C'era un tempo in cui BlackBerry era sinonimo di serietà e di prodotti per il mercato business ben congegnati e realizzati. Un tempo in cui l'allora RIM dominava letteralmente il proprio settore di riferimento, forte della gestione software delle e-mail e dell'apprezzatissima tastiera fisica. Un'era in cui, ben prima di iMessage, WhatsApp e simili, gli utenti BB potevano chattare fra di loro gratuitamente con il servizio BBM, BlackBerry Messenger. Poi vennero l'iPhone, Android ed una dirigenza di RIM ben poco lungimirante, un cocktail mortale che ha portato la compagnia ad un inesorabile declino, costringendola per sopravvivere a dare in licenza il proprio marchio alla multinazionale cinese TCL che si occupa della progettazione, del design e della produzione dei nuovi smartphone, ormai poco più che timide copie di tanti altri telefoni già presenti sul mercato.
Gli asset software, invece, sono rimasti in gestione all'azienda canadese, la quale si occupa del loro sviluppo, del loro mantenimento e della tutela dei diritti di proprietà intellettuale a loro connessi. Proprio su questa scia si inserisce la causa intentata da BlackBerry a Facebook, accusata (in un ricorso di ben 117 pagine), di aver violato in WhatsApp, Messenger e Instagram alcune sue tecnologie relative sia all'interfaccia utente, quali il sistema di notifica e la possibilità di taggare i propri contatti nelle foto, sia ai sistemi di sicurezza, quali alcune tecniche di crittografia che consentono di proteggere la privacy degli utenti. Fra le altre proprietà intellettuali di cui BlackBerry asserisce la violazione, vi sono anche gli elementi grafici relativi al badge delle notifiche e la creazione di un'unica piattaforma in grado di gestire tanto il mobile gaming quanto la messaggistica istantanea.
Dal canto suo, il Consigliere Generale di Facebook ha annunciato che si difenderanno in giudizio senza remore, sottolineando che "La causa intentata da BlackBerry non riflette che lo stato attuale della compagnia, dovuto all'aver abbandonato ogni sforzo volto all'innovazione. BlackBerry, ora, vuol solo tassare le invenzioni degli altri. Abbiamo intenzione di combattere".