#ProgettoAMD: prestazioni e spesa contenuta grazie a Ryzen + NVIDIA

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Il 2017 è stato un anno importante nel mondo dei computer, che ormai da troppo tempo stagnava nelle mani dell’accoppiata Intel/NVIDIA. È ritornata in sella AMD, riaccendendo la fiamma della competizione, e l’ha fatto sia in ambito CPU che GPU. Se i processori Ryzen mi hanno davvero colpito, non posso dire la stessa cosa delle nuove schede grafiche con architettura Vega. I numeri ci sono e sono ottimi, ma la maggior parte dei software professionali in ambito foto/video/cad/vfx ad oggi sono ottimizzati per CUDA, ovvero NVIDIA. Nel realizzare il #ProgettoAMD ho avuto difficoltà proprio per questo: volevo che CPU e GPU fossero entrambe AMD.

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Come primo esperimento con Ryzen avevo deciso di comporre una macchina di fascia media, ma la scheda grafica che mi piaceva era la RX Vega 56 da 8GB. Il primo problema è stato la reperibilità, vanno a ruba per il mining di Bitcoin e tra i giocatori, il secondo è stato il prezzo di almeno 600€. Questo avrebbe fatto lievitare troppo la spesa totale del computer, ma sarei stato ben disposto a procedere con AMD se ne avessi ottenuto un reale vantaggio. Sulla carta la RX Vega 56 sembra offrire prestazioni comparabili alla GTX 1070, il problema è che ciò vale in ambiti molto ristretti al di fuori dei benchmark. È lo stesso discorso che ripeto di progetto in progetto: se si ha a che fare con software ottimizzato per CUDA, allontanarsi da NVIDIA (purtroppo) non è conveniente. Il vantaggio temporale che ha acquisto le ha permesso di creare una coda lunga di dipendenze che non sarà facile da spezzare. Le Vega vanno fortissimo vista la capacità computazionale offerta, ma in settori come il mio non si potranno fare strada nel breve periodo (i software che girano meglio su GPU AMD sono pochi e per la maggior parte di derivazione Mac). L’inizio comunque è stato incerto, ho visto alcuni problemi con i driver che causavano basse prestazioni su Premiere ed instabilità nel gaming, per cui ripiegare su una GTX è stata più che altro una necessità e non una scelta.

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Prima ancora di raggiungere una decisione per la scheda grafica, avevo già definito gli altri componenti e stabilito un tetto di spesa non troppo superiore ai 1000€. Per il processore ho scelto il Ryzen 5 1600, che ha 6 core e 12 threads ad una frequenza di 3,2GHz. Sono stato molto tentato dal modello 1600x ma ho voluto risparmiare quei (circa) 50€ per investirli altrove. Tanto si può overcloccare anche il suo fratello “normale” persino con il dissipatore in dotazione, che non avrà i LED che si trovano nelle varianti X ma rimane gradevole e molto efficiente. Sono infatti riuscito a pareggiare con molta facilità la frequenza base di 3,6 GHz del fratello più estremo e l’ho trovato un compromesso molto ragionevole.

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Ho ancora una volta preferito una scheda madre ITX: a conti fatti le ritengo più pratiche delle sorelle maggiori. Inizialmente avevo puntato al micro-ATX ma ho faticato a trovare soluzioni davvero interessanti con il nuovo socket AM4. Sono andato sul sicuro con una ASRock Fatal1ty AB350 Gaming-ITX/ac, rimanendo in fascia media per il chipset ma puntando alla stessa serie che mi ha conquistato nel primo #ProgettoWinITX. Nel caso in esame non ho visto nessun vantaggio rilevante nel modello equivalente ma con chipset X370, ecco perché ho scelto il B350. Da notare come AMD abbia tentato di ricalcare i numeri resi “famosi” da Intel, che vede proprio nel ?50 la fascia media e nel ?70 quella più elevata. Niente Thunderbolt nativa su AMD, ma almeno c’è una USB-C che in alcune schede madri concorrenti manca.

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Con due soli banchi RAM – uno dei limiti potenzialmente più fastidiosi delle soluzioni ITX – ho puntato a 16GB, che ritengo essere un quantitativo capace di offrire un ottimo punto di partenza ma anche longevità. Ovvio che se già si sa di dover lavorare tanto con il montaggio video in 4K su Premiere, i 32GB continuano ad essere decisamente migliori. Questo è stato il mio primo Ryzen, quindi mi sono necessariamente affidato a tante cose lette in rete, una delle quali era l’importanza di utilizzare RAM veloce. A causa di alcune vicissitudini, per i primi periodi ci ho lavorato con 8GB a 2666MHz, poi sostituiti con gli attuali 16GB (2×8) HyperX Predator 3200MHz. In tutta sincerità ho registrato miglioramenti davvero minimi dovuti al salto di frequenza nelle mie attività (forse andrebbe meglio nel gaming) mentre il raddoppio di memoria si è notato eccome.

Con l’obiettivo di avere massima velocità e contenere la spesa, il boot primario è stato affidato al sempre molto valido SSD Samsung 960 EVO M.2 NVMe da 250GB. Lo spazio lo trovo più che sufficiente per il sistema operativo, le app e i documenti base in una configurazione di fascia media. Ovvio che per lo storage serio ci si fa nulla, ma tanto anche con 1TB chi fa il mio lavoro non ottiene soddisfazione e spende cifre non sempre giustificate con unità allo stato solido. Il costo dell’archiviazione aggiuntiva non lo considero mai in quello “iniziale” proprio questo motivo: c’è chi non ne ha bisogno, chi ce l’ha già tutta su dischi esterni e chi vorrà decidere in proprio se aggiungere 500GB o 8TB, su un disco o due.

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Nel mio caso ci ho messo un FireCuda 2,5” da 1TB, che si è dimostrato un ottimo alleato per staccare i progetti foto e video in lavorazione. Più tardi ci ho aggiunto anche un SanDisk SSD Plus 240GB da usare come swap dedicato ai software professionali, ma tutti i test li ho eseguiti senza. I dischi “blade” NVMe di Samsung sono ancora difficili da battere nel rapporto qualità/prezzo, specie le varianti EVO che sono più economiche delle PRO e si avvicinando molto al prezzo delle vecchie unità SATA III. C’è da dire che la velocità di picco aggiuntiva rispetto questi ultimi nella lettura e scrittura sequenziale non trova sempre un corrispettivo diretto anche nel random, dove le migliori unità SATA sono ancora abbastanza competitive.

Siamo finalmente arrivati alla scheda grafica, dove il bilanciamento dei costi mi ha spinto a provare la Gigabyte GTX 1060 3G. Ero tentato dai 6GB ma li reputo più utili nel gaming o nelle applicazioni 3D che non nel video. Magari mi sbaglio, non ho fatto un confronto diretto con la 6G, ma per il proposito di questo computer la spesa aggiuntiva non l’ho trovata adatta. Alla fine è costata quasi un terzo rispetto l’iniziale ipotesi della RX 56 e a livello di prestazioni nel mio settore sembra proprio che si comporti similmente se non meglio.

Io credo che le Vega in ambito video debbano essere rivalutate nel secondo trimestre del 2018, con driver più stabili e software meglio ottimizzati, per ora devo confermare l’efficienza superiore delle NVIDIA nel settore foto e video (ma non solo). È strano perché i numeri in termini di codifica sono effettivamente a favore di AMD, ma servono a poco se poi non si ha stabilità e quando i CUDA Core riescono ad offrire comunque una marcia in più.

Nel valutare l’alimentatore ho puntato ad un risparmio ponderato. È uno degli elementi che spesso si sottovaluta, errore che non ho voluto compiere, ma ho trovato un rapporto qualità/prezzo ottimo nel XFX XT500. I 500W sono un po’ sovradimensionati, ma è meglio così, il peso consistente suggerisce un’ottima quantità e qualità dei componenti e l’assenza di modularità dei cavi non mi ha toccato dato che il case scelto ha una struttura che copre proprio quell’area e consente di evitare la spesa aggiuntiva richiesta da alimentatori modulari senza impattare negativamente sul cable management e sull’estetica.

Anche se a questo punto dell’articolo l’avrete già visto e rivisto, voglio concludere con il case NZXT Manta Nero/Rosso finestrato. Non è stato affatto la prima scelta, anzi, non era nemmeno nella rosa dei principali candidati. È piuttosto grande per un ITX ed ha un design aggressivo che non rispecchia pienamente i miei gusti. Non si può dire che non sia curato e lo considero bello nel suo genere, ma non rispecchia del tutto il mio. Esistono anche le versioni senza finestra, oltre che completamente nera o bianca, le quali risultano un po’ più sobrie. Se ho scelto questo è per due motivi: il primo è che mi è capitato di trovare un’offerta abbastanza buona il secondo è che avevo voglia di fare qualcosa di diverso rispetto gli ultimi progetti e l’accento rosso mi sembrava azzeccato con AMD.

Tutti i componenti principali del computer sono elencati nella lista Amazon del #ProgettoAMD ma vi riporto brevemente anche i prezzi che ho pagato io al momento dell’acquisto. Questo perché vi possono servire come punto di riferimento per fare le vostre scelte ma anche per capire meglio le mie:

Estetica a parte, i due aspetti più interessanti di questo case sono la qualità costruttiva ed il grado di flessibilità. Non ci sono limiti di nessun tipo per GPU, dissipatore o alimentatori, cosa che consente di approfittare di volta in volta delle varie offerte senza alcuna restrizione. Nel mondo dei componenti hardware per PC le fluttuazioni di prezzo possono essere importanti e se si ha questa flessibilità è facile ottenere di più a meno. Se invece si punta specificatamente ad un prodotto, allora si dovrà attendere uno sconto o rassegnarsi a pagare il prezzo richiesto al momento dell’assemblaggio.

Come ho detto prima, il vantaggio del Manta ITX è stato quello di avere a che fare con uno spazio interno ampio, cosa che ha consentito un assemblaggio piuttosto semplice. I pannelli curvi si smontano tutti, fino a raggiungere uno scheletro essenziale molto snello ma ricco di possibilità. Io l’ho sfruttato poco non avendo optato per il raffreddamento a liquido, ma ho comunque apprezzato la liberà di cablaggio e le tre ventole in dotazione.

Vi elenco rapidamente solo le cose che non mi sono piaciute molto, ad iniziare dal ponte adibito al passaggio dei cavi. È tutto rosso e mette in mostra anche i due dischi aggiuntivi da 2,5” che si possono installare sulla destra. Non è una soluzione che amo, avrei preferito fossero sul retro o magari coperti da una mascherina simile a quella sull’alimentatore. A parte questo, credo che l’altezza del ponte con il logo NZXT sia errata.

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Va bene per quasi tutti i cavi ma per passare da lì l’alimentazione della piastra la si deve forzare un po’ troppo. Anche avendo particolare cura nel farlo e cercando l’inclinazione giusta per non piegare troppo i cavi, il risultato estetico non è il massimo. Allora si potrebbe giustamente passare al di sopra del ponte, ma in questo caso il cablaggio risulterà persino peggiore alla vista, cosa che con un case finestrato si doveva considerare meglio. A proposito della finestra: non è di vetro temperato, per cui sarà piuttosto facile graffiarla col tempo.

Il secondo ed ultimo elemento che non mi è piaciuto è il controller per l’areazione. Si tratta di un piccolo componente elettronico che si occupa di muovere le 3 ventole preinstallate (2 frontali ed 1 posteriore), richiedendo una sola alimentazione ed un unico collegamento sulla scheda madre. Il problema del sistema è che per dialogare bene con l’UEFI richiede che il dissipatore della CPU sia collegato su questo “cervello” il quale, a sua volta, andrà connesso alla porta CPU_FAN1 della scheda madre. Dal punto di vista elettrico funziona perfettamente ma è la logica ad essere sballata. Non ha senso che quando la CPU richiede un 50% di potenza al proprio dissipatore, anche le altre ventole viaggino al 50%, ed è proprio questo che succederà. In sostanza si avrà una rumorosità eccessiva e soprattutto inutile.

Ho provato a collegare tutto il sistema su un’altra posizione della piastra madre, lasciando da solo il dissipatore della CPU, ma in questo caso il computer sembra non ricevere informazioni circa l’attuale velocità delle ventole e quindi non adatta gli rpm in seguito al boot. Dopo averci sbattuto la testa un paio d’ore ho deciso di usare uno splitter per collegarle tutte direttamente alla scheda madre, bypassando del tutto questo sistema ed ottenendo un funzionamento perfetto con il controllo della velocità tramite DC. Non è la soluzione ottimale visto che si “spreca” il controller ma è la migliore che ho trovato affinché il dissipatore della CPU viaggi autonomamente. Le tre ventole del case partono solo in caso di necessità e con un progressione lenta che aiuta il raffreddamento con il ricircolo dell’aria senza eccedere in rumorosità anche durante gli stress test.

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Nel case si troverà un secondo cavo da alimentare che serve per accendere due LED bianchi: uno che illumina il logo NXZT sul PSU Shroud e un altro sul retro, il cui fascio è indirizzato sulle porte della scheda madre. Vi è un tastino all’esterno che serve per decidere quali accendere o spegnere ma devo dire che sono entrambe indovinate. La prima dà un tocco gradevole con le quattro lettere del brand in bianco, la seconda è utilissima quando si devono connettere cavi sul retro. Tutto sommato il Manta ITX mi ha soddisfatto e c’è anche un discreto margine sul retro per l’organizzazione dei cavi, mi rimane solo la sensazione che il suo design sia più indicato al gaming che ad una scrivania da lavoro. Ho comunque deciso di enfatizzarlo ulteriormente aggiungendo una piccolissima striscia LED RGB nella parte superiore interna, sfruttando il collegamento predisposto sulla scheda madre. Il colore si può così modificare facilmente al boot oppure anche da Windows sfruttando l’app di ASRock. Ultima cosa: al suo posto io avrei preferito il nuovissimo NZXT H200i ma non è ancora disponibile in commercio e si dovrà attendere almeno un mese per vederlo in Italia.

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Non ho mai approfondito più di tanto il procedimento che uso nel configurare un nuovo PC, ma vorrei farlo rapidamente in questo caso, visto che con i Ryzen è fondamentale. Per prima cosa consiglio di mettere su una pendrive FAT32 l’ultimo firmware dell’UEFI e in una cartella i driver aggiornati per i vari componenti, nonché quelli relativi alla scheda grafica. Al primo boot è importante accertarsi che ogni elemento sia correttamente riconosciuto ed eseguire subito l’aggiornamento firmware. Solo dopo si potrà passare all’installazione del sistema operativo e dei driver.

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Fatto ciò, uso alcuni programmi per mettere il computer in difficoltà e, tenendo monitorata la temperatura dei componenti, procedo nel tentare un po’ di overclock alla volta (ovviamente dove possibile) trovando la velocità minima per dissipatore e ventole strettamente necessaria a mantenere voltaggio e temperatura ben al di sotto di quelli massimi. È un procedimento che va eseguito con calma e a piccoli passi, evitando sempre di rischiare con salti eccessivi. Ci può volere un po’ di tempo ma è importante per riuscire ad ottenere le migliori prestazioni sostenibili e la rumorosità minima. Per le ventole, infatti, uso sempre dei profili personalizzati in modo che in idle siano quasi inudibili (addirittura spente, quelle dei case, quando possibile), per poi incrementarle predittivamente in base alla curva di riscaldamento registrata.

Con l’overclocking non mi sono spinto troppo: al raggiungimento di 3,6GHz stabili ho deciso di fermarmi. L’incremento in single-core è stato piuttosto marginale (meno del 4%), ma nel multi-core mi ha portato a 1500 punti in più su Geekbench 4, che non sono affatto trascurabili.

geekbench-oc3600Sfruttando spesso applicazioni che ottengono vantaggi dell’uso di molti core, il Ryzen 5 1600 così configurato offre un rapporto qualità/prezzo incredibile: sono infatti arrivato ad equiparare il #ProgettoWinM2 con il suo Intel i7-7700K che costa quasi il doppio.

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Va meno bene in single-core, dove è risultato essere l’ultimo della classe… ma va detto che “questa classe” vede nel precedente fanalino di coda l’i7-6700K, mica pizza e fichi. Analizzando la capacità computazionale della GPU con Geekbench 4, si vede chiaramente la realtà: la 1060 è il gradino inferiore della 1070, che lo è a sua volta della 1080.

Il distacco è notevole, ma è interessante notare il suo posizionamento rispetto la 980Ti del primo #ProgettoWin. In effetti basterebbe mettere la barra arancione in cima per avere una precisa linea di progressione. Su Cinebench R15 la CPU è andata meglio, registrando persino un incremento del 20% sul multi-core rispetto l’i7-7700K.

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Qui il vantaggio principale del Ryzen 5 1600 sta nell’avere 6 core invece di 4 e 12 threads in luogo di 8. Pareggeremo questi conti con il prossimo #ProgettoWinM3, visto che sarà basato sull’i7-8700K. In tutti i casi il risultato complessivo è davvero interessante, anche se in single-core sta dietro a tutte le altre CPU provate. Sempre Cinebench R15 ci dice qualcosa sulla GPU, che è la più bassa in grado tra quelle che ho analizzato fino ad ora.

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Sono 106 gli fps registrati dalla 1060 con OpenGL, mentre la 1070 è arrivata a 138fps e la 1080 a 161fps. Menzione d’onore anche per la 980Ti, che aveva comunque segnato un ottimo 143fps, sottolineando il perché la scelsi al tempo del primo #ProgettoWin acquistandola usata ad un prezzo nettamente inferiore a quello della 1070. Devo saltare il test con LuxMark 3.1 perché non sono riuscito a farlo lavorare sul Ryzen. È strano visto che ho installato tutte le dipendenze e che Geekbench 4 ha lavorato sulla CPU con OpenCL senza problemi, così come tutti i software che ho provato. Ritengo quindi che sia un bug del benchmark e non lo ascriverei come problema di Ryzen. C’è comunque un altro modo per vedere come questi componenti lavorano insieme ed è quello di analizzarne la resa sul campo con software che li sfruttano entrambi. Inizio da Photoshop, con il mio classico preset complesso eseguito in batch.

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Qui il risultato ottenuto è in linea con le aspettative, andando a posizionarsi un gradino al di sotto delle coppie i7-7700K + GTX 1080 (#ProgettoWinM2) e i5-7600K + GTX 1070 (#ProgettoITX), come è giusto che sia per quella Ryzen 5 1600 + GTX 1060. Devo comunque ammettere che i componenti sono molto equilibrati e la risposta con applicazioni professionali è stata davvero soddisfacente. Leggermente diverso il discorso con Lightroom, dove l’applicazione dei preset in realtime è stata così veloce da equiparare il #ProgettoWinM2 e l’esportazione solo un po’ più lenta ma superiore al resto del gruppo.

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Passiamo ora al video, iniziando da quello che mi ha stupito più di tutti: Premiere Pro. Oltre ad andare molto bene nella gestione della timeline, che scorre sempre fluida in FHD e mostra un quantitativo davvero minimo di dropframe anche lavorando in 4K con LUT e regolazioni colore, l’esportazione in H.264 è stata la più veloce che ho mai registrato. Persino di più rispetto al #ProgettoWinM2 basato su i7-7700K e GTX 1080. Qui il rapporto tra prezzo e prestazioni offerte è davvero ottimo e non oso immaginare cosa succederà unendo un Ryzen 1700x/1800x con una GTX 1080 ti… (avrete già capito quello che probabilmente sarà il #ProgettoAMDM2).

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L’altro software che tengo in considerazione per il montaggio video è DaVinci Resolve, sempre più apprezzato nel settore. Questo è più a suo agio con le schede grafiche AMD e non sembra mettere a frutto pienamente neanche processori Ryzen. Il test Standard Candle è stato infatti il peggiore registrato finora e, seppure questa coppia di CPU/GPU sia effettivamente la più economica, i risultati ottenuti in altri campi sembrano dimostrare che si potrebbe far di meglio ottimizzando il software. Tuttavia DaVinci predilige il mondo Mac e lì si ragiona con CPU Intel + GPU AMD, per cui è lecito che lo sviluppo sia andato principalmente in quella direzione.

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Un’ultima parola la vorrei spendere sulla stabilità e la silenziosità operativa di questa configurazione, che ho trovato davvero eccezionale. Sapete che il gaming non mi interessa affatto, ma per quel poco che ho provato con Mad Max e For Honor mi ha dato delle ottime soddisfazioni (per giunta su display 4K). A scopo informativo condivido giusto il risultato di GFXBench, che dà grosso modo un’indicazione generica dei risultati nel rendering 3D realtime in ambito gaming.

Siamo giunti alla fine di questo ennesimo SaggioProgetto, che spero sia stato di vostro gradimento. Come sempre mi aspetto che qualcuno non sia d’accordo con questa o quella scelta, che ci sia chi odi o ami il case oppure chi non condivide alcune delle riflessioni o test. Non necessariamente si deve comporre un computer in questo esatto modo, ne propongo diversi proprio affinché ci si possa fare un’idea dei componenti più adatti alle proprie necessità in base alle performance, al prezzo o, perché no, al design. È con questo spirito che condivido i risultati di questi Progetti, che in alcuni casi derivano da computer che assemblo per clienti o amici, mentre in altri sono esperimenti personali. Quest’ultimo rientra esattamente in tale casistica, infatti sono disponibile a venderlo già assemblato (senza i dischi aggiuntivi) se qualcuno fosse interessato. La futura roadmap è stata leggermente rivista, ma i prossimi PC ad essere sfornati saranno basati entrambi su Intel: uno con i3-8350K e l’altro con i7-8700K. Vi ricordo che potete trovare tutti i componenti nella lista del #ProgettoAMD e che acquistando dai nostri link supporterete l’attività del sito e renderete possibili altri articoli come questo.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.