Il futuro di iOS e macOS potrebbe essere ad app unificate

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Si discute da tempo sulla possibilità di un’unione totale tra iOS e macOS. I due sistemi operativi hanno già molto in comune tra loro, dietro le quinte, a partire dal kernel. Del resto, quando Jobs introdusse l’iPhone nel 2007 disse chiaramente che era basato su OS X, affermazione valida tutt’oggi. Nel corso del tempo ci sono stati vari scambi tra i due sistemi operativi, a dire il vero soprattutto da iOS verso macOS, al punto che quest’ultimo da fratello maggiore sembra aver assunto un ruolo più subordinato. A mantenersi ben distinte sono state sinora le esperienze d’uso: iOS con un’interfaccia piuttosto semplice e pensata per il touchscreen, macOS con elementi più complessi e ottimizzato per mezzi di input tradizionali. Sinora sono stati gli stessi dirigenti Apple a volere questa distinzione, ritenendo che un’unione completa non sia opportuna. Il rovescio della medaglia si riflette però sulle app, dove a discapito delle intenzioni di Apple per quel che riguarda l’iPad in tanti casi si resta ancora lontani dalle potenzialità offerte su Mac dallo stesso software. Dall’altro lato, invece, gli utenti iOS ottengono aggiornamenti molto più rapidi rispetto alle controparti su computer.

La WWDC 2018 potrebbe portare con sé una grossa novità in tal senso. A parlarne è Mark Gurman su Bloomberg, attraverso le sue fonti solitamente molto ben informate. L’obiettivo in quel di Cupertino è di far girare una singola app su entrambi i sistemi, adattandosi alla modalità di input principale prevista dal dispositivo. Benché Gurman non si esponga molto in tal senso, è alquanto plausibile che pure i due App Store andranno a convergere su una piattaforma quasi unica, con la sola distinzione dettata dai circuiti di aggiornamento. I vantaggi per l’utente finale dovrebbero essere una maggiore frequenza di aggiornamenti delle app anche su Mac, un loro sensibile miglioramento funzionale su iOS soprattutto in ottica Pro e l’eventualità non da poco di poter disporre dei software su entrambi i sistemi operativi con un singolo acquisto.

Lato sviluppatore, il discorso sarà più complesso. Non tanto sul piano economico: le variazioni maggiori riguarderanno soprattutto chi già ora propone le proprie app sia su iOS sia su macOS, che nell’eventualità poco sopra descritta del singolo acquisto dovranno probabilmente farsi due conti per valutare possibili adeguamenti di prezzo, creando dunque uno svantaggio per l’utente almeno nel breve termine. Chi sviluppa o vorrà sviluppare solo per uno dei sistemi operativi presumibilmente potrà continuare a farlo, senza essere forzato a portare anche sull’altro. Le complessità sono sul piano tecnico, dato che si dovranno unire software sinora separati in uno unico, funzionante su due architetture diverse tra loro come x86 e ARM. Già in questa fase di rumor ci sono pochi dubbi che si prospetterà davanti ai dev lavori non di poco conto, seppur aiutati dagli strumenti che nel caso Apple metterà a disposizione. La prospettiva nondimeno viene vista da parecchi in modo positivo ed interessato, come nel caso del noto Steven Troughton-Smith, che in un tweet vede di buon occhio la prospettiva di una crescita più omogenea e congiunta tra i due OS Apple:

Un lavoraccio sarà però anche per la stessa Apple, dato che i suoi ingegneri software dovranno assicurarsi il buon funzionamento di questa piattaforma unificata, predisponendo iOS e macOS in maniera opportuna. Peraltro, stando a quanto riporta Gurman questo progetto denominato in codice “Marzipan”, marzapane, sarà di fatto la parte iniziale di una strategia strutturata nel corso di svariati anni. Apple dovrà presentare sin da subito una proposta convincente, cosa tutt’altro che semplice e Microsoft col metodo UWP che dopo più di due anni fatica ancora a decollare ne sa qualcosa. Come ha scritto Troughton-Smith, potrebbero procedere in vari modi: portando UIKit da iOS a macOS e viceversa AppKit, oppure potenziando il kit intermedio UXKit già utilizzato internamente per Foto o ancora creando una base nuova di zecca. Tante opzioni sono sul tavolo. Per non parlare del discorso architetture, dato che ritrovarsi x86 ed ARM nello stesso pacchetto tornerebbe ad amplificare le discussioni sul possibile passaggio dei Mac alla seconda piattaforma, almeno per quel che concerne i modelli non-Pro. La portata di questo cambiamento sarà tale che il buon Mark ci tiene a sottolineare come possa essere rinviato a dopo il 2018 qualora i progressi non si rivelassero sufficienti. In ogni caso, si prospettano davanti a noi periodi davvero molto interessanti.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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