Giusto sabato pronosticavo che l'arrivo di YouTube Premium in Italia, preannunciato lo scorso maggio, fosse una questione di mesi più che di giorni o settimane. Mi piace pensare di essere una sorta di Nostradamus al contrario, perché come già in altri casi dove mi sono espresso in maniera pessimistica la smentita ufficiale è arrivata praticamente subito. Sia la versione a pagamento di YouTube sia il servizio musicale con cui ha stretti legami, nonché successore a lungo termine di Play Music, sono arrivati proprio oggi anche dalle nostre parti.
Il piano più interessante è senz'ombra di dubbio YouTube Premium, perché racchiude in un singolo abbonamento tutti i benefit aggiuntivi previsti dal servizio multimediale di Mountain View, musica compresa. Con 11,99 € al mese si potrà usufruire di un'esperienza completamente priva di pubblicità, riproduzione in background, supporto allo scaricamento per la fruizione offline, produzioni originali e decine di milioni di brani inclusi remix esclusivi. Ancor più allettante è però il piano famiglia, che con 17,99 € al mese permette di condividere le stesse caratteristiche soprammenzionate con un massimo di altre 5 persone. Tecnicamente viene richiesta la residenza per tutti al medesimo indirizzo, ma all'atto pratico è verosimile pensare che funzionerà in modo molto simile a Netflix e Spotify, aprendo pure qui alla creazione di piccoli "condomini digitali".
Interessati solo a YouTube Music? Nessun problema, è disponibile anche in modalità stand-alone. Risulta tuttavia poco conveniente rispetto a Premium, dato che da solo il servizio musicale costa 9,99 € mensili (14,99 € se si considera invece il piano famiglia). Vista la differenza esigua, vale la pena aggiungere la piccola differenza per godere anche di una crescente categoria di contenuti, da affiancare a quanto già propongono Amazon, Netflix e Sky/Now TV.
Per ingolosire ulteriormente i potenziali switcher, Google offre a tutti i nuovi utenti un periodo di prova gratuito di tre mesi, che tuttavia scendono ad uno solo nella variante familiare. Un altro prerequisito è inoltre non essere mai stati abbonati a Play Music o averne usufruito analoghe trial. Ulteriore accortezza caldamente consigliata per gli utenti iOS, visto che non porta via molto tempo in più, è di sottoscrivere l'abbonamento via browser e non tramite le app: nel secondo caso infatti il costo è leggermente maggiore dovendo tenere conto della percentuale trattenuta da Apple per gli acquisti in-app. Sul fronte dei dispositivi supportati, oltre ad Android e iOS, i servizi funzionano su Android TV, Apple TV, Chromecast, Roku (che da noi significa Now TV Box o Smart Stick) e sulle principali piattaforme smart TV.