iMac Pro 18-core, primi benchmark pubblici in linea con le aspettative

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L’iMac Pro non è una bestia per tutti. Gli scopi ideali e i prezzi lo rendono specificatamente rivolto ad una ristretta fascia d’utenza enthusiast, che vuole tanto una workstation potente quanto elegante al tempo stesso. Ancor meno avrebbero forse necessità della configurazione più pompata, quella da 18-core, ma indubbiamente se il portafogli lo permette l’idea di portare questo Mac ai suoi limiti sarà troppo golosa in fase d’acquisto. Una soluzione ancor migliore per soddisfare la curiosità senza effettuare subito grossi esborsi è però quella di osservare i test compiuti da chi è già in possesso di un’unità, come nel caso di Jonathan Morrison.

Nel video che ha pubblicato su YouTube si può vedere l’iMac Pro 18-core impegnato in benchmark sia sintetici sia attraverso prove pratiche in app come Final Cut Pro. Ci si aspetta grandi performance da questo mostro? Effettivamente, le garantisce. Se i test Geekbench 4 in single-core sono tutto sommato in linea con le altre configurazioni comparate, nel multi-core viene superata con scioltezza la barriera dei 48.000 punti. Raffrontato al modello base 8-core in un contesto non sintetico, l’iMac Pro di punta esegue il trattamento di un video RED 8K RAW con sensibili vantaggi temporali. La transcodifica in RED Cine-X avviene in 39:35 contro 51 minuti, mentre la conversione in 4K Pro Res attraverso Final Cut Pro impiega un minuto e mezzo in meno, da 7:22 a 5:51. Anche con Screenflow 7, Adobe Media Encoder, After Effects e Maxon Cinema 4D si osservano differenze consistenti.

Non mostra invece benefici il test AJA sull’unità SSD da 4 TB, con risultati pressoché identici ai tagli inferiori. Per il resto è senz’altro un trionfo su tutta la linea. Alla fine di tutto, però, vale davvero la pena spremere le opzioni BTO al massimo per risparmiare alcuni minuti di lavoro quotidiano? È vero che più lo si sfrutta, più questi minuti risparmiati diventano ore e dunque giorni, ma tra 5.599 € e 15.439 € ne passa parecchio per giustificare un investimento ben oltre il doppio. Ancor più pensando al fatto che pure la variante base presenta opportunità di espansione per CPU, RAM e SSD a prezzi piuttosto inferiori di quelli richiesti da Apple. Una riflessione già affrontata da Maurizio circa un mese fa e con cui non posso che concordare anche alla luce dei risultati sopra discussi.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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