Questo pomeriggio è stata la notizia che ha più tenuto banco sui social. Ok, non tanto quanto l’ormai ufficiale acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della Juventus. Però pure questa sarebbe stata una bomba di mercato molto interessante, sebbene di diverso settore. L’esclusiva era partita dalla testata BGR, in un dettagliato report riguardo ai rapporti tra Apple ed AgileBits, l’azienda autrice della celebre 1Password.
Stando a quanto loro rivelato da una fonte, l’azienda di Cupertino avrebbe avviato una collaborazione per rendere il servizio di gestione password una dotazione standard all’interno dei suoi ambienti lavorativi. Sarebbe stato concordato un piano personalizzato e piuttosto ricco, comprendente la licenza non solo per tutti i 123.000 dipendenti Apple, inclusi quelli degli Store, ma anche alle famiglie per un massimo di 5 membri. La mela disporrebbe inoltre di un supporto prioritario, con risposta entro 4 ore massime dalla richiesta d’intervento, canali sia web che telefonici e pagine d’aiuto in tutte le lingue. Un’altra condizione del contratto siglato sarebbe l’adozione della versione stand-alone di 1Password, che a differenza di quella cloud non si appoggia alla piattaforma Amazon AWS, consentendo invece l’uso di iCloud come percorso di sincronizzazione.
Dove il report di BGR si faceva molto più interessante era verso il finale. Il CEO di AgileBits, Jeff Shiner, sarebbe stato udito pronunciare considerazioni riguardo alla “acquisizione di Apple”, aprendo dunque all’ipotesi che questa partnership nascondesse uno scenario molto più ambizioso, che portasse 1Password direttamente tra le braccia di Apple, seguendo le recenti scie di Workflow e Shazam. Non molto dopo la pubblicazione dell’articolo, è però arrivata la smentita ufficiale:
Rumours of my acquisition are completely false. My humans and I are happily independent and plan to remain so.
— 1Password (@1Password) 10 luglio 2018
Una grande grossa cantonata di BGR, dunque? Purtroppo va detto che non sono nuovi a certi scivoloni, avendone così tarpato la reputazione. È probabile però che almeno in questo caso non si sia trattato di uno sbaglio totale ma più di un eccessivo ingrandimento della situazione. Quanto stipulato da Apple ed AgileBits, se vero, rientrerebbe senz’altro nella politica di quest’ultima che prevede la quotazione di piani su misura per le grandi aziende. Ulteriore stupore si perde poi vedendola nell’ottica dei benefit aziendali per gli impiegati: in aggiunta a quelli già esistenti, non risulta male la licenza gratuita di un servizio che costa poco meno di 60 € all’anno nella versione per famiglie. Per questo, guardandola anche dall’ottica del mio lavoro quotidiano di venditore, penso che le osservazioni di Shiner si riferissero all’acquisizione di una commessa da un nuovo importante cliente, ossia Apple. Cosa ben diversa da un’operazione societaria.
Anche se, andando un po’ d’immaginazione, l’integrazione di 1Password nei sistemi operativi Apple in luogo del più scarno Portachiavi iCloud sarebbe stata parecchio appetitosa. Come in tutte le vicende di questo genere, conviene poi sempre tenere la linea del buon vecchio “mai dire mai”: nella finanza, la smentita di oggi potrebbe facilmente diventare la conferma di domani…