I migliori accessori per i MacBook e MacBook Pro nel 2018

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Da diversi mesi ho in previsione di scrivere un articolo dedicato ai migliori accessori per i MacBook con porte USB-C e Thunderbolt 3, ma ogni volta temporeggio perché vorrei provare ancora un altro prodotto o magari sono in attesa dell’uscita di qualche novità. Di questo passo stavo finendo per rimandare all’infinito, per cui ho deciso di metterci un punto ed iniziare a condividere la mia attuale lista, con l’obiettivo di tenerla aggiornata per tutto il 2018. Inserisco esclusivamente articoli che ho provato direttamente e che vanno a comporre quello che è il mio zainetto leggero, senza considerare la parte fotografica ed altri dispositivi (come l’iPad Pro) che esulano dal nostro scopo. Sono come sempre aperto a ricevere i vostri consigli nei commenti per ampliare l’articolo in futuro e magari per scoprire qualche prodotto nuovo ed interessante.

Un look più personale

Il grigio siderale degli ultimi Mac è piuttosto gradevole ed elegante, ma si può comunque aver voglia di un po’ di personalizzazione. Gli sticker sono un ottimo strumento per raggiungere questo risultato e possono riportare scritte o disegni che per noi sono importanti o gradevoli. In giro se ne trovano una quantità sterminata e molti sfruttano la mela per creare immagini evocative, anche se i risultati erano decisamente migliori quando questa si illuminava. Posto che si deve sempre scegliere prodotti di qualità che ci garantiscano una rimozione facile e senza il minimo residuo, la mia soluzione preferita è quella di dbrand. Dal loro sito si possono scegliere skin con tantissime colorazioni ed effetti per molti dei prodotti di elettronica di consumo più diffusi, consentendoci di personalizzarli a nostro gusto. Nel caso dei MacBook si possono acquistare adesivi per la parte superiore del case, per quella inferiore e per il trackpad. Solo il primo m’interessa davvero, perché è quello che ci offre la possibilità di ottenere un look diverso per la parte più in vista del portatile. Non mi piace l’idea di cambiar colore al trackpad rendendolo evidente, è un elemento troppo grande che è molto meglio avere “tono su tono” con la scocca, e trovo inutile l’adesivo nella parte inferiore. L’adesivo si applica con un metodo ben descritto dai loro video how-to e fa un bell’effetto, inoltre si rimuove davvero senza lasciare alcuna traccia: credetemi se vi dico che negli ultimi anni ne ho installati almeno 50 su ogni tipo di device. Sopra i $20 la spedizione è gratuita anche per l’Italia e gli ordini impiegano una ventina di giorni per essere consegnati con posta ordinaria, ma si può pagare con PayPal ed avere garanzie aggiuntive (seppure loro siano già molto disponibili in caso di problemi).

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Protezione a tutti i costi

Nel corso degli anni mi è capitato di leggere un milione di critiche sulle custodie per portatili e sull’uso in modalità clamshell degli stessi, ovvero con coperchio chiuso e monitor, mouse e tastiera esterni. Io non voglio convincere nessuno delle mie tesi, ma sulle custodie rigide i problemi si hanno solo se queste sono di scarsa fattura, se s’installano quando il computer ha sopra residui di sporco o se si mettono su e non si tolgono per anni. Io le uso spessissimo perché porto il MacBook nei viaggi di lavoro e nelle sessioni di shooting, anche all’aperto, ma non voglio aver pena per lui e non ho tempo di preoccuparmi di trattarlo con i guanti bianchi, per cui ho quasi sempre una custodia; quando invece so che non mi servirà per diversi giorni la rimuovo, non facendo così depositare lo sporco. Negli ultimi 20 anni facendo così mai nessun portatile mi si è danneggiato, per questo la mia esperienza mi porta a consigliare senza problemi l’uso di coperture rigide per chi si trova a maneggiare il laptop in condizioni di mobilità ben più rischiose della scrivania di casa o ufficio. Tra i prodotti più economici che ho provato a me è piaciuta la custodia di Mosiso, che ho usato l’anno scorso sul MacBook Pro 13″ nella bella colorazione Deep Teal. Ora leggo numerosi commenti di persone che l’hanno trovata “stretta” sul display, ma sono propenso a credere che non abbiano avuto il “coraggio” di incastrarla. Già, perché si deve applicare un po’ di forza e se si teme, per altro legittimamente, per l’incolumità del proprio dispositivo, è più facile gettare la spugna. Tuttavia basta schiacciare uno ad uno i piccoli lembi sporgenti che si trovano lungo il perimetro dello schermo e l’installazione risulta abbastanza indolore, senza causare danni di nessun tipo alla delicata copertura antiriflesso dei MacBook Pro recenti. La custodia che uso oggi è invece un’altra ed è l’unica che mi fa maneggiare il portatile in totale sicurezza anche nei lavori all’aperto.

Si chiama UAG Plasma e da quando l’ho installata non ho più paura neanche quando faccio usare il computer a mia moglie, decisamente più sbadata di me su queste cose. Costa di più delle tradizionali custodie ma è un qualcosa di completamente diverso dal punto di vista strutturale e funzionale. Oltre alla copertura in plastica trasparente con design rugged, possiede uno scheletro di plastica nera tutto intorno, robusta e gommosa, che protegge ogni singolo millimetro del portatile. Il case modifica inoltre anche la modalità di apertura, perché richiede lo sblocco da entrambi i lati per poter sollevare lo schermo e allo stesso modo si incastra con un preciso “clack” quando lo richiudiamo. Certo, manda a farsi benedire il design elegante e minimale del MacBook Pro, per cui non è indicata per tutti i tipi di utenza, specie quella basic o che tiene alla facciata, ma se dovete tirar fuori il portatile in aereo come in campagna allora i vostri occhi andranno oltre e misureranno aspetti più importanti come la sicurezza e la tranquillità operativa. Per quanto riguarda l’areazione, la parte inferiore del case è completamente traforata e la feritoia da cui il MacBook dissipa il calore è quasi completamente libera. Nell’uso più intensivo ho registrato un aumento della temperatura massima di 1°, aspetto che considero ininfluente al 100%. Semmai Apple dovrebbe usare una pasta termica migliore, ma questo è un altro discorso.

Lo schermo è delicato: proteggiamolo!

Ho appena detto che la copertura antiriflesso dello schermo non si danneggia quando incastriamo una buona custodia protettiva, perché questo mi è successo e questo posso “testimoniare”, ma allo stesso modo devo riportare l’accentuata tendenza a rigarsi per via della tastiera. È un problema noto in casa Apple, tant’è che se notate l’insorgenza di segni sullo schermo nell’area che tocca sui tasti ve lo cambiano senza far storie, così com’è successo a me con i MacBook Pro 2016 e 2017. Alcune volte si tratta di righe leggerissime che si notano solo in controluce e su cui si può soprassedere, ma ormai preferisco prevenire con un panno protettivo. Quello più comodo e di maggiore qualità che ho trovato è di Radtech e si chiama ScreenSavrz. Per il MacBook Pro è ritagliata a dimensione di tastiera e Touch Bar, gradevolissima da vedere, realizzata con un materiale tecnico di elevata qualità (Optex Super60), sottilissima ed utile anche per pulire rapidamente lo schermo. Un prodotto consigliato a tutti e che non ha nulla a che vedere con soluzioni simili e più economiche che potete trovare altrove.

Mini adattatori in formato tascabile

Uno degli elementi più ricorrenti nel mio utilizzo quotidiano del MacBook Pro è l’adattatore USB-C / USB-A di Rampow. Non è il più bello e rifinito, tale onore spetta all’adattatore di Nonda, però questo costa un quarto visto che nella confezione, il cui prezzo è la metà, ce ne sono due. Potete tranquillamente lasciarli collegati ai dispositivi che usate più spesso con il portatile e che richiedono un adattatore da USB-A a USB-C, ma la cosa comoda è che si possono anche collegare insieme a due porte affiancate senza urtare. Forse non saranno particolarmente pregiati ma al momento non ho di ché lamentarmi.

Hub portatile: il più completo ed efficiente

Lo so, gli hub più graziosi sono quei gingilli che si attaccano di lato, come quello di QacQoc che ho recensito. Occupano poco e sono gradevoli alla vista, ma hanno almeno due difetti: sono quasi sempre specifici per un solo modello di computer ed è troppo facile scollegarli. Ecco perché il mio hub USB-C preferito, quello che porto con me ogni giorno, è ancora oggi l’HooToo Shuttle. Dico “ancora” perché ce l’ho dal 2016 e dopo di lui ne ho provati almeno dieci, ma nessuno mi convince di più. Ha tre porte USB 3, un lettore di SD UHS-I, un’uscita HDMI (FHD o QHD 60Hz / 4K 30Hz) ed una USB-C passante che supporta fino a 100W per la ricarica. Inoltre la sua struttura lo rende pratico da maneggiare pur essendo più ingombrante di altri ed ha l’ulteriore vantaggio di dissipare meglio il calore vista la sua dimensione. Ora esiste anche un modello più recente in cui il lettore di SD è stato sostituito cona porta Gigabit Ethernet e forse lo preferirei visto che per le memorie adopero un prodotto specifico che supporta le più veloci UHS-II che uso sulle mie fotocamere.

Se serve una HDMI 4K a 60Hz

E per la serie “senza di questo sarei rovinato”, l’adattatore di StarTech da USB-C ad HDMI 2.0 è il migliore che abbia potuto testare. Le HDMI degli hub sono tutte a 30Hz con i TV o display UHD per limitazioni di banda, per cui l’unica soluzione è un dongle dedicato di buona qualità. Dal momento che pure questo è un prodotto che ho da diverso tempo, oggi esiste una variante più furba che include anche una USB-C passante per la ricarica, ideale per chi possiede un MacBook 12″. In una postazione statica si può forse preferire un cavo USB-C / HDMI 2.0 come questo (che però non ho provato), in mobilità trovo che l’adattatore sia molto più flessibile in modo da riusare i cavi che già si trovano nei TV o monitor che ci capita di adoperare.

Il super lettore di SD UHS-II

Se siete anche voi nel mondo della fotografia e del video, troverete incredibilmente fastidiosa l’assenza di un lettore di memorie SD nei MacBook recenti. L’hub che ho citato ne ha uno standard integrato ma nel mio caso non è sufficiente in quanto utilizzo quasi esclusivamente SD UHS-II. Queste sono molto più veloci delle precedenti e scaricare dati con un lettore UHS-I è un enorme spreco visto che può essere fino a 3 volte più lento. Ecco perché utilizzo l’eccellente SanDisk Extreme Pro USC-C Reader che è compatto ed incredibilmente veloce.

La migliore archiviazione portatile

Per archiviare tanti dati statici da portare con sé, qualsiasi disco tradizionale da 2,5″ può servire allo scopo, magari con l’adattatore USB-C che ho suggerito poc’anzi. Se invece si deve lavorare con i dati e si parte da un computer con archiviazione flash come tutti gli attuali MacBook, è davvero un peccato creare un collo di bottiglia con HDD meccanici. Ecco perché preferisco spostare una quantità minore di dati ma gestirli alla massima velocità con un SSD USB-C. Ci sono tanti prodotti in questo segmento ed è in continua espansione, per cui troverete l’unità più piccola, quella più veloce, quella più bella o economica. Il Samsung T5 è l’unico che bilancia ottimamente ognuno di questi aspetti e si propone ad un prezzo ottimo nel più diffuso taglio da 500GB. Consiglio di aggiungere un piccolo case per trasportarlo in sicurezza e se volete saperne di più sulle sue caratteristiche e prestazioni vi rimando alla mia recensione.

Un caricatore alternativo di qualità

Avere l’USB-C significa che per la prima volta possiamo adoperare caricatori standard, ma non sempre è una pratica consigliabile. Gli alimentatori di Apple sono notoriamente realizzati con una qualità elettronica eccellente e in grado di offrire una tensione stabile per non compromettere la vita delle batterie. Ecco perché non consiglierei l’Inateck USB-C 60W se non lo stessi utilizzando già da 5 mesi con estrema soddisfazione. Ormai tengo il caricatore originale a casa e porto con me solo questo, perché è più piccolino, ha gli adattatori per tutte le prese di corrente internazionali ed un cavo con un pratico fermaglio. Nella nostra prova abbiamo analizzato la qualità della corrente emessa ed è molto stabile, soltanto riscalda un po’ più di quello originale. Come prodotto da viaggio è eccellente e costa il giusto.

Un po’ di alimentazione anche in viaggio

Ulteriore vantaggio della USB-C è la possibilità di alimentare il computer anche con le powerbank. Sui modelli da 15″ è quasi impossibile ottenere una carica completa (richiedono 87W), ma con il 12″ è facile e anche il Pro da 13″ si riesce ad alimentare discretamente bene, pur non al completo dei suoi 60W. Con il mio MacBook Pro 13″ uso il caricatore dodocool 20100 mAh con PD 45W e mi sorprende sempre in positivo. È ben più lento dell’alimentazione da presa elettrica ma non solo evita lo scaricamento del computer, gli fa anche guadagnare quote percentuali durante l’uso. È un prodotto utilissimo da avere sempre con sé, soprattutto nei lunghi viaggi.

Uno zaino comodissimo

Ci ho messo un bel po’ prima di decidermi a comprare uno zaino che non avesse una predisposizione per la macchina fotografica. Ad un certo punto, però, è diventata una necessità. Esteticamente preferisco le borse messenger, difatti ne ho una vasta collezione, ma più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto sia comodo uno zaino, che distribuisce meglio il carico e ci lascia le mani completamente libere. Qualche mese fa ho acquistato il Dicota Code Backpack 11/13″ e mai scelta fu più indovinata. Ha un estetica che trovo davvero bella, ricorda vagamente una busta da lettere, ed un tessuto striato ben riuscito, soprattutto nella variante black. La cosa interessante è che risulta molto piccola ma la sua forma regolare consente di ospitare tantissime cose all’interno. Il computer portatile ha una tasca dedicata super imbottita con tanto di chiusura di velcro e ci entra il MacBook Pro 13″ con tutta la custodia UAG (che è bella spessa). Ha inoltre una seconda tasca dedicata ad un tablet, nella quale l’iPad Pro da 10.5″ con tastiera calza perfettamente. Praticissima anche la chiusura, che prevede una zip protettiva di qualità, un gancio e dei magneti per tenere la patta ben aderente alla struttura. Il suo unico limite è quello di non avere uno spazio sagomato all’interno per la fotocamera: la mia soluzione è stata quella di inserire all’interno una struttura aggiuntiva imbottita dello stesso colore, così ho unito la praticità di questo piccolo zaino alle funzionalità di trasporto per la macchina fotografica. Non ci va tanta roba ma riesco a muovermi leggero e con tutto l’essenziale. Ah, ovviamente c’è anche la versione 13/15″ più adatta al MacBook Pro 15″. Una alternativa simpatica per viaggiare ancora più leggeri è la piccolissima Dicota Code Sling, mentre personalmente evito le sleeve in cui ci va solo il portatile perché senza un caricatore ed un minimo di accessori di base mi sembra di non aver nulla… a quel punto uso direttamente l’iPad.

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Auricolari comodi e leggeri

Se si parla di MacBook gli auricolari più comodi sono certamente gli Apple AirPods. Probabilmente uno dei migliori prodotti degli ultimi anni usciti da Cupertino, tant’è che in recensione li ho definiti briciole di magia. Consentono di passare da smartphone a computer in un attimo, così si può uscire di casa con un solo paio di auricolari per tutto. Hanno inoltre una lunghissima autonomia, grazie alla carica aggiuntiva della custodia, e senza fili non si hanno intralci di nessun tipo. Unico potenziale problema: la comodità. Prima di comprarle provate un paio di EarPods per vedere se vi calzano bene, perché la forma interna è praticamente identica.

Cuffie per un ascolto pulito e isolato

Da quando Apple ha comprato Beats, ha integrato il proprio chip W1 in alcune cuffie della casa modaiola, ottenendo la stessa fluidità operativa delle AirPods. Pur avendo un paio di Studio3 Wireless non mi sento tuttavia di consigliarle per questo genere di ascolto, ambito in cui preferisco nettamente le Bose QC35. A parte il fatto che sono costruite molto meglio, sono infinitamente più comode, la batteria dura di più, si sentono in modo più equilibrato e il sistema di Noise Cancelling risulta ben più efficiente, queste hanno il vantaggio di poter connettere due dispositivi contemporaneamente, rendendone l’uso in mobilità parecchio soddisfacente. Invece di passare da un dispositivo all’altro potremo collegarli insieme ed avere un controllo totale pur senza rumori esterni. Anche di queste potete approfondire nella mia recensione e nel successivo confronto col modello II.

Un mouse ricolmo di magia… nera

Per chi non ama il trackpad come me, il mouse è ancora una scelta ottimale al fine di massimizzare l’operatività e mantenere un metodo di lavoro più simile all’ambiente desktop. Ovviamente serve una scrivania e non sempre si ha a disposizione, ma se di norma preferisco l’MX Master 2S, in mobilità i miei favori vanno ancora al Magic Mouse, piccolo e ricco di gesture. Questo perché la soluzione di Logitech dà il massimo con il suo dongle Unifying, che però richiede l’occupazione di una porta USB-A con relativo adattatore… molto più semplice il Magic Mouse, soprattutto nella nuova livrea grigio siderale. Unico problema: la delicatezza. Sbatacchiandolo avanti e indietro nello zaino e troppo facile che si usuri con il tempo, ecco perché in definitiva trovo più indicato il Logitech MX Anywhere 2s. Anche questo va meglio con il suo dongle, nel senso che è più preciso e non soffre la vicinanza di dischi USB 3.0, però si può tranquillamente usare anche via Bluetooth qualora non vi andasse di occupare una porta del computer.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.