I migliori mouse pad per il Magic Mouse: tappetini comodi o eleganti?

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Il Magic Mouse ha tanti pregi ma la scorrevolezza non è uno di questi. Ormai sono anni che ho smesso di usarlo sulla postazione principale di lavoro, dove gli preferisco l’ottimo MX Master 2S, ma sull’iMac casalingo e sul Mac Pro che ho in sala assemblaggio continuo ad usarlo in accoppiata alla tastiera Apple. La cosa piuttosto difficile è trovare un tappetino da abbinare che abbia un minimo di stile e che risolva alcuni dei suoi principali problemi: rumore eccessivo, ridotta fluidità e impossibilità di funzionamento sul vetro. Negli ultimi mesi ne ho provati a decine e la maggior parte di questi si sono rivelati una grandissima delusione. Ad esempio tutti i mousepad in alluminio li ho scartati perché accentuano la rumorosità nel movimento, che già di suo è eccessiva, e mi danno fastidio perché sempre freddi sotto la mano. La verità è che dopo aver provato il Logitech G440 (recensione) è difficilissimo accontentarsi di altro. Quel tappetino sembra emettere aria compressa dalla base tanto rende fluidi e precisi i movimenti, infatti è l’unico che uso in produttività, però lo trovo bruttino con quella enorme G bianca e non abbinabile ad una postazione elegante con un bell’iMac.

Di tutti i mousepad che ho provato, vi vorrei parlare solo dei quattro che vedete qui sopra. Aspettate a decidere solo in base all’estetica, non è la scelta più saggia quando si parla di comodità, per cui ascoltate prima cosa ho da dire su ognuno di essi. Inizio subito da quello che vi ha fatto storcere il naso, ovvero il Trust Primo.

Non l’ho scelto di sicuro per il suo aspetto delicato ma perché è tra i pochissimi tappetini rigidi di dimensione e prezzo contenuti. In realtà è più un semi-rigido, nel senso che non è proprio duro e robusto come il G440, infatti i primi giorni tendeva anche a “fare le orecchie”, cosa che si risolve piegandolo un po’ verso l’interno. La base è antiscivolo con ottima presa ma la cosa interessante è il top con trattamento micro forato che ricorda vagamente il G440. In realtà non è altrettanto scorrevole, sembra davvero impossibile arrivare a quei livelli, ma rispetto ad un tappetino morbido è decisamente più fluido.

Il lato negativo è che non attutisce più di tanto il rumore del Magic Mouse. Certo c’è pure l’estetica che è davvero troppo marcata… se l’avessero fatto a tinta unita sarebbe stata la mia prima ed unica scelta, anche perché ha un prezzo assolutamente invitante. Anzi, al momento alcune sue varianti cromatiche più sgargianti sono state elette a Prodotto Plus, con un prezzo inferiore a 5€. Se vi piace il colore, andate decisi su questi.

Il tappetino in ecopelle di Satechi è diametralmente opposto a quello di Trust. Arriva con una confezione in cartone stilosissima ed è realizzato con una cura molto sopra la media. È poco più grande (circa 19 x 25cm) ed offre un’area di movimento più che sufficiente pur rimanendo compatto. Tutto intorno vi sono delle eleganti impunture, dopo le quali la superficie si rialza per via di un rinforzo strutturale interno.

Se il marrone non vi piace potete scegliere la versione blu scuro, ma stranamente non c’è in nero. Comunque l’eleganza non si discute in questo caso e le rifiniture lo rendono uno dei mousepad più stilosi ed eleganti che io abbia mai visto. Anche il fondo del tappetino ha una trama bella ed originale a nido d’ape, che è un po’ meno aderente rispetto quelle tradizionali ma sottolinea l’attenzione all’estetica. Durante l’uso non si può dire che deluda ma con il Magic Mouse risulta un tantino meno scorrevole di quello Trust. Roba da poco, in fin dei conti, ma la superficie completamente liscia fa un po’ di resistenza che richiede un minimo di sforzo in più per iniziare il movimento. Diciamo che i 19€ del suo prezzo si pagano più per l’aspetto che la sostanza, anche se non è scomodo come quelli dall’alluminio. Inoltre qui il rumore da scorrimento è attutito quasi completamente.

Che ci fa un mouse da gaming in questa lista? Per giunta uno morbido? In realtà è proprio per questa sua particolarità che l’ho inserito nella selezione, in quanto è quello che tendo a portare con me visto che si arrotola e si riesce a piazzare un po’ dappertutto nella borsa o nello zaino. Il Roccat Taito Mini Size è ben fatto e piuttosto semplice, la base aderisce come una calamita su qualsiasi superficie e le dimensioni di 26,5 x 21 cm sono comode un po’ per tutto, dall’uso ufficio al gaming, passando per le attività produttive. Quel loghetto ben in vista suggerisce che sia proprio il gioco il suo habitat, tuttavia ne ho provati altri simili più discreti e non li ho trovati ben fatti come questo. Per 11€ è una buona scelta se si vuole un pad morbido, però questo aspetto è anche negativo dal mio punto di vista. La scorrevolezza è infatti al pari dell’ecopelle di quello Satechi e inferiore al Trust Primo.

Il tappetino in pelle di Telesailor l’ho acquistato principalmente per la sua generosa dimensione di 32 x 27 cm. C’è anche da 24 x 20 cm volendo, però mi interessava un’alternativa più ampia visto che mi trovo benissimo con il G440 che ha la stessa superficie. A differenza di quello, però, qui vi è la vera pelle a rendere il prodotto più elegante.

È tuttavia l’esatto opposto della soluzione di Satechi in termini di finiture, in quanto questo sembra un pezzo grezzo di cuoio tagliato a crudo. Non aspettatevi quella percezione di qualità ma all’atto pratico è risultato leggermente più comodo. A parte la maggiore ampiezza, che è questione di gusti e spazio a disposizione, la superficie di questo mousepad è leggermente porosa e non completamente liscia. Questo lo pone pari merito rispetto al Trust Primo per scorrevolezza, con l’aggiunta di una ulteriore vantaggio: la silenziosità nello scorrimento. Non è perfetto, perché la base non aderisce quasi per nulla alla scrivania e le finiture sono davvero grezze, tuttavia fa il suo dovere molto bene. La versione così grande è un po’ troppo cara, si parla di quasi 30€, ma quello più piccolo costa meno di 15€ ed è dunque più che accettabile visto il materiale in uso.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.