HomePod non vende bene, forse perché è solo un accessorio per iPhone

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HomePod è sul mercato di alcune nazioni già dal mese di gennaio, ma, nonostante ci sia stato un forte interesse nei suoi confronti durante i preordini, ora non riesce a farsi strada in un settore già dominato da Amazon Echo e, in parte, da Google Home, almeno secondo quanto riporta Bloomberg.

Lo scorso Marzo, infatti, Inventec Corp., l’azienda che si occupa di assemblare HomePod, ha ricevuto da Cupertino l’ordine di ridurne la produzione. Secondo i report di Slice Intelligence, lo speaker, durante le prime 10 settimane di commercializzazione ha conquistato solo il 10% del mercato di riferimento, contro il 73% di Amazon Echo e del 14% di Google Home. Tre settimane dopo, le vendite di HomePod sono calate drasticamente al 4%, tant’è che in molti Apple Store non si riescono a superare le 10 unità vendute al giorno.

Ricordo che lo sviluppo di HomePod è stato interrotto e ripreso per diversi anni, ma in tutto il tempo trascorso nessuno dei progettisti ha mai forse pensato di porlo al centro del sistema di gestione della casa smart, relegandolo solo a un mero accessorio per iPhone, dal quale dipende quasi interamente per funzionare. Inoltre, le funzionalità di Siri (già più limitata rispetto a Google Assistant e ad Alexa di Amazon) sono pressoché ridotte all’osso, visto che è possibile solo riprodurre i brani di Apple Music, gestire i promemoria e chiedere poche altre informazioni.

Per giunta, nonostante l’ottima qualità costruttiva e di riproduzione dell’audio, non è ancora possibile usare due HomePod come due distinti altoparlanti stereo, né è possibile sfruttarlo in configurazione multi room, così come gli altoparlanti di Sonos che, per di più, supportano anche Spotify, visto che AirPlay 2 tarda ad arrivare. A ciò si aggiunga che Apple non è riuscita a proporre lo smart speaker sul mercato in tempo per gli scorsi acquisti natalizi, perdendo ulteriormente terreno.

Le ambizioni di Cupertino nel campo dell’audio di qualità e della domotica, quindi, dovrebbero essere ridimensionate: finché Siri sarà poco più che un PDA evoluto disponibile in poche lingue, finché HomePod sarà solo un accessorio di iPhonealla stregua di AirPods (che, invece, continuano a vendere benissimo) e finché non raggiungerà una certa maturità software, non potrà che far gola solo a chi è un aficionado di Apple (e forse nemmeno per chi lo è, visto che, ad esempio, è il primo prodotto che non ho acquistato al day one). Le recenti assunzioni lascerebbero ben sperare in un futuro più roseo per HomePod che, seppur vincolato all’ecosistema dei prodotti Cook e soci, potrà assurgere a prodotto autonomo e completo come quelli della concorrenza.

Elio Franco

Editor - Sono un avvocato esperto in diritto delle nuove tecnologie, codice dell'amministrazione digitale, privacy e sicurezza informatica. Mi piace esplorare i nuovi rami del diritto che nascono in seguito all'evoluzione tecnologica. Patito di videogiochi, ne ho una pila ancora da finire per mancanza di tempo.

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