Recensione: Bose QC35 II, la perfezione è rimandata?

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[AGGIORNAMENTO] La funzione MusicShare è stata introdotta finalmente anche nelle QC35 II, quindi al momento il giudizio complessivo sale.

Vi faccio una promessa: entro due settimane pubblicherò le recensioni di almeno quattro cuffie di fascia alta molto gettonate. L’argomento non interesserà tutti ma sapete che è un mio pallino e se ho deciso di mettere quella frase nero su bianco è per evitare il continuo procrastinare dovuto ad altri impegni. Inizio oggi dalle Bose QC35 II, un modello passato un po’ in sordina perché fin troppo simile a quello che sostituisce. Il settore delle cuffie Bluetooth con riduzione del rumore attiva ha subìto una vera e propria esplosione nel 2017 e moltissimi marchi hanno deciso di seguire Bose, già leader da tempo e difficilmente superabile (vedi come è andata con le QC25). A dicembre magari vi faccio una carrellata più ampia che intrecci tutti i principali modelli che ho testato con pro e contro, ma intanto vorrei far capire perché questo segmento sta crescendo tantissimo pur con cuffie che molto spesso superano i 300€ e che, di conseguenza, non possono certo definirsi a buon mercato. Bisogna capire che si tratta di proposte che mirano ad una particolare utenza che non per forza è annoverata nel banalissimo esempio del pendolare (anche perché lo sono tutti nelle grandi città) o di chi passa la vita in aereo. È vero che questi sono due dei campi di applicazione più noti e dove l’apporto del Noise Cancelling diventa evidente a tutti, ma il successo commerciale non deriva da questo. Il vero punto forte di queste soluzioni è riassumibile con un solo aggettivo: comfort.

Questa stessa parola è quella che più di tutti mi sento di associare alle precedenti QC35 (recensione), che sono – e rimangono – le mie preferite. Probabilmente ho svelato più di quanto volessi con questa affermazione, ma non chiudete la pagina perché questo giudizio lo baso attualmente su un singolo aspetto per il quale non v’è certezza e che può risultare del tutto opinabile. Confusi? Beh, lo sono anch’io, e presto vedremo perché. Prima però voglio ampliare il concetto di comfort, che rischia di essere confuso con la più semplice comodità.

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Eppure è propio da lì che si parte, perché indossare queste cuffie porta ad una piacevole sensazione che descriverei come familiarità. Le ho fatte provare a decine di persone, uomini, donne ma anche bambini, e tutti confermano che sembrano fatte per la propria testa. Sono leggere al limite dell’impensabile e realizzate per la maggior parte in nylon rinforzato con fibra di vetro. Lo so che molti pensano che siano di plastica, ma non è affatto così. Per giunta tutte le parti delicate, come le cerniere o le molle dell’archetto, sono in acciaio, mentre l’esterno dei padiglioni è in alluminio, il top in alcantara e i cuscinetti di una pelle sintetica altamente traspirante. Adoro elencare questi dettagli perché le QC35 possono apparire dimesse nella loro purezza estetica, ma sono più sofisticate di molte altre che sfoggiano il metallo – che non disdegno affatto – solo per darsi un tono.

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Diciamo che se dovessi dare un voto all’ergonomia in base 10, sarei indeciso tra 11 e 12. Sono un vero guanto, non si sentono anche dopo ore, non pesano al centro del capo e non scaldano troppo le orecchie pur avendo padiglioni di tipo circumaurale chiuso. Ma dicevo prima che per comfort non intendo solo la comodità “meccanica” e le QC35 stupiscono anche sul fronte dell’ergonomica funzionale. Vanno di moda il touch, gli swipe, le lucine colorate ed altre amenità, mentre qui troviamo pulsanti fisici, comodi e facilmente raggiungibili. Si accendono con un selettore on/off sul padiglione destro, ben raggiungibile e distaccato da tutto il resto, così non ti devi mai chiedere dove si trova o quanto lo devi tenere premuto per ottenere un risultato, mentre con un secondo movimento si passa al pairing (tante altre lo fanno solo in fase di accensione: piccole scomodità che qui sono assenti).

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Proprio sul fronte dei controlli le QC35 II si differenziano dalla prima generazione e lo fanno essenzialmente con l’aggiunta di un pulsante sul padiglione sinistro. Questo serve per determinare al volo il livello di NC, alternando le tre modalità: off, low, high. Qui bisogna necessariamente fare riferimento agli importanti aggiornamenti firmware e dell’app companion per smartphone che Bose ha rilasciato nel terzo trimestre dell’anno e di cui ho parlato in un precedente articolo. Al tempo della mia prima recensione, infatti, non era possibile disattivare o modificare in alcun modo il NC, mentre questi aggiornamenti hanno reso possibile farlo tramite l’app e sulla seconda versione delle QC35 anche dalle cuffie, proprio grazie alla presenza di questo tasto fisico. Penso si tratti di una risposta alle apprezzatissime Sony MDR-1000X, che userò spesso come metro di paragone nel corso dei miei test ma non recensirò essendo già state sostituite dalle WH-1000x M2 (che invece sono le terze nel coda di prova).

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A sinistra il nuovo pulsante NC delle Bose QC35 II

Poter intervenire sul NC in tempo reale è effettivamente comodo ed è un ulteriore elemento nel tassello comfort a cui si aggiunge quello del pairing. Le QC35 (sia le prime che le seconde) sono tra le più pratiche in assoluto per via della semplicità e dell’efficacia con cui si gestisce l’abbinamento con più dispositivi. Si può arrivare fino ad un massimo di 8 di cui 2 contemporanei, tutti gestibili dall’app (dove si possono attivare o disattivare all’occorrenza). Inoltre si agganciano dallo smartphone in un attimo tramite le schermate interne, senza obbligarci a passare dal menu impostazioni, ed hanno l’ulteriore vantaggio di farci definire un timing di spegnimento automatico.

La maggior parte dei dispositivi Bluetooth si spengono da soli entro un tot di tempo di inattività, mentre qui possiamo definire questo tot o disabilitarlo del tutto. Questo significa che, volendo, si possono anche usare solo per ridurre i rumori dell’ambiente, senza necessariamente ascoltare musica. A me è capitato di farlo alcune volte e può essere utile per immergersi nel lavoro.

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Riprendo ancora una volta la parola comfort declinandola ora dal punto di vista dell’ascolto. Questa tipologia di cuffie basa la sua attività nella modifica digitale dell’audio, cosa che per natura si scontra con un ascolto “puro”. Lo dico per scongiurare ogni velleità audiofila, perché se è questo che cercate allora il cavo rimane la soluzione migliore. Qui abbiamo invece il Bluetooth, non v’è supporto per aptX (che comunque richiederebbe una sorgente compatibile) e non si può modificare l’equalizzazione.

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Sono esattamente il contrario delle WH-1000x M2, insomma, perché mirano a semplificare al massimo l’esperienza dell’utente e ci riescono perfettamente. Non sono di quei modelli ruffiani che alterano completamente i brani solo per renderli più godibili o ampliare i bassi a dismisura, ma hanno un’equalizzazione adattiva così efficiente da riuscire a dare sempre il meglio. Ancora: non è l’audiofilo il target tipo, ma chi lo è davvero oggi giorno? Queste sono cuffie da indossare, premere play e godersi la musica, un aspetto nel quale eccellono senza mezzi termini. Buon senso spaziale, volume importante, timbrica calda e dinamica di largo spettro dalla rapida risposta. Non voglio esagerare perché non sono perfette in senso assoluto, ma lo sono per quello che è il loro target di riferimento. E, per inciso, non ho trovato alcuna differenza tra le QC35 II e le precedenti.

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A sinistra le prime Bose QC35 in grigio a destra le QC35 II nere

A completare una perfetta esperienza d’uso vi è una batteria di lunghissima durata (oltre 20h effettive), con istruzioni vocali sempre puntuali e chiare. Dicono proprio la percentuale esatta e non un generico alto, medio, basso come fanno alcune altre. Insomma, sono davvero godibili da ogni punto di vista. E si possono ovviamente usare anche con il cavo, volendo, pur con la batteria scarica (ma senza NC). Ma perché ho detto che preferisco le precedenti?

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Potrebbe essere vista come una forzatura, non c’è dubbio, ma una delle funzionalità di recente introduzione e che ho decisamente adorato è Music Share, che consente di abbinare al volo una seconda cuffia o auricolare Bose “compatibile” per ascoltare in due o più persone la stessa sorgente. È una di quelle cose a cui non pensi finché non ce l’hai e che non è necessariamente utile a tutti, ma che per tanti altri può fare la differenza e stimolare anche ad un utilizzo finora inesplorato. L’app elenca regolarmente le QC35 II tra i dispositivi compatibili ma, dopo l’installazione e l’abbinamento, queste non mostrano l’icona del Music Share. Sono andato dunque a leggere le specifiche della funzionalità online, dove ho trovato una nota spiacevole quanto inattesa: Music Share non è disponibile sulle Bose QC35 II. Per cui Bose dice una cosa da una parte ed una opposta dall’altra. Ottimo.

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Sono appena uscite, basterà sicuramente un aggiornamento del firmware no? Eppure non dovrebbe cambiare tanto dalle precedenti… forse un differente modulo Bluetooth ha richiesto del tempo aggiuntivo? Ho scritto a Bose due settimane fa ma non ho ancora ricevuto risposta. Ho fatto svariate ricerche online e il problema inizia ad essere molto sentito, ma nessuno nell’azienda e nel supporto tecnico si è sbilanciato a dire se arriverà mai un aggiornamento del firmware risolutivo. D’altronde la pagina non dice che la funzione non è attiva temporaneamente, non parla di prossimi update o di altri problemi, specifica solo che le QC35 II non supportano Music Share, senza alcun condizionale.

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Ora il punto è: se l’unico vantaggio di questa generazione è il pulsante fisico per intervenire sul livello di riduzione rumore e le precedenti costano ora una trentina di euro in meno avendo questa funzione in più, cosa scegliereste voi? Quel tasto vale 30€ e la perdita del Music Share? Se Bose ci garantisse che la funzione arriverà risponderei sì, allo stato attuale per me è un secco no. Preferisco risparmiare quei pochi soldi non per il loro valore assoluto ma perché per tutte le altre cose le cuffie sono identiche e questo NC è così piacevole ed efficiente che non lo disattivo praticamente mai, tenendolo sempre sul livello più alto. Non dico che non sia potenzialmente utile modificarlo, ma quando mi serve una via di mezzo ci metto un attimo ad intervenire dall’app visto che posso tenere due dispositivi connessi in parallelo e uno è sempre lo smartphone per me. Questioni di punti di vista, non dico di no, ma questa cosa di dare con una mano mentre si prende con l’altra non mi va giù. Chissà che dopo questo articolo Bose non ci aggiorni ufficialmente sulla situazione, in tal caso provvederò a modificare le mie conclusioni ed il giudizio sintetico.

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Conclusione

Voto 4,5/5Ho dato 4,5 stelle al primo modello e ne avrei date persino 5 alle Bose QC35 II se non si fossero perse qualcosa per strada. Al momento della recensione, però, io preferirei comprare le “vecchie” perché identiche per tutto e con una funzione che io giudico molto utile sostituta da un pulsante che lo è di meno (sempre secondo me, sia chiaro). E poi lo ammetto, ci sono rimasto davvero male perché avendo le prime e avendo trovato le II nella lista di compatibilità dell’app (dove ancora sono oggi, per giunta), non aspettavo altro che provare il Music Share. Qualcosa di molto simile lo uso quotidianamente con gli UE Boom 2 (recensione) e mi piace tantissimo. Capisco però che non siano in molti quelli che ne compreranno due, seppure vi siano anche degli auricolari compatibili, ma è proprio il principio che non mi convince. Inoltre avere di più risparmiando 30€ mi sembra sia oggettivamente un vantaggio della prima edizione. Probabilmente il mio scotto si sente forte in queste parole, ma vedrò comunque di non farlo pesare troppo nel voto. Ecco perché alla fine mi attesto comunque su un buono di 4 stelle, togliendo quel mezzo punto che avrebbe potuto portare alla voto massimo in senso positivo se non ci avessero reso orfani di una bellissima funzione da poco guadagnata.

PRO
+ Leggere, robuste e molto flessibili
+ Materiali ricercati, tra classico e hi-tech
+ Incredibilmente comode
+ Possibilità di ripiegarle (pratica custodia piatta)
+ Facile abbinamento, anche via Bluetooth
+ Comoda voce guida
+ Riduzione del rumore attiva eccellente
+ Tasto aggiuntivo per attivare/disattivare il NC in tempo reale
+ Possibilità di definire il timing di spegnimento automatico
+ Suono ben bilanciato con ogni brano e volume
+ Medi molto ben riprodotti e vivaci
+ Buona resa in conversazione telefonica
+ Ottima durata della batteria
+ App di controllo molto completa e pratica

CONTRO
- Prezzo importante, aspettate gli sconti
- Manca MusicShare [Aggiornamento: è stato aggiunto!]

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.