, non usavo una fotocamera istantanea da un po’ e non nascondo di aver provato una certa emozione. Forse proprio per questa ho voluto aspettare il momento giusto. Di sentire che quel che vedevo meritava di essere immortalato. Sia per una questione di appagamento che di razionalità: una cartuccia con 8 esposizioni costa circa 16€, per cui 2€ a fotografia.
Ho atteso un giorno intero ma la sera ho trovato 4€ in moneta dimenticate nella tasca di una giacca, per cui mi sono sentito un po’ sciocco nel dare così tanta importanza a quel singolo scatto. Prima di uscire di casa ho chiesto a mio figlio di mettersi dove preferiva e gli ho fatto una foto. C’era una finestra dietro ma fuori era quasi buio mentre in casa tutte le luci erano accese, per cui ho deciso di disattivare il flash con il pulsantino sul retro per vedere quale sarebbe stata l’esposizione automatica. L’illuminazione era sufficiente per una normale fotocamera e persino per un cellulare, ma il risultato è stato una macchia nera indistinta con l’esterno della finestra tutto bianco. Una fotografia bruciata ma che mi ha dato un’idea importante sia sulla valutazione esposimetrica che della ridottissima gamma dinamica offerta. Col senno di poi avrei dovuto sia far scattare il flash che, probabilmente, spostare su + la levetta frontale della compensazione di esposizione. Questa mattina, avendo ormai rotto il ghiaccio, ho scattato una foto di sperimentazione, quasi certo che l’avrei dovuta cestinare. Sempre mio figlio come soggetto, appena svegliato, da una distanza ahimé troppo corta (non è bene a fuoco) e facendo scattare il flash per errore. Seconda foto bruciata ma ancora tanti insegnamenti utili sul metodo espositivo, sull’ottica e l’errore di parallasse del mirino ottico. Insomma, mi ci sto avvicinando. Lentamente, ma mi ci sto avvicinando.
Non è edificante mostrare due foto sbagliate e nessuna riuscita per concludere in bellezza, ma sono prime impressioni e volevo porre l’accento proprio su questa nuova/vecchia complessità dovuta all’imprevedibilità dei risultati. La colpa è in gran parte della mia disabitudine a lavorare con strumenti automatici che non consentono di intervenire su tempi, apertura e sensibilità, tuttavia credo che già con i pochi interventi a disposizione sulla OneStep2 si possa fare molto meglio di quanto non sia riuscito a me con i primi due scatti. Erano anni che non sentivo questa voglia di fare bene, di capire come domare uno strumento fotografico – per quanto rudimentale – al fine di ottenere il risultato che vorrei. L’impressione è che comunque la qualità sia bassa e forse volutamente vintage in termini di gamma e profondità colore, ma la cosa mi sembra avere un certo fascino. Almeno per ora…