Smartwatch e lusso, forse l’accoppiata migliore è ibrida

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Vincenzo Lapenta, Alberto Zamboni, Roberto Pinna, Marco Moretti, Alberto Sabbatini, Maurizio Bergo, Roberto Vazzoler.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

Inizio questa riflessione salutando una persona. Me stesso, poco più di 5 anni fa. Che dubitavo degli smartwatch, che non vedevo tutto questo vantaggio tecnologico rispetto alle proposte classiche, che pensavo fossero più gingilli in stile Ispettore Gadget che prodotti davvero utili. Ebbene, dopo essere passato per un Sony SmartWatch 3, un Asus ZenWatch 3 ed infine il Fossil Q Explorist attualmente in uso, posso dire al me di 5 anni fa che avevo sbagliato a giudicare. Se esco da casa senza lo smartwatch mi sento quasi nudo, la stessa sensazione che molti provano con gli orologi tradizionali. Al di là dell’uso più ovvio di vedere l’ora, lo sfrutto per controllare al volo le notifiche arrivate, vedere come me la sto cavando in termini di attività durante un’escursione fuori porta e, già che ci sono, visualizzare gli ultimi movimenti sul conto corrente con l’app della banca. Perché non metterci pure un pizzico di stile al polso, già che ci sono? Un minimo di vanità non fa male a nessuno, in fondo. Magari con un quadrante più grazioso di quello predefinito, che infatti ho subito sostituito con uno classicheggiante.

Fossil Q Explorist

Di quella lista che avevo compilato nel 2013, bene o male posso dire che, a parte l’autonomia ancora con ampi margini di miglioramento, tutti i punti sono stati rispettati sia da Apple che dagli altri produttori. Ora, oltre al discorso autonomia, mi piacerebbe che nel mondo Wear OS ci fosse maggiore attenzione alle funzionalità e non solo al fattore estetico: tanti, troppi smartwatch dotati del sistema operativo Google difettano ancora di NFC e del sensore di rilevamento del battito cardiaco, caratteristiche che dovrebbero invece essere pressoché basilari considerando dove questi dispositivi si rivelano essere più utili. Sono comunque fiducioso che in futuro la situazione migliorerà sensibilmente sotto questo punto di vista. È su altro, infatti, che mi vorrei concentrare.

Montblanc Summit

Un anno fa parlai del progressivo inserimento dei marchi di lusso nella gamma Wear OS, che ancora si chiamava Android Wear. Oggi non ci sono impegnate solo Montblanc e TAG Heuer, ma pure altre realtà celebri come Louis Vuitton e Movado. Potremmo inserirvi almeno in parte anche la variante Porsche Design di Huawei Watch 2 o, saltando di piattaforma, la collaborazione che Apple ha in essere con Hermès. La fascia premium è importante in qualsiasi mercato: soddisfa le esigenze di chi vuole un prodotto di alta qualità senza badare troppo alle spese, assicurando ottimi profitti all’azienda che li realizza in aggiunta a quelli ottenuti nelle fasce più tendenti al quantitativo. Ma fin dove ci si può spingere, in questo lusso?

Hublot Big Bang Referee, smartwatch ufficiale dei Mondiali di Calcio 2018

Qui sopra potete vedere l’orologio ufficiale dei Mondiali di Calcio 2018 in Russia: si chiama Hublot Big Bang Referee. Verrà indossato dagli arbitri durante le partite, con app preinstallate per sfruttare le tecnologie di assistenza a disposizione dei direttori di gara, come la celebre Goal Line che permette di stabilire se la palla ha oltrepassato la linea di porta oppure no e dunque decidere se convalidare o annullare la rete. Non mancano anche funzionalità destinate più specificatamente ai tifosi, come quadranti dedicati e notifiche per i principali avvenimenti nelle gare, inclusa un’animazione in caso di gol. Come ci si aspetterebbe da un marchio prestigioso qual è Hublot, la qualità dei materiali è elevata, con una cassa realizzata in titanio e kevlar, resistente fino a 5 atmosfere, nonché ulteriori elementi di design a partire dalle 6 viti con la H che adornano la ghiera. Tre i cinturini inclusi: uno in gomma nera, uno in spugna con la raffigurazione della coppa del mondo e infine uno in pelle dedicato alla squadra nazionale dell’acquirente. La dotazione hardware è adeguata, con uno schermo AMOLED ad alta risoluzione, SoC Intel Atom, 512 MB di RAM, GPS, NFC e batteria da 410 mAh.

A questo punto l’ultimo aspetto di cui parlare resta il prezzo. Chi conosce già Hublot a livello di orologi tradizionali si attenderà qualche zero nelle cifre, e così è pure in questo caso: $5.200, con tiratura limitata di soli 2018 esemplari. Non si tratta del record del settore. Prima del brand svizzero, ci aveva pensato proprio Apple a rilasciare un’edizione in oro dello smartwatch da 13.000€, rivelatasi non proprio un grande successo. Tutti i prezzi indicati impallidiscono però se confrontati ai $197.000 raggiunti dalla variante Full Diamond del TAG Heuer Connected Modular 45. Prezioso e smart quanto si vuole, così tanto che presumibilmente pochi temerari tra gli acquirenti oseranno metterlo al polso per non rischiare di rovinarlo.

TAG Heuer Connected Modular 45 Full Diamond

Non intendo giudicare chi comprerà questo dispositivo o altri similari. Ha certamente la “riccanza” necessaria per potersi permettere uno sfizio del genere e alla fine è da considerarsi pure una questione di prestigio, forse sociale prima che personale. Quello che mi chiedo davvero è se in generale abbia senso acquistare uno smartwatch di lusso. Il mercato dell’orologeria premium è tra quelli che di fatto non conosce mai crisi, vuoi per il valore e la storia dei marchi operanti vuoi per la qualità dei materiali utilizzati. Ci sono però altri due motivi molto importanti: il primo è che non invecchiano praticamente mai in termini stilistici, il secondo è che, a corollario di quanto appena detto, il valore non solo si mantiene ma spesso aumenta negli anni. Consentitemi dunque di dubitare che l’Hublot di cui ho parlato sopra possa godere della medesima tenuta nel tempo di un omologo tradizionale. Nella migliore delle ipotesi, fra un decennio potrebbe al massimo visualizzare l’ora, disponendo di sistema operativo e tecnologie non più all’altezza, con l’ulteriore svantaggio di doverlo mettere sotto carica ogni giorno invece di portarlo dall’orologiaio una volta ogni tanto.

Perciò, ben venga il lusso negli smartwatch, se serve a trainare anche le altre fasce di prezzo più popolari. Ma chi sceglie un prodotto del genere, completamente digitale, è meglio sia conscio che non può considerarlo come un investimento a lungo termine, cosa che invece si può fare con un Rolex o un Omega. Vero che almeno i cinturini potranno essere riutilizzati, così come la possibilità almeno con TAG Heuer di rimpiazzare in futuro la cassa smart con una classica, ma in entrambi i casi non si tratterà di una transizione gratuita, anzi.

Frederique Constant Hybrid

Il compromesso migliore tra i due mondi è molto probabilmente rappresentato dalla categoria degli ibridi. Orologi analogici, a cui vengono aggiunte alcune caratteristiche smart, come una vibrazione all’arrivo di nuove notifiche e rilevamento dell’attività fisica, il tutto abbinato ad un’elevata autonomia della batteria. Non è un caso che vari marchi di lusso, tra cui Frederique Constant, stiano scegliendo proprio questa strada. Male che vada, fra alcuni anni all’acquirente resterà comunque un prodotto tradizionale di alta manifattura, sempre funzionante per il suo scopo primario e destinato senz’altro a tenere molto di più il valore rispetto a qualsiasi orologio dotato di un display.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.