Spotify e il suo smart speaker: può essere una sfida ad HomePod?

Ormai tutte le grandi aziende hanno il loro smart speaker, oltre a Google, Amazon ed Apple, anche gli altri colossi stanno pianificando la loro entrata sul mercato. Samsung, per esempio, possiede già l’assistente virtuale Bixby – che per la verità ha un po’ deluso le aspettative – e sta progettando un suo dispositivo, in arrivo nella seconda metà del 2018. Ma anche altre aziende – come Harman/Kardon – hanno in catalogo qualcosa di simile, in questo caso basato su Cortana.

Tuttavia lo smart speaker che si distingue veramente è l’HomePod di Apple (qui le prime impressioni di Maurizio), e si distingue per essere un po’ poco smart, ma anche per suonare meglio dei rivali. È forse proprio sulla qualità audio che dovrebbe concentrarsi Spotify se volesse lanciare uno smart speaker, ed entrare così in competizione con Apple come lo è già nel settore dello streaming musicale. D’altronde Spotify ha una sua generosa base di utenti e uno smart speaker potrebbe avere un duplice vantaggio: da una parte, se fosse un successo di vendite, portare soldi nelle casse dell’azienda, dall’altro lato offrire ai suoi clienti l’integrazione tra l’app e lo speaker che HomePod – per scelta di Cupertino – non permette. In questo modo si eviterebbe anche che una fetta di clienti di Spotify passasse sotto l’ala di Apple Music dopo aver acquistato (o volendo acquistare) un HomePod. Che poi diciamolo, è proprio per questo motivo che Apple ha blindato il suo smart speaker, offrendo l’esperienza completa solo agli utenti Apple Music.

Forse bisognerebbe vedere questo tipo di dispositivi – nel caso di Apple e Spotify – come parte integrante del servizio di abbonamento in streaming. D’altronde non c’è poi molta differenza tra un servizio e l’altro: il catalogo è vasto in entrambi i casi, i prezzi sono allineati, la qualità audio anche (e se non lo fosse, lo sarebbe per il 99% delle orecchie). La scelta viene fatta spesso per motivazioni apparentemente poco solide e radicate. HomePod però cambia le carte in tavola, rendendo l’esperienza di Apple Music più completa, così come lo fa anche l’integrazione con Siri su iPhone, che manca su Spotify. La scelta della società svedese potrebbe avere dunque un senso sotto questo punto di vista, puntando sulla progettazione di uno smart speaker che sia soprattuto un diffusore audio di qualità, come lo è HomePod. Viceversa, una scelta del tutto differente potrebbe essere quella di realizzare uno SMART speaker (dove ho evidenziato il primo termine), dal prezzo contenuto e in competizione con Alexa e Google Home. Ma a questo punto le funzionalità smart dovrebbero essere veramente ben progettate, a mio giudizio un sfida un po’ troppo ardua e Spotify e sicuramente dal risultato incerto.

In ogni caso, che la società svedese stia progettando un prodotto fisico è assodato, mentre per quanto riguarda il suo assistente virtuale, almeno in una versione basica, esiste già in fase di test e se ne può osservare anche una primordiale interfaccia grafica, come ha mostrato Hunter Owens su Twitter – riportato poi sulle pagine di 9To5Mac. Per il momento non resta che attendere quali saranno le prossime mosse, anche considerato l’annuncio della volontà di una futura quotazione sul mercato azionario.

Simone Sala

Junior Editor - Appassionato di tecnologia, mi piace analizzarne sia gli aspetti tecnici che i risvolti sociali. Sono curioso per natura e cerco sempre di sperimentare le ultime novità in qualsiasi ambito. Collaboro con SaggiaMente dal 2016.

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