iPad mini 4, da mini superpotenza a maxi superparadosso

Sul suo sito, Apple lo chiama la mini superpotenza. In effetti, l’iPad mini 4 lo è. O forse sarebbe meglio dire lo era. Al suo rilascio nel 2015, si trattava di un prodotto molto interessante, che portava in un formato più compatto gran parte delle caratteristiche dei modelli maggiori con un rapporto qualità/prezzo convincente. Tutti elementi che facevano pensare ad un futuro promettente. È seguito invece un silenzio radio, schiacciato non solo dai numerosi rilasci successivi di Apple, ma probabilmente pure dal continuo calo del settore tablet e l’ascesa contemporanea di smartphone con schermi sempre più generosi, dotati di caratteristiche top e in grado di rendere sempre meno necessaria la presenza sul mercato di tavolette mini.

Nonostante ciò, le speranze non s’erano del tutto dissipate. Anzi, in vista dell’evento di ieri, l’iPad mini sembrava essere proprio il candidato ideale per un bel refresh in modo da offrire al settore educativo una proposta ancor più economica della variante da 9,7″. Quest’ultima, come sappiamo, è stata aggiornata come previsto e ha apportato delle novità rilevanti, in primis il supporto alla Apple Pencil che così finalmente non è più un’esclusiva della gamma Pro. Niente invece per il piccolino, lasciato ancora una volta trascurato. E sì che poteva essere ravvivato in diversi modi, Maurizio in una sua riflessione di alcuni giorni fa aveva provato ad avanzare alcune ipotesi con tanto di mockup.

Anzi, per la verità un cambiamento c’è stato. Il prezzo è stato ribassato da 489 a 439 € per la versione Wi-Fi da 128 GB, che salgono a 569 € se si sceglie quella Cellular; quest’ultima sino a lunedì costava 649 €. Una riduzione lieve, ma a tutto tondo. Peccato che ha solo peggiorato la situazione precaria dell’iPad mini. Già il confronto con l’iPad 2017 lo metteva piuttosto in bilico: in comparativa diretta, il Wi-Fi da 128 GB si portava a casa con 509 €. Appena 20 in più del mini, guadagnando quasi due pollici in aggiunta alle altre migliorie hardware. Ora la differenza è ancor più ridotta, dato che l’iPad 2018 Wi-Fi 128 GB viene venduto a 449 €. Vogliamo anche il modulo 4G? Si sale a 579 €, anche in questo caso soli 10 in più del corrispettivo da 7,9″. Considerato pure che si è nettamente accentuato il divario tecnico tra i prodotti, con due generazioni di SoC e non più una sola a separarli, diventa evidente come per nessun acquirente, nemmeno se per esigenze personali volesse un modello compatto, potrebbe ancora considerare l’iPad mini al prezzo attuale. Se non altro, a beneficiarne saranno gli altri negozi e ancor più il mercato dell’usato, grazie alla maggiore tenuta del valore.

Con le dovute differenze di contesto, la parabola discendente dell’iPad mini ricorda un po’ quella del MacBook bianco nei suoi ultimi mesi di commercializzazione a cavallo tra il 2010 e il 2011, reso praticamente fuori mercato dalla poca distanza dal Pro da 13″ nella configurazione base, con caratteristiche migliori a partire dal design in alluminio e dalla RAM raddoppiata. Almeno in quel caso si parlava di una differenza attorno ai 150 € e non 10. Per questo ormai è diventato un maxi superparadosso. Al giorno d’oggi l’acquisto di questo tablet, perlomeno attraverso i canali ufficiali, purtroppo non ha più vere giustificazioni se non il voler effettuare una sorta di atto di fede. L’appello che dunque rivolgo ad Apple, e come me penso anche molti altri, è di decidere al più presto cosa farne: se non volergli dare il meritato upgrade, quantomeno una sforbiciata più consistente al prezzo oppure ancora un’uscita di scena dignitosa, consacrando in via definitiva l’iPad da 9,7″ come entry-level della gamma.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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