Il memo interno anti-leak di Apple finisce a sua volta oggetto di un leak

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Oltre al danno, la beffa. Suona infatti come una presa in giro che la nota interna in Apple riguardante le misure contro i leak sia stata anch’essa trapelata, facendo il giro delle principali testate, tra cui Bloomberg che non ha perso tempo a farlo commentare dal suo re dei leak, ovvero Mark Gurman. Al di là del curioso contrappasso avvenuto, però, il memo mostra quanto la preoccupazione in quel di Cupertino riguardo le indiscrezioni sia sempre più elevata, rendendo necessario un richiamo all’ordine per gli impiegati.

Nella nota, oltre a raccomandare di non rendere note prima del tempo informazioni sensibili, Apple illustra una strategia dal pugno piuttosto duro per coloro che vengono stanati ad effettuare leak. Solo lo scorso anno sono stati cacciati 29 tra dipendenti e partner commerciali per il rilascio non autorizzato di soffiate o firmware e 12 di essi sono stati anche sottoposti ad arresto da parte delle autorità giudiziarie. Uno degli eventi più recenti di licenziamento è avvenuto in merito alle varie indiscrezioni fuoriuscite su iOS 12 e le prossime versioni major dei sistemi operativi Apple: il colpevole è stato individuato e prontamente allontanato. Il testo del memo ha anche precise accuse verso la stampa di settore, avvisando i dipendenti di non cedere a lusinghe e atteggiamenti apparentemente amichevoli da parte dei reporter, pronti in realtà a cogliere qualsiasi opportunità di ricavare informazioni su futuri prodotti.

Sul piano etico e tecnico, quanto osserva Apple è corretto: come osservavo in una riflessione di alcuni mesi fa, le ripercussioni di un leak sono un terno al lotto e possono presentare parecchie negatività a controbilanciare l’eventuale pubblicità gratuita. Può bruciare l’effetto sorpresa sul prodotto, generare reazioni indesiderate presso la potenziale clientela, modificare drasticamente la strategia di vendita e dare ai concorrenti preziosi dettagli anticipati in vista delle controffensive. Per il lavoratore che ha generato lo spiffero, oltre al licenziamento possono aprirsi le porte del tribunale se non addirittura quelle del carcere, com’è già avvenuto in alcuni casi, e in ogni caso resterebbe una macchia indelebile sul curriculum. Sul piano pratico, però, è ben poco probabile che i leak si fermeranno mai. Chi vuole ottenere le indiscrezioni troverà sempre modi per farlo, e chi vorrà fornirgliele alzerà il livello di precauzioni nel farlo. Del resto, il fatto che questo stesso memo sia uscito dalle mura dell’Apple Park dimostra quanto per Cook e soci la battaglia anti-leak sia ancora lunga.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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