Report: le migliori schede di memoria SD UHS-II del 2018

Ho sempre guardando al futuro della tecnologia con gli occhi positivi della semplificazione, ma la realtà mi ha spesso smentito. In diverse circostanze il progresso ha portato a complicazioni per l’utente finale che hanno richiesto un bel po’ di tempo per essere comprese e superate. La transizione è il momento più difficile. Restando all’interno del mondo Apple degli ultimi anni, mi viene in mente l’ottimo Face ID: più avanzato del Touch ID ma con alcune limitazioni che portano più facilmente all’impossibilità di sblocco (dispositivo in orizzontale, troppo vicino o troppo lontano, variazioni estetiche non gradite, ecc…). Ci metto dentro anche il Fusion Drive, una tecnologia che poteva essere eccellente per dare un po’ di spinta ai dischi meccanici per i dati ma che Apple ha eletto erroneamente ad unità di boot principale negli iMac, con limitazioni di formato, velocità e sicurezza per gli ignari acquirenti. E come non citare la USB-C, una connessione teoricamente capace di meraviglie che ancora si scontra con problemi di compatibilità e diffusione a tre anni dalla sua comparsa sul mercato. Su quest’ultimo aspetto non vorrei che possiate trarre conclusioni affrettate dovute alla mia semplificazione, per cui vi invito a leggere i numerosi approfondimenti che ho scritto per spiegare come scegliere i cavi, capire le differenze tra le specifiche e destreggiarsi in questo nuovo mondo di adattatori tutti uguali eppure diversi.

Un altro settore che si è sempre più complicato negli ultimi anni è quello delle memorie Secure Digital, inizialmente destinate ad un target di consumatori “basic” ed oggi cresciute in prestazioni fino a diventare la soluzione più diffusa anche negli apparati semi-professionali (qualche volta anche oltre). La tecnologia odierna prevede alternative più efficienti, vedi XQD o CFast 2.0, ma faticano a diffondersi per via del fatto che le SD UHS-II costano molto meno e reggono ormai anche carichi di lavoro piuttosto intensivi senza sacrificare la velocità. Ciò che purtroppo non emerge mai o comunque mai a sufficienza, è che schede con dati nominali apparentemente identici possono reagire in modo del tutto diverso a seconda del dispositivo in cui le si inserisce. Di base questa è una cosa che non dovrebbe succedere con gli standard, eppure sembra essere un elemento ricorrente negli ultimi anni. Per tirare un parallelismo con l’USB-C, si potrebbe pensare che vedendo quel formato di porta ogni prodotto che la usi risulti perfettamente compatibile, mentre invece vi sono standard diversi (3.1 gen 1 / gen 2 o persino la Thunderbolt 3) e variazioni di resa dovuti a controller e cavi differenti. Nel caso delle SD UHS-II è ancora più difficile prevedere l’effettiva velocità dai dati di cartellino, perché la forbice tra le prestazioni della scheda tecnica rispetto a quelle misurate può essere davvero ampia. In questo articolo vi voglio dimostrare con i numeri questa mia affermazione ed aiutarvi nella scelta, ma prima di tutto alcune precisazioni:

  • Le schede di memoria SD UHS-II sono compatibili anche con dispositivi e lettori UHS-I ma la loro velocità si ridurrà in modo imprevedibile. Intendo dire che se la velocità massima in UHS-II è, ad esempio, di 300MB/s, non vuol dire che su UHS-I si riuscirà a raggiungere il tetto limite (che è di circa 95MB/s) in quanto le memorie sono strutturate ed ottimizzate per l’UHS-II (ci sono dei contatti in più sul retro). Questo vuol dire che non è affatto scontato dedurre che su una fotocamera o un altro dispositivo UHS-I sia comunque meglio usare una memoria UHS-II nominalmente ben più veloce, in quanto all’atto pratico potrebbe risultare persino più lenta di una UHS-I. In sintesi: acquistate la memoria adatta al vostro dispositivo perché andare oltre può essere controproducente oltre che più costoso.
  • Dedicate qualche minuto del vostro tempo per capire bene di quale velocità avete bisogno. Per la registrazione video, ad esempio, verificate il massimo bitrate della fotocamera o videocamera e ricordatevi che questo viene solitamente espresso in Mbit/s mentre nelle memorie si tende ad esporre il valore di Mbyte/s. In sostanza dovete dividere o moltiplicare per 8 prima di fare un confronto: la Lumix GH5 registra video fino a 400Mbps quindi richiede una velocità garantita di almeno 50MB/s e non 400MB/s.
  • Prendete i vari “loghetti” con le pinze. Si tratta di sigle commerciali, alcune uscite di recente, e può succedere che non siano esposte su memorie che in realtà le potrebbero avere, magari solo perché l’etichetta è stata progettata prima. Inoltre queste si basano su valori esemplificativi per il peso di foto e video che possono eccedere o magari essere inferiori rispetto quelli del vostro dispositivo. Usatele come riferimento di massima ma non come metro ultimo di valutazione assoluta.
  • Attenzione a non confondere le velocità di picco (che sono quelle che i produttori mettono in bella mostra) con quelle minime garantite. Tutte le memorie hanno delle fluttuazioni nelle velocità di scrittura e lettura e per non generare errori in fase di registrazione il dato più importante è quello sotto il quale non si scende mai. Le sigle U1/U3 e meglio ancora le recenti V30, V60, V90 possono essere utili, ma ricordate che se una scheda non le espone non vuol dire necessariamente che non le rispetti. Per maggiori chiarimenti vi consiglio di leggere il mio articolo sulla Video Class Speed.

Tenendo a mente il discorso sulla velocità di cui effettivamente si ha bisogno, negli ultimi mesi ho acquistato per lo più SD UHS-II che rientrano nella categoria delle V60 o simili. Il motivo è che il dispositivo più esigente in mio possesso, ovvero la GH5, ha bisogno di “soli” 50MB/s garantiti in ambito video… ed è ben più di quello che sfruttano ad esempio le mirrorless di Sony o le reflex Canon. Per quanto riguarda le foto è ben più difficile fare delle valutazioni esatte sulla carta, in quanto bisogna considerare non solo la velocità della raffica e la dimensione massima dei file JPG/RAW (che comunque può variare a seconda del soggetto fotografato), ma anche la capacità del buffer e l’efficienza del lettore integrato. Insomma, si tratta di tutt’altro che una scienza esatta ed è proprio l’ultimo dei fattori elencati ad essere il più imprevedibile. Vi dimostrerò, infatti, che la stessa scheda di memoria UHS-II può avere prestazioni ben diverse in base al lettore, che sia quello del computer o della fotocamera.

Fare un test direttamente sul corpo macchina in uso è sempre la cosa migliore, ma va considerato che non tutte le fotocamere consentono di accedere in scrittura alla memoria SD inserita al loro interno quando collegate ad un computer via cavo. Per offrire un’idea delle oscillazioni che si possono riscontrare ho preso in considerazione due lettori USB-A molto diffusi, uno di tipo USB-C ed un computer, tutti compatibili con UHS-II. Nello specifico si tratta di:

Per quanto riguarda le memorie in prova ammetto di non essermi impazzito più di tanto nel ricercare varianti esotiche poco note. Ho scelto di analizzare prodotti facilmente reperibili e di buona marca, che avevo già acquistato precedentemente per il mio uso lavorativo. Ecco la lista dettagliata delle sei SD:

Di alcune di queste esistono modelli più veloci, ad esempio la Integral e la Sony ci sono in variante V90 con scrittura più rapida, ma ho scelto di non andare al di sopra del V60 per rimanere in una fascia più coerente al tipo di prodotto e perché la velocità in più, come spiegato precedentemente, è davvero difficile che venga sfruttata dagli attuali dispositivi. Di certo da nessuno in mio in possesso in questo momento. Iniziamo dalla cosa più semplice: la velocità di lettura massima sostenuta.

Come si può notare l’incidenza del lettore sulle prestazioni è notevole e quello di Transcend, che personalmente uso da qualche mese, mi ha davvero deluso. Prima di metterlo così alla prova mi era sembrato un ottimo prodotto, invece con diverse SD raggiunge dei valori davvero molto bassi. In generale l’unica scheda fuori target è la 1000x di Lexar, mentre le altre mostrano valori quantomeno prossimi. Decisamente più complicata è l’analisi delle prestazioni sostenute, dove ho registrato delle variazioni di velocità di lettura importanti.

Spiego brevemente come sono esposti i dati, non è stato semplice racchiuderli in una tabella unica. Per ogni scheda è stato registrato il valore minimo e quello massimo ottenuto nella lettura di file con dimensione comprese tra 2 e 10MB (dove si registra la maggiore variabilità). Ho usato lo sfondo rosso per identificare i delta maggiori (superiori a 100MB/s) e quello verde per i più contenuti (inferiori a 10MB/s). In piccolo sono riportati anche i valori usati per calcolare la forbice, indicando in grassetto i picchi negativi (testo rosso) e quelli positivi (testo verde). In termini di coerenza le migliori sono risultate la scheda di Transcend e la Lexar 1000x, mentre mi ha davvero stupito il delta importante dalla scheda SanDisk con lettore SanDisk. Test effettuato due volte per sicurezza ma in entrambi i casi nei 5 cicli di QuickBench è venuto fuori un valore negativo notevole sia con quel lettore che con quello integrato nell’iMac Pro.

Passiamo ora all’aspetto più importante, ovvero la scrittura. È questa che interessa prima di tutto a chi è in procinto di scegliere una SD ed è anche il dato più difficile da mantenere elevato. Come si noterà, quasi tutte le etichette delle schede riportano due diversi valori di trasferimento massimo e quello in lettura può essere fino a tre volte superiore. Iniziamo ad analizzarle partendo sempre dalla velocità di scrittura massima sostenibile, che sembra riscattare il piccolo card-reader di Transcend. Con le schede che “non gli aggradano” (Integral e SanDisk, in particolare) rimane il peggiore, ma registra due primati con la Lexar 2000x e con la scheda del proprio stesso brand. Se dovessimo analizzare solo i lettori, quello di Kingston sembra mediamente al di sopra degli altri, però si può facilmente notare come la scrittura sia decisamente più impegnativa visto che le schede Integral, Sony e la Lexar 1000x presentano valori piuttosto bassi nel medio periodo.

Le cose si complicano, ancora una volta, quando si passa ad analizzare il dato più dettagliato con il delta in scrittura. Qui siamo più generosi nel considerare ancora buona una variazione minore di 50MB/s, essendo piuttosto difficile fare di meglio, ma Quickbench 4.0 fa emergere dei picchi piuttosto negativi. È pur vero che rispetto alla scrittura sostenuta di Disk Speed Test alcune schede ne escono meglio (basti vedere la Lexar 1000x quanto cambia), ma c’è un altro aspetto importante da considerare: la SanDisk è quella con la variabilità peggiore ma è pur sempre meglio passare da 102 a 202MB/s che non risultare stabili a 80MB/s, tanto per fare un esempio.

In sostanza non è certamente facile trarre conclusioni univoche sulla base di tutti questi numeri, anche perché cambiano in base al lettore e non possiamo sapere con esattezza come la scheda reagirà con quello integrato nella fotocamera. Una cosa, però, mi sembra emergere chiaramente, ovvero che se la Lexar 2000x e la SandDisk Extreme Pro UHS-II sfiorano le vette più alte, la Transcend UHS-II gli arriva piuttosto vicino ma non ha i picchi negativi della Integral Ultima Pro X2, della Lexar 1000x e anche della Sony SF-M128/T. Se consideriamo anche che il suo prezzo è prossimo a quello delle “peggiori” che non a quello delle “migliori”, allora il quadro complessivo non fa che migliorare. Ci tengo comunque a precisare un’ultima cosa molto importante: se i card-reader hanno influito nei risultati, sappiate che lo fanno anche i software utilizzati per i test. Il dato con le variabilità nella lettura o scrittura repentina di numerosi file (quello evidenziato da Quickbench 4.0) è piuttosto “cattivo” e infatti la Sony ne esce distrutta pur non meritandoselo pienamente. Questo è il tipo di lavoro a cui una scheda viene sottoposta più in ambito fotografico che video, in particolare nella raffica. Difatti la Sony ha avuto picchi negativi incredibili in scrittura con Quickbench, persino inferiori a 20MB/s, eppure messa nella GH5 regge quasi sempre la registrazione a 400Mbit/s. Non può essere una certezza, questo sì, perché con uno scherzetto del buffer o altro si può incorrere in una interruzione, tuttavia il dato sostenuto evidenziato da Disk Speed Test può essere considerato ben più rilevante ai fini della registrazione video (non per niente si tratta del settore d’interesse di Black Magic, azienda che realizza il benchmark).

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.